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“Arte povera e IM-Spazio” è il titolo della mostra che il critico e teorico Germano Celant organizzò nel 1967 alla galleria La Bertesca di Genova. Nella sezione dedicata all’“Arte povera” esponeva un gruppo di giovani autori, fra i quali Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Giulio Paolini e Jannis Kounellis, che avevano da poco esordito sulla scena torinese. Il termine “povera” indicava, nelle intenzioni di Celant, opere realizzate con materiali industriali d’uso comune oppure con elementi naturali. Lasciato da parte l’IM-Spazio, Celant pubblicò, alcuni mesi dopo, un articolo proprio sull’Arte povera, riferendo l’espressione, questa volta, non soltanto ad una mostra, bensì ad una nuova tendenza, che si andava ormai imponendo sulla scena artistica italiana e che presto avrebbe valicato i confini nazionali.
Gli artisti menzionati da Celant – tra gli altri, oltre a quelli presenti nella mostra, Gilberto Zorio, Giovanni Anselmo e Mario Merz – avevano già attirato l’attenzione del celebre gallerista torinese Gian Enzo Sperone; a questo primo gruppo si aggiunsero presto altri artisti, come Michelangelo Pistoletto e Giuseppe Penone.
Oggi, nella prestigiosa sede del Castello di Rivoli, antica residenza dei Savoia, si può visitare la mostra “Arte povera in collezione”, allestita con il contributo della Fondazione CRT (Cassa di Risparmio di Torino); la Fondazione ha provveduto all’acquisto di un nucleo di diciassette opere, provenienti dalla collezione di Margherita Stein e realizzate da artisti attivi nell’ambito del movimento Arte povera, e lo ha affiancato ai lavori dei medesimi artisti già in possesso del Museo d’Arte Contemporanea di Rivoli e della Galleria d’Arte Moderna di Torino. Quest’iniziativa permette di ammirare circa cinquanta opere che testimoniano la vitalità di una delle correnti artistiche più importanti a livello mondiale negli ultimi decenni del secolo appena trascorso, e che ancora non si è esaurita.
Ad ognuno degli artisti – Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto e Gilberto Zorio – è dedicata un’intera sala. Pur nella diversità delle varie esperienze personali, questi artisti appaiono accomunati dal rifiuto delle sovrastrutture intellettuali che inficiano il processo artistico e dalla volontà di recuperare il valore autentico del progetto creativo; per questo i materiali nobilitati dall’arte tradizionale sono abbandonati a favore del libero utilizzo di qualsiasi elemento tratto dalla quotidianità. Le installazioni spesso invadono lo spazio dello spettatore, avvolgendolo anche con suoni (“Senza titolo”, 1970-71, di Calzolari) o profumi (“Respirare l’ombra”, 1999, di Penone); oppure riproducono la mutevolezza dei fenomeni naturali, come il cilindro di Zorio che cambia colore secondo l’umidità dell’ambiente (“Rosa-blu-rosa”, 1967) o la “Torsione” di Anselmo, che l’artista deve ricreare ad ogni esposizione.
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Michelangelo Pistoletto
Luci in galleria. Da Warhol al 2000. Gian Enzo Sperone. 35 anni fra Europa e America
Giorgia Meneguz
Mostra visitata il 27 gennaio 2001
Arte povera in collezione. Rivoli (Torino), Castello di Rivoli, Museo d’Arte Contemporanea, Piazza Mafalda di Savoia, 10098, tel. +39 011 9565222, fax +39 011 9565230, website: www.castellodirivoli.torino.it, e-mail: info@castellodirivoli.torino.it
Fino al 25 marzo 2001.
Orario di visita della mostra: da martedì a venerdì dalle ore 10.00 alle ore 17.00; sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore 19.00; primo e terzo sabato del mese dalle ore 10.00 alle ore 22.00; chiuso il lunedì.
Tariffe ingresso: ingresso intero £ 12.000; ridotto £ 8.000; gratuito per i minori di 11 anni.
