La prima mostra italiana del giovane artista messicano Pablo Vargas Lugo ha come tema centrale la leggerezza. Si tratta di una leggerezza fisica, che investe le figure, le immagini e i loro movimenti, vaporosi e agilissimi: ma è anche e soprattutto una leggerezza concettuale, il disvelamento di un modo poetico e leggero di guardare alle cose.
Scorcio stellare è il titolo dell’installazione video dove sono rappresentate due stelle stilizzate come immagini di una cartone animato. Le stelle fluttuano sensualmente l’una sull’altra, in un imprevedibile e inatteso incontro amoroso sottilmente provocante: noi spiamo i loro movimenti dallo squarcio di una vecchia scatola di cartone, come fanno per gioco i bambini curiosi di Città del Messico. Il movimento è semplice ed essenziale, non si sa se volontario o creato da un vento provvidenziale. Lo spazio si trasforma e quel cartone tiene in sé un mondo e una fantasia.
Nei lavori di fotografia digitale sonde spaziali come voyager e pyoneer sono rimaste incastrate tra i rami di alberi dalla struttura stilizzata e breve, che ricorda le antiche incisioni giapponesi. Così oggetti pesanti, anche storicamente carichi di senso, restano appesi tra gli alberi come improbabili aquiloni. Tutto ha forme estremamente tenui e leggere, anche nei colori: è la leggerezza fisica del volo e dell’assenza di peso, ma anche una sorta di atteggiamento giocoso nel guardare alle cose.
Nei collages lo stesso concetto sembra potersi rapportare alla dimensione spaziale, che sono composti, tra l’altro, con l’intenzione di mettere in evidenza gli aspetti scultorei e costruttivi del disegno. Qui lo spazio continua a indovinarsi, ma come un doppio senso, un secondo significato da scoprire, mentre la tridimensionalità le forme plastiche dei soggetti sono riportate a una bidimensionalità tutt’altro che sottrattivi. Altri lavori rappresentano figure esplose: sono mappe geografiche e pupazzi di neve che perdono la loro la loro riconoscibilità, disperdendo i pezzi che li compongono mentre si bilanciano sapientemente tra caos della struttura e mantenimento dell’ordine logico delle forme.
La seconda videoinstallazione s’intitola Jolly Rouge, dal nome della famosa bandiera dei pirati. La bandiera sventola sospesa in un televisore collocato in alto, vicino al soffitto, a rappresentare il senso del volo. Qui il sentimento di leggerezza investe lo stesso dispositivo elettronico, che pare quasi senza peso.
La leggerezza supera così ogni dimensione, diviene interna, costitutiva delle cose come delle coordinate spaziali all’interno delle quali esse si muovono. Come scriveva Nietzsche: “Questo è il mio alfa e omega: che ogni cosa pesante diventi leggera, ogni corpo un danzatore e ogni spirito un uccello”.
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mostra visitata il 10 gennaio 2002
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