14 aprile 2017

Fino al 21.V.2017 Mario Merz Prize Fondazione Merz, Torino

 

di

Sono in mostra fino al 21 maggio 2017 alla Fondazione Merz di Torino i cinque finalisti della seconda edizione del Mario Merz Prize Francesco Arena, Petrit Halilaj, Gili Lavy, Shahryar Nashat e Suha Traboulsi. Gli spazi ospitano opere di questi emergenti artisti selezionati insieme ai compositori Gabriele Cosmo, Elvira Garifzyanoya, Geoffrey Gordon, Pierre Mariétan e Catherine Milliken per il premio nato nel 2013 dalla volontà di Marisa e Beatrice Merz rispettivamente moglie e figlia dell’artista. Un’iniziativa che intende ricercare personalità significative nel campo dell’arte e della musica in grado di esprimere le proprie ricerche al di là della loro appartenenza politica, sociale o geografica, seguendo quel concetto fondamentale secondo cui l’arte è davvero libertà di pensiero. 
Così per l’edizione 2017 il progetto espositivo della Fondazione accoglie l’installazione video dell’israeliana Gili Lavy, Divine Mother, un vero e proprio film d’artista in cui si fondono la religione, la cultura e i rituali della sua terra natia. 
Suha Traboulsi, Untitled
Suha Traboulsi ha iniziato a realizzare le sue sculture multistrato che chiama “passioni misteriose” in seguito ai suoi viaggi dall’Andalusia alla Persia. Nell’opera riprodotta di Untitled, esposta alla Merz ritroviamo gli elementi che caratterizzano il suo lavoro, l’arte figurativa, rappresentata dalle pitture, riprodotte su una superficie alternativa che ci lascia quel senso di ignoto e di enigmatico. 
Di tutt’altre dimensioni l’imponente opera di Petrit Halilaj, Kosovaro, classe 1986, ci propone Abetare una scultura in acciaio e tavoli provenienti dalla ex scuola elementare “Shote Galica” di Runik. Un colpo d’occhio per il pubblico che può immergersi in quella che può apparire come una riproduzione delle esperienze personali di Petrit, tra costruzioni fantasiose e giocose tipiche dell’età infantile e rielaborazioni poetiche dell’artista. 
Tra i finalisti anche lo svizzero Shahryar Nashat che con le due panchine, Beach e Muscle, e il video Present Sore mette in scena un incontro multisensoriale tra immagini e oggetti coinvolgendo l’udito e la vista. Le riprese video concentrate su quei dettagli del corpo umano ‘indesiderabili’, da cui spesso distogliamo lo sguardo, ci svelano in realtà un lavoro tutto giocato sulla sensualità e sull’umorismo. 
Infine tocca all’italiano Francesco Arena chiudere il percorso espositivo con Transversal diptych, un blocco di marmo che condensa metaforicamente avvenimenti politici e sociali del recente passato. 
Al vincitore del Mario Merz Prize sarà commissionata una produzione per una mostra personale itinerante in sedi museali a Torino e in Svizzera. 
Chiara Gallo 
Mostra visitata il 16 marzo

Dall’8 marzo al 21 maggio 2017 
Mario Merz Prize. I finalisti 
Fondazione Mario Merz
Via Limone 24 – Torino 
Orari: dal martedì alla domenica dalle 11 alle 19 
Info: 011 19719473; www.fondazionemerz.org 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui