Consideratane l’ambientazione, è
un innegabile privilegio visionare questo lavoro all’interno di un’istituzione
che, seppur priva della pomposità del Louvre (dove il video è stato girato),
esemplifica tuttavia la fissitĂ del contenitore museale da Nashat posta a confronto
con la dimensione umana e individuale del visitatore.
Il piano sequenza iniziale, in cui
osserviamo un giovane atleta di spalle intento a sua volta a osservare i
dipinti di Rubens
illustranti scene della vita di Maria de’ Medici, risulta candidamente voyeuristico,
una forma d’indulgenza nei confronti dell’attività stessa della visione. Il
visitatore deve prendere atto del proprio ruolo ed è implicitamente invitato a
identificarsi con il ginnasta, i cui sforzi successivi saranno pertanto
“partecipati” e non semplicemente percepiti. Al tempo stesso, rovesciando la
prospettiva, l’atleta da osservatore diventa oggetto di osservazione, lui
stesso opera d’arte.
The regulating line è incentrato sulla tensione che
si viene a creare fra il contesto espositivo e l’individuo in quanto fruitore
di un’offerta culturale. Un giovane atleta si denuda parzialmente e inizia a
percorrere la sala in cerca di un elemento dialettico, di un’opera in grado di
suscitare l’interesse indispensabile ad attivare l’espressione performativa. La
relazione risulta qui invertita: il visitatore non sembra inibito
dall’imponenza dei capolavori che lo circondano, consapevole della propria possibilitĂ
di scelta e pertanto selettivo di fronte a una proposta apparentemente
infinita. Il museo diviene allora funzionale alla ricerca del visitatore che
intenda confrontarsi con l’arte antica e “rimodellarne” i contenuti.
Il ginnasta, la cui perfezione
fisica è chiaramente scelta a controbilanciare e a rilanciare l’ideale estetico
consacrato dall’arte classica, non simboleggia il pubblico tout court ma acquista senso nella sua
caratterizzazione personale. Del resto, l’enfasi posta sulla contrapposizione
fra la fisicità dell’atleta e il mentalismo dell’allestimento delle sale
museali – ormai anch’esso canonizzato al pari delle opere esposte – risulta inadeguata come unica
chiave di lettura del lavoro di Nashat, la cui poetica ritorna frequentemente
al rapporto fra i dispositivi della presentazione e la loro influenza sul
processo di mediazione dell’opera dell’arte.
L’azione trova la sua climax nell’esercizio atletico del
modello, il quale si produce in una complessa postura che ne rovescia i cardini
dell’equilibrio, estremizzandone il tentativo di confrontarsi con l’arte
codificata dalla storia. Lo sforzo di concentrazione del giovane viene
intenzionalmente filmato a mostrare la difficoltĂ implicita in ogni tentativo
teso al raggiungimento di un ideale espressivo e la connessione fisico-mentale
di cui si deve dar prova a tal fine. La supremazia dell’intelletto viene
evidentemente deposta a favore di una piĂą estesa accezione di perfettibilitĂ
umana. Il perseguimento della perfezione è esercizio perpetuo e vivo.
Personale a Prato
mostra visitata il 22 giugno 2010
dal 22
giugno al 25 settembre 2010
Shahryar Nashat – The Regulating Line
a cura di Elena Volpato
GAM – Galleria
d’Arte Moderna e contemporanea – Videoteca
Via
Magenta 31 (zona Politecnico) – 10128 Torino
Orario:
da martedì a domenica ore 10-18; giovedì ore 10-22 (la biglietteria chiude
un’ora prima)
Ingresso
libero
Info:
tel. +39 0114429518; fax +39 0114429550; videotecagam@fondazionetorinomusei.it; www.gamtorino.it
[exibart]
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ma nei quadri ci sono dei tizi che volano , perchè l'atleta non vola? non era piu interessante se entrava nella sala a bordo di un elicottero? certo che l'idea è proprio buona è una cosa che fa pensare pensieri profondi!
alla gam devono essere invidiosi perchè loro hanno merz e a parigi Rubens
era meglio se esponevano Bonanni!
vi rendete conto di quello che state dicendo?Se si,chi gliele ha dette a lei tutte queste cose?E se andasse a un circo a vedere questi esercizi penserebbe davvero davanti a un 'acrobata tutte queste elucubrazioni mentali?Mi sembra che sempre di piu' ci si arrampichi sugli specchi,per cercare di non farsi capire appositamente,risultando in questo modo piu' ermetici e quindi piu' affascinanti.Scendere sulla terra..........ma allora il gioco sarebbe finito!
Avevo visto il video a Londra e mi era piaciuto, semplice, un poco strano questa figura sola che si muove, ma suggestivo.
In fondo l'arte è uno sguardo, possono scrivere quello che vogliono, nel bene e nel male ...