Cominciamo con un
episodio su Andrea Pazienza. Ma aspettate di leggere il resto dell’aneddoto prima di
giudicare eccessivo il partire da un fumettista contemporaneo per arrivare a
parlare della mostra di Enrico Gamba (Torino, 1831-1883), cui la Gam dedica la seconda
“puntata” di Wunderkammer.
Tornando al
bolognese, la storiella che lo riguarda è questa. Un giorno, colto disattento
durante una lezione al liceo artistico, gli venne data la punizione di
disegnare una serie di mani. Il professore riteneva che le mani fossero il
dettaglio anatomico più difficile da raffigurare. Pensava, allo stesso modo,
che il suo studente “fra le nuvole” avrebbe avuto non poche difficoltà e
avrebbe impiegano non poco tempo a disegnarne non una, ma una sequenza.
Servirono, invece, solo cinque minuti a Pazienza per consegnare un foglio che
lasciò di stucco il severo professore. Le mani disegnate erano perfette.
Perfette quanto
quelle disegnate da Enrico Gamba nello Studio per il monatto inginocchiato. Se, quindi, un artista si
giudica dal suo saper disegnare una mano, il cui modello ideale è il palmo
divino dipinto da Michelangelo nella Cappella Sistina, ecco dimostrato lo straordinario
talento di Gamba.
Nella piccola sala
Wunderkammer, al primo piano della Gam, sono molti altri i disegni meravigliosi
dell’artista torinese. Per contemplarli ci si può sedere su due comode poltrone
con tanto di tavolino a fianco e musica di sottofondo. Unica nota di disturbo è
la vaga atmosfera (finta) bohèmienne da caffé Starbucks della saletta, che fa
venire una voglia irrefrenabile di frappuccino.
Lasciando da parte
languorini da globalizzazione del gusto e tornando all’arte, che è quello di
cui ci dobbiamo occupare, la serie di disegni di Enrico Gamba è il banco di
prova per alcuni dei personaggi del grande dipinto I funerali di Tiziano del 1855. Opera esposta
all’inizio della sezione sul Genere (sempre al primo piano della Gam, nell’ambito della
risistemazione della collezione permanente), che consacrò la fama del pittore
quando questi aveva solo ventiquattro anni.
Oltre allo studio
per il monatto (il giovane con l’ingrato compito di inchiodare le bare dei
morti di peste nell’epidemia del 1576, che si portò via pure il Vecellio), nella “camera delle meraviglie”
troviamo gli schizzi preparatori per il patrizio seduto, il giovane gondoliere,
il notabile in abiti medievali, la madre dell’artista e, infine, la salma di
Tiziano stesso. Sono tutti disegni caratterizzati da una tagliente e
virtuosistica precisione del segno.
Infine, non è
affatto di secondo piano l’interesse “educativo” di questa mostra che, a
partire da dettagli anche apparentemente insignificanti, svela cosa si nasconde
dietro la nascita di un capolavoro. Diceva Hugo che tutte le grandi macchine
hanno piccoli ingranaggi. Volete forse dare torto al grande Victor?
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