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Fino al 24.I.2002 M-Multimedia/2 Torino, Amantes Art space Café
torino
Progettata da Lorenzo Taiuti, arriva alla sua seconda edizione curata da Mario Gorni e Elena Volpato. E’ pensata con l’intenzione di indagare i nuovi linguaggi artistici e presenta video selezionati dall’archivio del Care of & Viafarini di Milano...
di redazione
La rassegna di video M-Multimedia progettata da Lorenzo Taiuti arriva quest’anno alla sua seconda edizione, questa volta curata da Mario Gorni e Elena Volpato e costituita da una serie di video selezionati dall’archivio del Care/of & Viafarini di Milano.
Ponendosi sulla scia del crescente interesse per la videoarte, M-multimedia è pensata con l’intento di indagare i nuovi linguaggi visivi e il loro significato all’interno dell’attuale panorama artistico. Il progetto, che sarà completato da alcuni eventi successivi sempre ospitati nei locali dell’Amantes, si muove soprattutto con l’obiettivo di mettere in luce le nuove modalità linguistiche proprie della produzione artistica più recente. Il titolo prende spunto dal film M-for murder di Fritz Lang, ed è stato scelto per indicare il nuovo rapporto creatosi, secondo l’interpretazione di Taiuti, tra le nuove arti tecnologiche e i linguaggi artistici tradizionali, rapporto che si configurerebbe nei termini di un delitto compiuto per amore, in una sorta di ambiguo double bind.
La rassegna è stimolante, e consente al pubblico di conoscere molti lavori d’interesse e qualità. Il progetto nel suo insieme offre inoltre, anche a un pubblico che normalmente non s’interessa direttamente all’arte contemporanea e ai suoi sviluppi, la possibilità di confrontarsi con questa espressione artistica. Sono presenti in mostra i lavori di diversi artisti, nell’ordine di programmazione: Bert Theis, Brigata Es, Barbara Brugola, Sara Rossi, Barbara Brugola, Simonetta Fadda, Paolo Chiasera, Manuela Cirino, Marzia Migliora, Elisabeth Aro, Paola Di Bello, Tessa Den Uyl, Alicia Erba, Francesca Seteria, Elena Arzuffi, Valentina Cocetti, Vedova Mazzei, Giuseppe Vicenzo, Letizia Galli e Meri Gorni. I lavori sono accompagnati dalle schede tecniche di Mario Gorni e Elena Volpato.
Seguendo l’interpretazione fornita dal testo di presentazione dell’intero progetto, pare però quasi che l’introduzione delle nuove tecnologie nell’arte sia da considerarsi come l’avvio di un processo secondo cui un nuovo linguaggio figurerebbe destinato a soppiantarne un altro in maniera più o meno definitiva.
C’è da chiedersi invece se non si tratti piuttosto, e più semplicemente, dell’introduzione (per altro già accettata anche a livello istituzionale) di un nuovo mezzo espressivo, da collocarsi accanto a quelli tradizionali con pari dignità.
Forse, piuttosto di parlare di una collisione di linguaggi dal sapore un po’ futurista, che parrebbe porsi a discapito delle espressioni artistiche diverse o semplicemente tradizionali, bisognerebbe soltanto godere pienamente di una nuova possibilità espressiva. E intanto, soprattutto, riflettere sulle differenze che un diverso linguaggio introduce a livello percettivo e linguistico (anche al di là di una prospettiva semiologistica anni sessanta), con tutte le nuove sfide interpretative che questo comporta.
Magari anche per imparare a leggere ogni prodotto dell’espressione artistica e creativa come il risultato epocale dell’attività “troppo umana” di saper sempre creare nuove metafore.
