Risalgono a un secolo fa e sono state scattate da un’amica
della protagonista della storia narrata, Ann-Marie, ossia la zia del nonno
dell’artista, fidanzata con un uomo che, a causa della guerra, si allontanerà e
la dimenticherà.
Petra Lindhom (Karis, 1973; vive a Ekenäs) canta di un amore
perduto, e lo fa letteralmente, componendo la lirica e la melodia che
accompagnano un video intensamente poetico. Un medium in cui eccelle,
proponendo un saggio di sublimazione estetica caratterizzato da un virtuosismo
vagamente manierato. Una successione di immagini rielaborate, eccessivamente
sovraesposte a volte, per ricostruire e amplificare il vuoto di un’esistenza
che cerca la quiete nell’immensità della natura.
Spettri che raccontano una storia di solitudine,
trasparenze che si sovrappongono ed evanescenze che in alcuni punti scoprono il
perfetto aggancio narrativo per soddisfare un corretto equilibrio fra mistero
ed evocazione. Non mancano atmosfere malinconiche che ricordano alcune suggestioni
create da Pipilotti Rist. Esiste anche una scena iniziale in cui le impronte sulla neve in
campo aperto rimandano ai Masbedo dell’uomo che ha smarrito il cammino.
L’artista è di talento, le appartiene un’attitudine innata
per cogliere le sfumature dei vicoli tortuosi dell’anima, ma manca forse di
restituire l’opacità del silenzio. Quello spazio nel racconto in cui si può
cogliere l’interiorità del personaggio narrato, e non solo la sua storia.
Tutto nel video è leggero come nuvole di vapore che si
disperdono all’alba. Il tentativo è quello di filmare in assenza di un arco
temporale stabilito. Eppure la memoria penetra nel paesaggio e lo rende
spirituale, artefice del proprio mistero profondo, grandioso e immanente.
Partecipe dei sentimenti umani, ma al contempo grigio e fumoso, che si
trasforma in un’apoteosi di luce solo per celebrare la sacralità del ricordo.
La luce è nettamente l’anima di questo lavoro. Bagliore che delinea ogni
elemento dell’immagine e che sfuma spesso nel bianco assoluto.
Un passato che non si vuole annullare ma che finisce col
macerare l’anima e annientare il corpo. Come infatti accadde nella realtà ad
Ann-Marie.
Un tema anacronistico che possiamo accettare nei suoi
risvolti romantici, quasi surreali visti nel contesto dei rapporti che si
disperdono oggi troppo facilmente, consapevoli che ciò che riesce a penetrare
in profondità non può che lasciare un segno indelebile.
Con Michael Beutler da Soffiantino
Northwave, videoarte nei paesi nordici
barbara reale
mostra visitata il 14 settembre 2010
dal 14 settembre al 23 ottobre 2010
Petra Lindholm
Franco Soffiantino
Arte Contemporanea
Via Rossini,
23 (zona Palazzo Nuovo) – 10124 Torino
Orario: da martedì a sabato ore 11-19; giovedì ore 14-22
Ingresso
libero
Info: tel. +39 011837743; fax +39 0118134490; fsoffi@tin.it;
www.francosoffiantino.it
[exibart]
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