“Basta un
solo gesto per esprimere un enorme numero di concetti, poiché un moto perpetuo
attraversa ogni opera d’arte”. Questo il fil rouge delle scelte di Tucci Russo. E da 35 anni. Dal lontano
1975, anno in cui – dopo l’esperienza presso Enzo Sperone – il gallerista riunì
in un piccolo spazio a Torino un primo nucleo di artisti. Del 1994 è invece il
decentramento dal capoluogo piemontese.
E se la geografia artistica è da sempre immersa nel
dibattito centro/periferia, a Torre Pellice Tucci Russo ha eretto un santuario.
Sacrale è infatti l’atmosfera delle sue ambiziose esposizioni e silenziosa la
valle che le circonda. Lontane dalla frenesia della città, le mostre sembrano
scandite da un tempo rallentato e nebuloso.
Attraverso Basico,
titolo utilizzato nell’omonima collettiva nel 2004, la celebrazione non è solo
una mostra di “artisti della galleria”, ma la legittimazione delle
individualità espressive di ogni artista, il tratto emotivo e personale
purtroppo spesso negato dalla critica nella riduzione a un gruppo. In
esposizione i sei autori hanno così uno spazio dedicato, una “stanza tutta per
sé”.
Mentre
Giovanni
Anselmo presenta
Il sentiero verso
oltremare (1992/2010), una striscia di terra diretta verso il colore blu,
incontro di due materiali, ma soprattutto delle tensioni verticali e
orizzontali in riferimento all’importazione del minerale da cui è ricavato il
pigmento, di
Mario Merz è
Il fiume appare. Opera esattamente
riproposta come nel primo allestimento nel 1986 presso il Mulino Feyles a
Torino, si tratta dell’installazione dell’artista per antonomasia. Un’enorme
tela sulla cui base compare la nota catena di Fibonacci è completata da una
struttura in metallo e vetro; è l’insieme di oggetti comuni che rivelano
l’interesse di Merz per l’accumulazione, la crescita organica e la vitalità in
generale.
La stanza di Giuseppe
Penone è invece il fulcro dell’intima indagine dell’artista. Geometria nelle mani e la serie Pelle di marmo sono la sintesi della
costante presenza di stati di simbiosi e partecipazione tra uomo e natura, tra
realtà e materia. In un gioco di ruoli e scambi fra autore e spettatore si
colloca Giulio Paolini, l’artista
che, tra i colleghi, ha manifestato sin dagli esordi una precisa linea distintiva.
La sua seducente operazione mentale è una riflessione sul tempo, concetto
analizzato in The Encyclopaedia
Britannica, dove la definizione della parola ‘infinito’ non trova arresto
e, parallelamente all’evoluzione del linguaggio, diventa illimitata.
La compenetrazione di vita e arte è l’elaborazione
di tutto il lavoro
Pier Paolo Calzolari,
unico tra gli artisti in mostra ad aver interrotto la collaborazione con la
galleria. Il moto perpetuo, infine, è nelle due tele visionarie di
Marisa Merz. Private, liriche e
sottili, sono cariche dell’energia rinnovabile che solo l’arte, dopotutto, sa
produrre. Rigenerandosi.
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mostra visitata il 17 ottobre 2010
dal 10 ottobre 2010 al 27 febbraio 2011
Basico, Moto Perpetuo
Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea
Via Stamperia, 9 –
10066Torre Pellice (TO)
Orario: da mercoledì
a domenica ore 10.30-13 e 15-19
Ingresso libero
Info: tel. +39 0121953357; fax
+39 0121953459; gallery@tuccirusso.com; www.tuccirusso.com
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