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Sul lavoro di Lorenzo Taiuti:
ult, settembre 01
Appuntamento a Roma con la storia della videoarte
Progetto Fluxus
Maria Cristina Strati
mostra visitata il 16 gennaio 2002
M-Multimedia 2
Dal 16 al 24 gennaio
Torino, Amantes art space café, Via P. Amedeo 38/a
orari lunedì/sab 19,30/2.00
tel./fax. 011/8172427 amantes@arteca.org
www.arteca.org
[exibart]
“M – for Murder” non esiste: forse ti riferivi a “Dial M for Murder” (1954) che però non è di Lang, ma di Hitchcock. Il film di Lang s’intitola semplicemente “M”: in ogni modo complimentissimissimi…
Grazie per la precisazione e i complimenti, il dato da me citato sul titolo del film di Lang è però tratto tale e quale dal testo di Taiuti…
A presto,
MC
Ha sbagliato Taiuti.Che Dio Laiuti!!! Saluti.
ma taiuti non capisce una mazza
avete letto “Corpi Sognanti”? a mio parere uno dei libri più brutti della storia…
Cari approssimativi,
A dire la verità avete torto tutti quanti.
Vi illumino sul fatto che si tratta di un film di Fritz Lang del 1931, i cui diversi titoli esatti, a seconda delle nazioni, sono:
Per l’Italia – “M. il mostro di Düsseldorf”.
Per la Germania – “M – Eine Stadt sucht einen Mörder”
Per l’Austria – “M. – Mörder unter uns”
Per l’Inghilterra – “M – A Town Is Looking For A Murderer”
Strano che con tutti gli esperti di media che circolano qui debba dirvi io cose che dovreste sapere o, comunque, saper ricercare.
Ciao, Biz.
M for Murder non esiste
Caro Biz, scusa ma mi sembra che questa volta fuoristrada sei andato tu. Nessuno nei commenti ha parlato dei titoli del film nelle varie nazioni. Semplicemente erano precisazioni sul fatto che non esiste un film di Lang intitolato M Dial for murder :e questo è un fatto incontestabile! Credo peraltro che l’errore di Taiuti Sia semplicemente nell’individuazione del regista dato che M -il mostro di Dusseldorf non tratta “di un delitto compiuto per amore” ma,anche se Lang lo ha sempre negato, è ispirato alla storia di un famoso Serial Killer soprannominato Vampir von Dusseldorf. E poi …non essere sempre così cattedratico. Anche se sei bravo non devi esagerare. Un saluto.
Caro Andan,
ti ringrazio ma non sono nè bravo nè cattedratico, sono solo un genio.
Il che non si concilia con nessuno di quei due stati.
E, ti parrà strano, ma so anche leggere, bene.
Ergo, quando qualcuno scrive “Il film di Lang s’intitola semplicemente “M”, credo converrai con me quanto la frase sia eloquente.
Se poi l’autrice dell’articolo ringrazia per la precisazione significa che è in accordo con quel “semplicemente”. Chiunque sarebbe stato stimolato a ricercare meglio.
Solo chi è bravo e cattedratico non lo fa.
Che poi non si sia parlato dei titoli del film nelle diverse nazioni è evidente: il genio sono io.
Di Taiuti non ho mai parlato, e non lo farò nemmeno ora; davvero non m’interessa.
Ciao, Biz.
Il titolo originale, della versione tedesca, del film di Fritz Lang è “M” e non “M – Eine Stadt sucht einen Mörder”; la pagina 389 del libro di Lotte Eisner “Lo schermo demoniaco”, autentica “Bibbia” per gli studiosi, è più attendibile dell’IMDB: l’IMDB è uno strumento valido, ma ti posso garantire che è pieno di errori.
Il Taiuti si è confuso, ma non è grave, e ha citato invece “Il delitto perfetto”, che in originale è appunto “Dial M for Murder”.
e adesso ciao davvero.
“E adesso ciao davvero”????
perchè quante volte l’hai già detto ciao?
Sei sempre la stessa persona e ti firmi con quanti nomi?
poi, la Bibbia…. ma fammi il piacere!!
La conversazione e gl’interlocutori non mi sembrano male, comunque.
Sono emerse tante interessanti notizie ed in noi si è animato un poco il mostro di Dusseldorf o di qualche altra città.
Ovvio che io sono il mostro più mostruoso.
Ciao, Biz.
Ma Biz s’intende anche di Cinema?
Io intendermi di Cinema?
Assolutamente no, ma sono in buona compagnia.
Ciao, Biz.