Categorie: torino

fino al 27.V.2007 | Sulla via di Alessandro | Torino, Palazzo Madama

di - 18 Aprile 2007

Seleucia al Tigri. Gandhara. Forse non è immediato riuscire a collocare questi nomi su una carta geografica, ma è facile associarli all’idea di antiche culture impreziosite da un tocco di mistero, al profumo delle spezie trasportate da lunghe carovane, alla celeberrima Via della Seta. In mostra una grande cartina consente di individuarle con facilità, la magia svanisce immediatamente: i resti di Seleucia al Tigri si trovano ad una trentina di km da Baghdad, il Gandhara corrisponde alla piana di Peshawar in Pakistan. I pensieri corrono in tutt’altra direzione.
In qualche modo anche la storia che l’esposizione racconta parte da una guerra, dalle conquiste -immense quanto effimere- di Alessandro Magno. Il progetto politico ebbe vita breve ma gli effetti dell’incontro tra la cultura ellenistica portata in Oriente dai macedoni e le culture orientali furono di grande rilievo.
L’esposizione illustra la penetrazione dell’arte ellenistica tra Seleucia e il Gandhara considerati rispettivamente il punto di partenza e il confine orientale delle conquiste di Alessandro in Asia. La scelta dei luoghi non è casuale. Dagli anni Sessanta l’Università di Torino ed altri Istituti sono impegnati in ricerche archeologiche in queste aree; la mostra è anche un’occasione per far conoscere al pubblico i risultati degli scavi.
Un territorio immenso che né Alessandro né i suoi successori riuscirono a mantenere unito. Il fallimento politico non impedì la diffusione capillare della cultura figurativa ellenistica che contaminò le culture locali con il naturalismo e l’interesse per ogni aspetto della vita quotidiana che le erano caratteristici. Antonio Invernizzi in un saggio in catalogo –per inciso, il catalogo è interessantissimo- spiega la facilità con cui quest’arte fu accolta e rielaborata da popoli tanto diversi: “grazie alla immediatezza della sua estetica naturalistica e alla ricchezza ineguagliata del suo repertorio […] l’arte ellenistica si rivelò un insieme di elementi immaginifici estremamente duttili, capace di fornire risposte adeguate a tante esigenze diverse”.
Il percorso espositivo si articola in due sezioni principali: Mesopotamia e Iran e Gandhara. Più consueti i reperti della prima sezione -monete, figure di terracotta, recipienti in ceramica- singolari e affascinanti quelli del Gandhara, che provengono da luoghi di culto buddhisti. Tra gli oggetti più interessanti della prima parte la terracotta Ratto di Europa: la donna siede elegante con le gambe accavallate e sorregge con una mano il velo che la avvolge. Pienamente ellenistico il Busto di Afrodite ritrovato a Dura-Europos “uno dei principali esempi di scultura ellenistica dell’Oriente grecizzato”. Figura femminile panneggiata, rinvenuta a Babilonia, attrae per i delicati lineamenti del volto e la raffinata esecuzione della veste. Ci sono anche testimonianze contrarie, immagini che si sottraggono all’influenza naturalistica dell’ellenismo: la figura di Orante del Metropolitan di New York è statica e frontale ha lineamenti e capigliatura definiti in modo schematico.
Più complessa la penetrazione dell’ellenismo nel Gandhara. Dall’incontro con l’arte ellenistica scaturisce la prima raffigurazione antropomorfa del Buddha che fino alla fine del I secolo a.C. era rappresentato solo con simboli. Gli scultori del Gandhara dettero al Buddha un volto apollineo, una bellezza perfetta di matrice classica resa più intensa dalla profonda spiritualità indiana. La mostra presenta reperti di grande interesse. Immagini rasserenanti del Buddha –straordinario il frammento di testa ritrovato a Swat- si alternano ad animatissimi fregi in scisto. Saturi di figure atteggiate in pose articolate, ricercate nei dettagli di gioielli, abiti e capigliature, ripropongono il gusto della linea nervosa e vivace e l’horror vacui tipici dell’arte indiana. Testimoniando come in Gandhara “il forte ellenismo iniziale subisca una sorta di corruzione mescolandosi a tratti locali che inducono una progressiva indianizzazione del modello originario” (Anna Filigenzi). Il sincretismo culturale –il melting pot esiste da sempre- è difficile da interpretare correttamente perché -prosegue la Filigenzi- l’Oriente ellenizzato è stato studiato in prevalenza da occidentali e “troppo forte è la tentazione o la naturale inclinazione a guardare [questi] fenomeni riconducendoli verso un centro che è quasi sempre il nostro”. Una riflessione sulla quale meditare.

articoli correlati
Il restauro dell’Apoxyomenos
India, la Grecia dell’Asia
L’arte yemenita e la Regina di Saba

antonella bicci
mostra visitata il 26 febbraio 2007


Sulla via di Alessandro. Da Seleucia al Gandhara
Dal 27/02/2007 al 27/05/2007
Palazzo Madama – Sala Senato, Piazza Castello, Torino (zona via Roma) –
Info: 011. 4433501; www.palazzomadamatorino.it
Ingresso: intero euro 7,50; ridotto euro 6,00;
Orari: da martedì a domenica 10.00/18.00; sabato 10.00/20.00; chiuso lunedì
Catalogo: Edizioni Silvana Editoriale 35 euro


[exibart]

Articoli recenti

  • Design

A Roma si racconta una fiaba attraverso una mostra collettiva di design

Caterina Frongia, Millim Studio, Flaminia Veronesi e Anastasiya Parvanova sono le protagoniste della narrazione al femminile in corso presso Spazio…

26 Dicembre 2024 12:48
  • Libri ed editoria

I migliori manga usciti nel 2024, da rileggere durante le feste

Sei consigli (+1) di letture manga da recuperare prima della fine dell'anno, tra storie d'azione, d'amore, intimità e crescita personale.…

26 Dicembre 2024 12:00
  • Arti performative

Marcella Vanzo ha riaperto a Milano un laboratorio intensivo sulla performance

Aperte fino al 2 febbraio 2025 le iscrizioni per la sesta edizione di TMN, la scuola di performance diretta dall’artista…

26 Dicembre 2024 8:22
  • Mostre

Emilio Vedova. Questa è pittura, la grande mostra al Forte di Bard

Fino al 2 giugno 2025 il Forte di Bard dedica una mostra a Emilio Vedova, maestro indiscusso della pittura italiana…

26 Dicembre 2024 0:02
  • Musei

Riapre il Corridoio Vasariano: ecco com’è la passeggiata segreta tra i palazzi di Firenze

Dopo otto anni di lavori, quel percorso lungo un chilometro che collega gli Uffizi a Palazzo Pitti torna ad essere…

25 Dicembre 2024 23:34
  • Teatro

Teatro: i migliori spettacoli del 2024 e qualche riflessione sulla sua accessibilità

Re Lear è morto a Mosca, Re Chicchinella, Lo cunto de li cunti: tanti gli spettacoli che hanno spiccato per…

25 Dicembre 2024 13:09