In mostra, artisti che
sperimentano diverse possibilità espressive per tracciare una geografia della
contemporaneità indiana. Autori che raccolgono l’eredità dell’utopia negata di
Gandhi e Nehru. Nel caso di T V Santhosh,
queste premesse prendono forma in tele di grandi dimensioni in cui si fondono –
con il solo mezzo pittorico tradizionale – elementi iperrealistici
monocromatici e sfumature psichedeliche. L’uso di colori acidi, che ricorda la
tipica polarizzazione della pellicola, riporta alla condizione umana immersa
nella violenza e nel terrorismo. Il contrasto delle immagini, prelevate da
notiziari e web, rivela infine le due facce di una stessa medaglia:
positivo/negativo e, non ultimo, Oriente/Occidente.
L’ambiguità del reale nell’era
della globalizzazione, tra sogno e concretezza, è invece il tema affrontato da Thukral et Tagra. Il duo ritrae l’india
del XXI secolo interpretando i nuovi costumi emersi a seguito dell’apertura dei
mercati stranieri. Gli artisti diventano portavoce di un’estetica produttiva
intrisa di storia, elementi pop e vita di strada. Assimilabili alla tendenza Neo
Baroque occidentale (AES+F o Nicola Verlato), Thukral et Tagra
presentano tele, gadget e sculture scenografiche che, con caustica ironia,
indagano il consumismo e il cosiddetto “feticismo del marchio”, vale a dire
quell’attitudine che induce il compratore a investire di significato il logo di
un’azienda.
Nelle opere di Jagannath Panda, animali mitici e
leggendari dell’India abitano il contesto urbano delle megalopoli. Immerso in
un’aura sacrale, l’artista esplora la dimensione onirica del ricordo,
riportandone alla luce gli aspetti più concreti e quotidiani. Nei quadri e
nelle installazioni gli animali sono analizzati nel rapporto gerarchico in
relazione all’essere umano. Lumache, serpenti, cervi e farfalle sono infatti
immersi nel dramma della realtà urbana, e vivono lo squilibrio esistenziale –
di personale memoria dell’artista nella condizione di immigrato – che li rende
simili a fantasmi in cerca di una vita di agi contornata d’oro e broccati.
Il veterano di Inside India – ma mancherebbero solo Anish Kapoor e Shilpa Gupta per completare l’ottima cornice espositiva – è Atul Dodiya. Densi di intrecci e
rimandi filosofici, i suoi lavori sono testimoni dell’attuale ibridazione
culturale. Le tele metalliche sono realizzate con un mix di leghe normalmente
impiegate per le carrozzerie delle auto, e le figure stilizzate sono
impreziosite da foglie d’oro e magneti colorati acquistati in musei
occidentali. Passaggi d’India.
articoli correlati
New
Delhi New Wave da Marella a Milano
India
Art Summit 2009
iCon
– India Contemporanea a Venezia
mostra visitata il 7 novembre 2010
dal 5 al 21 novembre 2010
Inside India
a cura di Marco Marrone
e Margherita Artoni
Palazzo Saluzzo di
Paesana
Via della
Consolata, 1bis (zona Quadrilatero romano) – 10122 Torino
Orario: da martedì
a sabato ore 15-19
Ingresso libero
Info: mob.
+39 3355701348; info@insideindia.it; www.insideindia.it
[exibart]
La capitale coreana si prepara alla quinta edizione della Seoul Biennale of Architecture and Urbanism. In che modo questa manifestazione…
Giulia Cavaliere ricostruisce la storia di Francesca Alinovi attraverso un breve viaggio che parte e finisce nella sua abitazione bolognese,…
Due "scugnizzi" si imbarcano per l'America per sfuggire alla povertà. La recensione del nuovo (e particolarmente riuscito) film di Salvatores,…
Il collezionista Francesco Galvagno ci racconta come nasce e si sviluppa una raccolta d’arte, a margine di un’ampia mostra di…
La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…
Si intitola “Lee and LEE” e avrà luogo a gennaio in New Bond Street, negli spazi londinesi della casa d’aste.…