Larry Shaw (New York, 1937) ha inaugurato la mostra di fotografie scattate da lui e dal padre Sam (New York 1912 – Tappan, NY 1999) nel corso di una lunga carriera a fianco delle celebrità. Il retroterra di Sam Shaw, pittore e scultore, si nota nella qualità dei suoi lavori, specie quando utilizza il bianco e nero. D’altro canto, la seconda eredità che emerge è il passato da reporter, “genere” nato negli Stati Uniti e purtroppo oggi sempre meno praticato. La contaminazione fra arte e giornalismo si paleserà sulle copertine di riviste prestigiose come “Look” e “Life”. In ambito prettamente cinematografico, Sam Shaw ha esordito sul set di Un tram chiamato desiderio (1951) di Elia Kazan, quando immortalò un giovane Marlon Brando al biliardo, immagine che assurse ai fasti dell’icona hollywoodiana. Allo stesso anno risalgono i ritratti di Hitchcock sul set di I confess. L’anno seguente, ancora al seguito del regista di origini turche, “scopre” Marilyn Monroe e la seguirà anche con Billy Wilder, suggerendo nel 1954 la celeberrima scena della gonna sollevata dall’aria della metropolitana.
I numerosi ritratti di Marilyn costituiscono il corpus principale della mostra e si estendono in una gamma che va dalle classiche fotografie pubblicitarie agli scatti assai più privati, mostrati raramente. Scorrono così le immagini della diva intenta nella lettura di un quotidiano a Central Park (1957), ritratto che trova un parallelo nel 1963, quando il soggetto è Oskar Werner che legge Kaspar Hauser. La grana grossa del bianconero della serie di tre scatti che ritraggono Marilyn al trucco nel 1956, rivelano il sapiente utilizzo della luce e del gioco di specchi.
Una qualità tanto più intensa se si nota che, proprio nel make-up, la cromìa parrebbe inevitabile. D’altronde, l’approccio “cinematografico” deriva a Sam Shaw anche dall’intenso sostegno che garantisce al giovane Cassavetes, del quale produce i primi film. In altri casi, Shaw senior esibisce anche la maestria nel produrre scatti à la Doisneau, come nel lavoro del 1957, in cui la silhouette di Marilyn è l’unica a stagliarsi aldilà di una vetrina, mentre i passanti sfocano la loro presenza interpretando alla perfezione il termine col quale vengono appellati. E si potrebbe ancora citare la serie in bianconero e a colori realizzata sulla spiaggia newyorchese di Amagansett (1957), che alterna ritratti ufficiali a istantanee giocose, con una Marilyn scarmigliata, avvolta in un costume che oggi definiremmo monacale. Fra gli altri futuri divi immortalati col piglio del talent scout, le foto di Dennis Hopper e due scatti romani datati eloquentemente 22 novembre 1963: nel primo Anthony Quinn e De Sica leggono le edizioni speciali per l’assassinio di Kennedy, nel secondo lo fa Anna Magnani, con alle spalle una lavagna sulla quale sono indicati in romanesco i piatti del giorno dell’osteria.
Larry Shaw ha preso moltissimo dal padre, pur avendo lavorato al fianco di autori del calibro di Martin Munkacsi, Louis Faurer e Bert Stein. Tuttavia, quando non si tratta di scatti “professionali”, ama costruire scene più elaborate, come si può notare dal confronto fra lo scatto del padre e quello del figlio aventi come soggetto Sean Connery (1966). Un altra peculiarità di Shaw junior sono le foto in cui il soggetto è in secondo piano, mentre in primo un’altra figura è sfocata e occupa buona parte del campo visivo (i ritratti di Claudia Cardinale e di Capucine, entrambi del 1961).
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