Sono in mostra fino al 21 maggio 2017 alla Fondazione Merz di Torino i cinque finalisti della seconda edizione del Mario Merz Prize Francesco Arena, Petrit Halilaj, Gili Lavy, Shahryar Nashat e Suha Traboulsi. Gli spazi ospitano opere di questi emergenti artisti selezionati insieme ai compositori Gabriele Cosmo, Elvira Garifzyanoya, Geoffrey Gordon, Pierre MariĂŠtan e Catherine Milliken per il premio nato nel 2013 dalla volontĂ di Marisa e Beatrice Merz rispettivamente moglie e figlia dellâartista. Unâiniziativa che intende ricercare personalitĂ significative nel campo dellâarte e della musica in grado di esprimere le proprie ricerche al di lĂ della loro appartenenza politica, sociale o geografica, seguendo quel concetto fondamentale secondo cui lâarte è davvero libertĂ di pensiero.
CosĂŹ per lâedizione 2017 il progetto espositivo della Fondazione accoglie lâinstallazione video dellâisraeliana Gili Lavy, Divine Mother, un vero e proprio film dâartista in cui si fondono la religione, la cultura e i rituali della sua terra natia.
Suha Traboulsi ha iniziato a realizzare le sue sculture multistrato che chiama âpassioni misterioseâ in seguito ai suoi viaggi dallâAndalusia alla Persia. Nellâopera riprodotta di Untitled, esposta alla Merz ritroviamo gli elementi che caratterizzano il suo lavoro, lâarte figurativa, rappresentata dalle pitture, riprodotte su una superficie alternativa che ci lascia quel senso di ignoto e di enigmatico.
Di tuttâaltre dimensioni lâimponente opera di Petrit Halilaj, Kosovaro, classe 1986, ci propone Abetare una scultura in acciaio e tavoli provenienti dalla ex scuola elementare âShote Galicaâ di Runik. Un colpo dâocchio per il pubblico che può immergersi in quella che può apparire come una riproduzione delle esperienze personali di Petrit, tra costruzioni fantasiose e giocose tipiche dellâetĂ infantile e rielaborazioni poetiche dellâartista.
Tra i finalisti anche lo svizzero Shahryar Nashat che con le due panchine, Beach e Muscle, e il video Present Sore mette in scena un incontro multisensoriale tra immagini e oggetti coinvolgendo lâudito e la vista. Le riprese video concentrate su quei dettagli del corpo umano âindesiderabiliâ, da cui spesso distogliamo lo sguardo, ci svelano in realtĂ un lavoro tutto giocato sulla sensualitĂ e sullâumorismo.
Infine tocca allâitaliano Francesco Arena chiudere il percorso espositivo con Transversal diptych, un blocco di marmo che condensa metaforicamente avvenimenti politici e sociali del recente passato.
Al vincitore del Mario Merz Prize sarĂ commissionata una produzione per una mostra personale itinerante in sedi museali a Torino e in Svizzera.
Chiara Gallo
Mostra visitata il 16 marzo
Dallâ8 marzo al 21 maggio 2017
Mario Merz Prize. I finalisti
Fondazione Mario Merz
Via Limone 24 â Torino
Orari: dal martedĂŹ alla domenica dalle 11 alle 19
Info: 011 19719473; www.fondazionemerz.org