Continuano gli appuntamenti con l’arte ambientale al PAV di Torino con un’importante retrospettiva degli artisti “non ufficiali” provenienti dai paesi al di là dell’ex cortina di ferro. “EcologEAST: arte e natura al di là del muro” propone molti artisti e collettivi che condividono una spiccata attenzione ai temi legati all’arte ambientale: la mostra si inserisce all’interno solco tracciato dal curatore Marco Scotini e persegue scopi simili rispetto alle mostre precedenti da lui stesso curate (si pensi ad “Earthrise” e “Grow it yourself”). Impiego di mezzi effimeri e incidenza delle azioni artistiche all’interno del bioma naturale sono i concetti chiave della mostra, in linea con la realtà artistica promossa dal PAV. Molte esperienze effimere, e non per questo meno incisive, moltissime le personalità disperse – o in qualche modo dimenticate dalla storia; Scotini mette in atto un lodevole processo di recupero storico-artistico, anche grazie all’appoggio della galleria P420 di Bologna che ha coordinato i prestiti di gran parte dei lavori presenti.
Molti degli artisti in mostra propongono un linguaggio originale e autonomo rispetto alle sperimentazioni coeve che andavano per la maggiore in Occidente. Essi testimoniano, inoltre, la creazione di una vera e propria rete sotterranea votata al risveglio delle coscienze in materia ambientale, nonostante la censura sovietica: i loro risultati rappresentano il prodotto del binomio tra politiche della natura e pratiche artistiche. Di per se stessi, quindi, i lavori degli artisti in mostra assumono un carattere fortemente politico e di protesta nei confronti del regime sovietico.
La particolarità di EcologEAST consiste anche nel presentare una varietà di artisti non ufficializzati da un movimento d’avanguardia e di trattarli attraverso una molteplicità di toni espressivi e narrativi, non scadendo però nell’impianto fieristico; l’intento curatoriale di Scotini non snatura le opere presenti perché non riassume né sintetizza genericamente le singole sfumature che animano ogni artista della mostra.
Con Study of identification (1972), Jìrì Valoch riflette sui temi della poesia visiva e della natura come organismo sensibile. Progettualità e attenzione allo sviluppo sono le parole chiave per il ciclo illustrativo di Project for a Zoological park di Peter Bartos, risalente ai tardi anni sessanta, così come i lavori del Gruppo TOK, che riflettono sull’idea del riciclo come forma artistica e sulla città come luogo di conflitto sociale (Azioni di pulizia dello spazio pubblico, 1972); una dimensione ironica e concettuale, invece, domina i lavori dell’unghesere Imre Bukta, ritratto in foto mentre cerca di restare in piedi, a testa in giù, su un montacarichi (In cerca di una posizione confortevole su un montacarichi, 1969). Temi più delicati connotano le Humid installations (1970) di Ana Lupas, la quale, attraverso il semplice gesto di stendere il bucato ad asciugare, unisce temi legati all’estetica quotidiana con i problemi dell’antropizzazione del paesaggio.
Alessandro Ferraro
mostra visitata il 18 Marzo 2016
Dal 18 Marzo 2015 al 26 Giugno 2016
EcologEAST, a cura di Marco Scotini
Parco d’Arte Vivente, Via Giordano Bruno 31, Torino
Orari: venerdì 15-18, sabato e domenica 12-19
Info: 0112182235, press@parcoartevivente.it