Gesti quotidiani, persone in movimento, turisti che sbarcano dalle navi da crociera o che si apprestano a decollare per un soggiorno
all inclusive, come recita il titolo della mostra. Con la sua prima personale a Torino,
Corrado Zeni (Genova, 1967) mette in scena l’antiteorico, gente qualunque che si trova a passare per strada, fugace, impegnata in attività frivole. Chi passeggia, chi scatta una foto, chi discute.
L’artista insegue le persone, fotografandole nella loro verità più intima. Ne emergono soggetti estremamente naturali, affatto imbarazzati dallo scatto che li immortala. Figure che, una volta trasposte su tela, vengono decontestualizzate, grazie allo sfondo bianco, elemento assoluto che imprime alle opere una catartica leggerezza, esaltando appieno le sagome umane. Dalla perizia dell’artista ne deriva un impatto visivo notevole.
Non può sfuggire all’osservatore avveduto la differenza dei piani scenografici. Estremamente interessante è l’incursione di soggetti in lontananza , più sfocati, resi eterei dalle pennellate, capaci di incarnare appieno la peculiarità del moto. Si deduce un effetto vitale e dirompente, in grado di catalizzare e rendere partecipi di quella folla. Chi osserva diventa elemento del quadro, immedesimandosi nel soggetto raffigurato, nelle scene comuni, che assumono lo status di patrimonio collettivo. Si tratta di un’arte capace di cogliere il linguaggio contemporaneo, dove lo spettatore entra in comunicazione con l’oggetto che smette di essere anonimo, diventando riconoscibile. Un dialogo che risulta estremamente comprensibile, codificabile, reso ideale dall’incontro con la quotidianità.
Una decina di opere (olio e gesso su tela) realizzate per la mostra riescono a penetrare nell’animo in tutta la loro realtà espressiva. Da questa raffinata e scrupolosa pittura traspare una straordinaria abilità, che mette in risalto gli incarnati naturali dei corpi, le pieghe degli abiti. Inoltre, un’attenzione scrupolosa è rivolta ai particolari: gli accessori indossati dai passanti emergono in una tattile raffinatezza. Un artista capace di fermare col mezzo fotografico gli istanti essenziali della vita. Uno strumento che diviene un secondo occhio, in grado di analizzare e rallentare infinite volte l’immagine carpita, rendendola, infine, presente e duratura.
All inclusive è la seconda mostra di un ciclo di cinque personali concepite originariamente dallo scomparso Maurizio Sciaccaluga con l’intento di presentare a Torino giovani e affermati artisti italiani:
Dany Vescovi, i
Fratelli Calgaro,
Matteo Basilé,
Chiara Albertoni e lo stesso Zeni. Un progetto che ora passa nelle mani di Luca Beatrice.
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A parte che al limite sarebbe Di Pasquale ad assomigliare a Zeni (la cronologia nell'arte ha un suo significato), la mostra di Zeni a me è parsa bellissima, pittoricamente e concettualmente. Ovviamente in arte il concetto di piacere è opinabile, ma la serietà della ricerca di Zeni mi pare che renda doveroso per una rivista come Exibart seguire il suo percorso. D'altronde capisco che i commenti sono ormai diventati la valvola di sfogo di livorosi artisti falliti. Peccato
questi di questa galleria sono veramente pocco professionali. consco artisti che hanno avuto a che fare con loro e sono stati trattati veramente male. e anche curatori.
ridicoli.
bisognerebbe smettere di recensire anche certe gallerie, non solo gli artisti
e dopo averli provati tutti i curatori torinesi e non, la galleria dieffe ci tenta anche con il beatrice...
ma davvero volgiamo ocntinuare a fare recensioni ad artisti come zeni?
a parte che sembra palesemente Di Pasquale fatto male male
anzi deforme
mamma mia!
ci sono artisti bravi che non recensite mai ,ma perchè?