Il suono come elemento costitutivo dell’installazione è il concetto sul quale poggia la ricerca di
Max Neuhaus (Beaumont, 1939 – Marina di Maratea, Potenza, 2009). Musicista formatosi nel contesto della sperimentazione musicale di stampo jazzistico e del percussionismo, studioso delle tecnologie e delle psicologie del suono, negli anni ’60 inventa strumenti elettro-acustici dei quali si serve per le sue performance e sviluppa l’idea che la percezione dello spazio non dipenda solo da quel che vediamo, ma anche da quel che sentiamo.
Da queste considerazioni nascono le prime installazioni sonore che chiamano in causa lo spettatore in una diversa esperienza della spazialità, a partire dalla considerazione che “
il mondo nel quale viviamo contiene solo una piccola parte dei suoni dell’universo” e che il suono stesso costituisca un mondo d’infinite possibilità. Neuhaus precisa che le installazioni sono un continuum nello spazio e che il processo di formazione del suono è intuitivo, e si fonda sul tentare, modificare, aggiungere, confrontare.
Il ciclo di lavori
Moment risulta particolarmente interessante, perché pone in primo piano il silenzio, che si evidenzia tra un suono e un altro come elemento fondante di riflessione. Una sorta di orlo di linguaggio inespresso, propedeutico a un cosmo costruito su infinite variazioni di sonorità.
Il progetto che Persano stava elaborando insieme a Neuhaus è stato bruscamente interrotto dalla morte improvvisa dell’artista, lo scorso febbraio. Di qui l’idea di riproporre l’installazione sonora permanente realizzata per la galleria nel 1990. Il titolo,
Three similar Rooms, sottolinea come la somiglianza architettonica possa esser resa diversa da suoni ricchi di strutture continue. Lo spazio assolutamente vuoto che accoglie lo spettatore diventa vivo “nei” suoni che vi si diffondono. Le tre stanze sono in fila, comunicanti, molto simili dal punto di vista strutturale. Due suoni, l’uno nella prima sala e l’altro nella terza, si mescolano e si combinano nella stanza di mezzo.
Per Neuhaus sono fondamentali i disegni, gli studi propedeutici alle installazioni, che rappresentano una sorta di sintesi e integrano immagine e testo, diventando un unicum con l’installazione. Accanto a essi, in galleria si possono anche osservare pannelli che contengono notazioni sparse, pensieri di getto, mai casuali: costituiscono una traccia essenziale per decifrare la complessità della sua ricerca.