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13
dicembre 2007
fino al 24.II.2008 Il Velo Caraglio (cn), Il Filatoio
torino
Un filatoio secentesco offre i suoi spazi elegantemente ristrutturati al manufatto tessile più impalpabile: il velo. Simbolo di molteplici e opposte emozioni. Trascendenti l'appartenenza culturale dello spettatore...
Il velo mantiene inalterati i suoi significati ancestrali. Cambiano i tessuti, la trama, i colori, ma il candore del volto della donna dipinta da Robert Campin nella prima metà del Quattrocento (Ritratto di donna, 1435) non è dissimile dalla AB di Steven Gontarski (2002), nonostante seicento anni separino i due artisti. Il Cristo velato di Giuseppe Sanmartino (1753) e Lo Spirato di Luciano Fabro (1968-1973), elaborati a duecento anni di distanza, sono due istanti consecutivi del medesimo processo: il panneggio mortuario copre i corpi nudi, esanimi e abbandonati, testimone dell’evaporare degli ultimi istanti di vita terrena.
Dopo il trapasso, il lutto. Il velo protegge la vedova di J.F. Kennedy dalla curiosità irriverente del pubblico (Elliott Erwitt, Jaqueline Kennedy, 25 novembre 1963), così come consente di isolarsi nel proprio dolore la Woman di Allah di Shirin Neshat (1996).
Attraverso gli strati di tessuto cangianti e variopinti (Kimsooja, Encounter-Looking Into Sewing, 1998-2002), il velo diventa vitale, induce alla passionalità e all’erotismo, pur mantenendo laconico il suo monito: oltre l’apparenza si nasconde il suo opposto. La vita e la morte, la gioia e il lutto, il presente e il passato, il sapere e l’ignoranza.
Proprio per squarciare il velo del luogo comune, della diffidenza che alimenta l’intolleranza e i deliri xenofobi, questa mostra è il primo passo del progetto triennale Mediterraneo, organizzato dall’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte, con il fine di tessere le “identità e le differenze che costituiscono la ricchezza del processo di globalizzazione”. Con l’idea che dal patchwork culturale si ottenga un prodotto migliore.
A completare un allestimento raffinato e avvincente, il curatore Andrea Busto propone un catalogo che raccoglie le testimonianze di intellettuali e storici dell’arte di chiara fama, un ulteriore “manufatto” da conservare e consumare come “dolce liquore. Adoperando adunque a tal effetto questo velo di piacere, in ogni tempo, in ogni loco ed in ogni esercizio” (Baldesar Castiglione, Il libro del cortegiano, 4,10).
Dopo il trapasso, il lutto. Il velo protegge la vedova di J.F. Kennedy dalla curiosità irriverente del pubblico (Elliott Erwitt, Jaqueline Kennedy, 25 novembre 1963), così come consente di isolarsi nel proprio dolore la Woman di Allah di Shirin Neshat (1996).
Attraverso gli strati di tessuto cangianti e variopinti (Kimsooja, Encounter-Looking Into Sewing, 1998-2002), il velo diventa vitale, induce alla passionalità e all’erotismo, pur mantenendo laconico il suo monito: oltre l’apparenza si nasconde il suo opposto. La vita e la morte, la gioia e il lutto, il presente e il passato, il sapere e l’ignoranza.
Proprio per squarciare il velo del luogo comune, della diffidenza che alimenta l’intolleranza e i deliri xenofobi, questa mostra è il primo passo del progetto triennale Mediterraneo, organizzato dall’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte, con il fine di tessere le “identità e le differenze che costituiscono la ricchezza del processo di globalizzazione”. Con l’idea che dal patchwork culturale si ottenga un prodotto migliore.
A completare un allestimento raffinato e avvincente, il curatore Andrea Busto propone un catalogo che raccoglie le testimonianze di intellettuali e storici dell’arte di chiara fama, un ulteriore “manufatto” da conservare e consumare come “dolce liquore. Adoperando adunque a tal effetto questo velo di piacere, in ogni tempo, in ogni loco ed in ogni esercizio” (Baldesar Castiglione, Il libro del cortegiano, 4,10).
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Il Filatoio
Via Matteotti, 40 – 12023 Caraglio (CN)
Orario: da lunedì a sabato ore 14.30-18.30; domenica ore 10-18.30
Ingresso: intero € 5; ridotto € 3
Catalogo Silvana Editoriale
Info: tel. +39 0171618260; fax +39 0171610735; info@marcovaldo.it; www.marcovaldo.it
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