Dopo la Rivoluzione, negli anni Venti il Messico fu investito da un grande fervore sociale e culturale. Il Governo di Alvaro Obregott mirò ad un vero e proprio rinnovamento, ma soprattutto alla conquista di una salda identità nazionale. Svariati artisti muralisti militanti – si pensi a Diego Rivera, David Alfaro Siqueiros, Josè Clemente Orozco e Xavier Guerriero – divennero un efficace tramite tra lo stato e le masse.
Fu in questo acceso clima di cambiamento che Tina Modotti (Udine, 1896 –
Accusata nel 1930 di aver collaborato ad un complotto per l’uccisione del presidente Pascal Ortiz Rubio, dopo 13 giorni di carcere fu espulsa dal Messico. Vi fece ritorno soltanto nel 1939, per morirvi a 46 anni, dopo aver lavorato assiduamente a Mosca per il Soccorso Rosso Internazionale e viaggiato clandestinamente in tutta Europa per
Per Tina Modotti la fotografia era documento, cronaca, testimonianza, proprio come rivela un suo scritto pubblicato nel 1929 sul Mexican Folkways: “Mi considero una fotografa, niente di più. Se le mie foto si differenziano da ciò che viene fatto di solito in questo campo, è precisamente perché io cerco di produrre non arte, ma oneste fotografie, senza distorsioni o manipolazioni. […] La fotografia […] rappresenta il medium più soddisfacente per registrare con obbiettività la vita in tutti i suoi aspetti ed è da questo che deriva il suo valore di documento”.
A cura della Fondazione Italiana per la Fotografia, la sezione allestita nelle sale storiche di Palazzo Bricherasio è costituita da una settantina di stampe, tirature moderne da negativi originali.
La mostra è aperta dagli intensi ritratti e nudi raffiguranti la Modotti e realizzati da Weston sulla terrazza della loro abitazione in Avenida Veracruz. Dell’autrice sono
Da ricordare, inoltre, gli scatti eseguiti nell’istmo di Tehuantepec (Donna di Tehuantepec) e l’opera Julio Antonio Mella sul letto di morte, del 1929, effigiante il noto rivoluzionario cubano che fu assassinato per strada proprio accanto alla Modotti.
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sonia gallesio
mostra visitata il 6 luglio 2003
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