Ribaltare il consueto punto di vista. Far provare il sentimento di esclusione percepito da chi si trova nella posizione di ospite, spesso indesiderato, in un paese forestiero. Condizione tipica dell’immigrato, dello straniero. Come del resto è lo stesso Costa Vece (Herisau, Ch, 1969), artista di origini italiane residente in Svizzera, che persegue da diversi anni il tentativo di dare concretezza visiva al concetto di identità. E questa volta lo fa attraverso due installazioni che invadono letteralmente la Galleria Franco Noero, raddoppiatasi a partire dal 2003. Dopo i locali di via Mazzini la mostra prosegue infatti nel nuovo spazio di via Giolitti. Un luogo profondamente suggestivo, che si presta molto bene ad accogliere progetti di carattere ambientale, ideato in collaborazione con Civico 13, uno studio di giovani architetti di Torino. Con Revolucion-Patriotismo (2005) Vece offre una particolare chiave di lettura per interpretare l’idea di separazione/esclusione e quasi immediatamente anche del suo opposto, rappresentato dall’accoglienza/integrazione. Mentre il primo concetto trova la sua piena realizzazione nella costruzione di un muro, il secondo si articola diversamente.
Per comprendere il vero valore di quest’installazione, è necessaria una premessa sulla ricerca dell’artista. La sua indagine infatti verte da diverso tempo sulle problematiche relative alle popolazioni straniere che vivono in Svizzera. Abbozzando, così, un tentativo di risposta alle recenti restrizioni politiche emesse nei loro confronti da alcuni circoli politici estremisti. Stavolta attraverso la forma della doppia installazione ambientale. Che, se da una parte circoscrive l’intero spazio architettonico, precludendone l’ingresso ai cittadini italiani, dall’altra lo apre alle comunità di ogni nazionalità. Ma in due luoghi ben distinti che provano a ricreare, anche se in tempi diversi, i sentimenti di alienazione e di successiva ricerca di un’identità in cui riconoscersi.
articoli correlati
Sweet-Swiss democracy
claudia giraud
mostra visitata il 21 aprile 2005
Fino al prossimo 21 aprile il Museo Civico di Bassano del Grappa ospita “Brassaï. L’occhio di Parigi”, la mostra realizzata…
Fino al 24 febbraio l’installazione site specific dell’artista marocchina Meriem Bennani dà forma a una misteriosa sinfonia attivata da molteplici…
Parigi continua a fare della cultura un tassello cruciale di sviluppo: l’offerta delle grandi mostre, visitabili tra la fine del…
Una rassegna di alcuni lotti significativi dell’anno che sta per finire, tra maestri del Novecento e artisti emergenti in giro…
Un ponte tra Italia e Stati Uniti: c'è tempo fino al 30 gennaio 2025 per partecipare alla nuova open call…
Ci lascia uno dei riferimenti dell’astrazione in Campania, con il suo minimalismo, rigorosamente geometrico, potentemente aggettante nella spazialità e nell’oggettualità.…
Visualizza commenti
Padiglione spagnolo
50 Biennale di Venezia
Commissario: Rosa Martínez
Artista: Santiago Sierra
Il progetto per il padiglione della Spagna alla 50. Biennale di Venezia consiste in interventi progettati specificamente per questo spazio. Muro cerrando un espacio (Muro che chiude uno spazio) o Mujer con capirote sentada cara a la pared (Donna con un cappuccio seduta di fronte al muro) richiamano l'idea di una frontiera, mettono in discussione i limiti della nazionalità e portano a rivolgersi verso le questioni della colpa, della follia e del castigo.
e quest sarebbe una delle gallerie-faro del panorama italiano. Ma 'ndo annamo...
caro, ma parla in italiano, va ch è meglio.
le gallerie fanno quello che va. costa vece va in quello che fanno. sierra va in quello che fa.