Catalogo: a cura di Ida Gianelli, ed. Charta, Milano
Accesso disabili: tutte le sale del Museo sono accessibili ai portatori di handicap. Per informazioni rivolgersi al personale di cassa. Servizi igienici: SI. Lingue straniere: inglese. Audioguide: NO. Bookshop: SI. Bar: SI. Tempo visita: 60 min. Fotografie: sono consentite fotografie e riprese video solo della Collezione permanente, previa autorizzazione. Visite guidate: si organizzano visite guidate gratuite alla Collezione e alle mostre in corso ogni sabato alle ore 15.30, ogni domenica e festivi a partire dalle ore 11.00. Gruppi: si richiede la prenotazione con una settimana d’anticipo. Videoteca e biblioteca: a disposizione del pubblico su appuntamento da martedì a venerdì dalle ore 10.00 alle ore 17.00.
Bibliografia:
Celant, Germano, “Arte Povera”, Milano, Edizioni Mazzotta, 1969.
Celant, Germano (a cura di), “Conceptual Art, Arte Povera, Land Art”, Torino, Galleria d’Arte Moderna, 1970.
[exibart]
Ho visto che nelle aste sti artisti qui dell’arte povera sono andati come dei treni e in particolare hanno venduto un kounellis per 1,3 miliardi. Ma vi rendete conto? e pensare che quel tipetto di kounellis l’ho incontrato l’altro giorno ad una inaugurazione.
Un miliardo e tre. Madonna benedetta e santa!!!
Caro Uliani, a New York un “Untitled” di Felx Gonzales Torres, del 1992, in sostanza 355 libbre di caramelle bianche e blu, da disporre in un agolo della stanza, sono stati, oops, è stato venduto a 456.740 dollari (cioè intorno al miliardo). La cosa curiosa è che sembra molte delle caramelle fossero avariate…pensa tu….
Fonte Flash Art febbraio/marzo 2001
W Kounellis, abbasso sti Ammmericani !
Sono i leader del mondo e lo saranno sempre di piu, questi poveristi.
Ma non avete saputo che la mostra ha prorogato???
L,arte povera è meravigliosa per il come è espressa nelle opere secondo il pensiero di Germano Celant,”povera”, realizzata con materiali di uso comune. Confesso che difronte a tali opere mi prende una forte commozione per la spiritualità che l’artista ci fa sentire, semplicità,umiltà,grandezza,amore,forza del sentire,potenza dello spirito che desidera esaltare l’interiorità priva di fronzoli ma potente nel suo essere. Un abbraccio a Germano Celant ed un grazie. Maria Pezzica
Personalità come Boetti, Kounellis, Castellani, Manzoni, Pascali avranno un enorme risalto internazionale nel prossimo decennio. Sia in termini di visibilità (mostre) sia in termini di passaggi d’asta. Ottimista?
tra gli autori dell’arte povera sicuramente ,da tempo, l’unico a dare segni di vitalità è CALZOLARI capace di toccare ancora gli animi e superando l’imbalsamazione accademica perciò un plauso a uno dei rari MAESTRI della scena itaaliana
Scrivo solo per associarmi alle lodi per P.P. Calzolari. Artista eclettico che ha dialogato con alcuni grandi maestri dell’ultimo quarantennio, inserendosi di dirittto fra essi: Beuys, Kounellis, Flavin, Kosuth.
pur rispettando tutti i tipi di arte devo dire che nonostante i miei sforzi non riesco proprio a capire l’arte povera.
Sapete io sono una persona molto appassionata d’arte che sogna ad occhi aperti nel guardare una tela o scultura dei maestri in attivita’ guccione, music, arnaldo pomodoro, vedova, zigaina, baj, consagra, galliani,rotella, p.ruggeri,vespignani, mondino(come vedete di diverse correnti artistiche), ma anche dei giovani la cognata , federico guida, luca pignatelli e tanti altri ancora.
scusatemi dimenticavo di dire che sarebbe magnifico se i piu’ grandi critici d’arte italiani come cripolti, achille bonito oliva, dorfles,calvesi ecc…, in contrapposizione a celant, si ricordassero di portare avanti con orgoglio nel mondo gli artisti di valore in attivita’ facenti parte di correnti alternative all’arte povera e alla transavanguardia, poiche’quest’ultimi non possono da soli rappresentare l’arte italiana nel mondo(vedasi tra l’altro cosa strana risultati miliardari nelle aste ma anche tanti invenduti)
ma che st’addi a Giusè! Ci abbiamo le grandi correnti internazionali del ‘900 e dovremo promuoverer all’estero gli sfigati? Chi dobbiamo promuovere? dai dai dia dimmelo Afro? Germanà? Cassinari? o Kostabbi????