La famiglia di Collo non è una famiglia come le altre. Ne fanno parte, innanzitutto, Monica Cuoghi e Claudio Corsello, pardon, Cuoghi &Corsello, identità artistica anomala, cui l’etichetta di underground si è appiccicata come una gomma sotto la scarpa. E poi Petronilla, Bello, Suf, CK8 e Pea Brain, giusto per nominarne alcuni. Una famiglia allargata come non ne esistono più, ma molto unita, come testimonia la veglia affollata che l’ha vista riunirsi per rivolgere a Collo l’ultimo saluto. Eh già: perché Collo se n’è andato. Quando lo coccolava, Monica Cuoghi era solita dirgli che dopo la morte si sarebbe trasformato in un morbido collo di pelliccia: ed eccolo lì, opportunamente conciato, pronto ad abbracciare le spalle della sua padrona. Ci fissa enigmatico con i suoi occhi verdi, il povero Collo. Il suo segreto, ormai, se l’è portato altrove, e l’onirico video in Flash cui rivolge lo sguardo si limita a registrarlo, ma non lo svela.
Per scoprirlo, dobbiamo cercarne le tracce in giro per questa galleria che ricorda tanto una delle sue case, come Villa Genziana o il Giardino del Bucintoro, Cime Tempestose, o la FIAT di cui era il re. Nei giardini di terracotta popolati dai suoi bizzarri parenti; nei dipinti alle pareti; o in quella curiosa, coloratissima parodia del Presepe che si è deciso di mettere in scena sul tavolo. O, forse, dobbiamo ascoltare le nenie che Monica Cuoghi racconta di aver composto per lui, e che esegue commossa davanti ai suoi occhi di vetro.
“Fa parte della creazione ‘animare’…”, hanno dichiarato gli artisti in un’intervista; e aggirandosi, con il dovuto rispetto, fra i parenti di Collo, l’impressione è che la vera creazione di Cuoghi Corsello non siano le piccole sculture di terracotta, i dipinti o l’animazione, ma la storia che raccontano, il vissuto che li riunisce, la loro esistenza silenziosa. Come le bambole, anche i parenti di Collo “hanno le loro tragedie, le loro storie, cambiano vita”. Hanno i loro segreti. E lui? “Collo ha rappresentato per me la porta su un mondo che prima di allora avevo solo immaginato, un mondo che sta tra le lettere e la natura. Anch’io adesso lo conosco. è fatto dei tanti simboli grafici che formano il grande libro della natura, dove natura e simbolo si trasformano a vicenda”
Il segreto di Cuoghi Corsello sembra essere la capacità di fare arte come un ragno tesse la tela, muovendosi con spontaneità e sicurezza tra un mezzo e l’altro, catapultandoci delicatamente in un nuovo universo senza gli urti e le frizioni che normalmente frappone il linguaggio.
Un piccolo miracolo, se si ha presente quanto sia facile, con mezzi come i graffiti, Flash e la musica elettronica, esibire il linguaggio a scapito del contenuto. Qui, qualunque sia il mezzo, è la storia che conta, e quando si esce dalla storia di Collo ci si stupisce di aver potuto guardare il mondo in altra maniera.
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domenico quaranta
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