“Non mancano i rimandi a maestri ‘storici’, quali Jasper Johns e Robert Rauschenberg, la cui pop art manifestava, come l’opera di Pulacini, il disagio dell’individuo nell’uniformità della società dei consumi” Enzo De Paoli
‘Riciclare è un’arte contemporaea’: è lo slogan coniato per l’iniziativa ‘Arona Informa Ambiente’, all’interno della quale si colloca la mostra Franco Pulacini. Naturalismo Trash. L’iniziativa è stata promossa dal Lions Club Arona-Stresa insieme al Comune di Arona per sensibilizzare alla cura dell’ambiente e per il 2001 intende promuovere un servizio che consenta di coniugare l’espressione artistica alla conservazione della materia.
L’esposizione propone ed evidenzia un aspetto concreto di quello che può oggi fare un artista, attraverso la rivisitazione di oggetti e di materiale vario, inutilizzato, spesso abbandonato ai margini delle discariche.
Pulacini ha fatto della cultura dell’oggetto una vera e propria arte fin dai primi anni ’70, quando riciclare non era ancora considerato di utilità sociale, né veniva proposto come strumento di ricerca sull’utilizzo della materia e degli oggetti. Il concetto di ‘recuperato’ che emerge dalle opere dell’artista aronese non è finalizzato a se stesso, bensì reinterpretato dall’esperienza privata. Le concrete composizioni colpiscono lo sguardo in modo violento. Appaiono come assemblages intricati, stratificati, di materiali eterogenei e di interventi pittorici, che comunicano allo sguardo una pensante e straripante manualità, intrisa di simbolismo e di emozione.
Pulacini impasta e assembla oggetti naturali o artificiali con un forte accento espressionistico-informale. Dalle opere esposte emerge il ricordo delle immagini di un Burri, oppure di un Morandi, come nelle Nature Morte, in cui gli oggetti sfuggono alle leggi della prospettiva pittorica per trovare una loro visibilità dentro scatole di legno che fanno da cornice a bottiglie metafisiche e a lettere di un alfabeto misterioso, il cui significato rimarrà sempre nascosto nell’anima vegetale del legno.
Quella di Pulacini è stata definita ‘arte trash’, ‘naturalismo trash’.. Ma lui non ama essere implicato in alcuna corrente pittorica. Egli sente normalissimo cercare, scegliere ed accantonare residui materici e piccoli oggetti abbandonati. E riesce a trovare la potenza comunicativa di ciascun materiale, trasmettendo la consapevolezza e il rispetto dell’oggetto. “Per il semplice fatto di esistere, la materia è sempre un valore che rispecchia qualcosa di buono”. ‘Trash’ dunque come esperienza di un vissuto che non smette di esistere, come rifiuto del rifiuto.
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