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fino al 30.I.2003 | Stella che vai | Bra (cn), Centro Culturale Il Fondaco

di - 8 Gennaio 2003

La collettiva Stella che vai propone dodici opere in vario modo legate al tema del presepio e del Natale. I codici tradizionali della Natività hanno dato adito ad invenzioni più o meno intrinsecamente legate all’immaginario del Natale. La doppia stella a cinque punte di Gilberto Zorio sovrappone all’icona della cometa il simbolo politico caro all’artista, presentando una singolare “occasione” di incontro fra universi lontani; Ugo Giletta traveste la sua Sacra Famiglia di pupazzi dalle acuminate teste surrealiste con sgargianti costumi pseudonipponici che risuonano singolarmente con quelli del kitaniano Dolls; Emanuele Luzzati dipinge su sfondo fiabesco di cielo azzurro una natività quasi rinascimentale ambientata nella struttura scenografica di un tempio classico; Carol Rama visualizza un enigmatico Angelo dai tratti delicatamente decostruiti, appena disturbato da due fiammeggianti “male lingue”; la piccola casa bianca di Graziano Pompili, incastonata dall’heideggeriano Quadrato, ricontestualizza la meditazione dell’artista sull’abitare mortale terrestre; Luigi Stoisa accoglie e fa proprie le forme tradizionali del presepio con una Natività in terracotta; Gabriella Benedini inventa una lievissima e grafematica Culla per una cometa capace di contenerne i fuochi celesti; Marco Gastini presenta una vorticosa materializzazione astronomica dell’ombra lunare; Giorgio Griffa fa uso di un simbolismo di linee colorate su fondo neutro che parrebbero citare l’universo grafico di Munari: il dittico è attraversato dalla traccia assente di una probabile cometa apparsa e scomparsa; Luigi Mainolfi presta consistenza visibile di terracotta alla capanna di Betlemme, a sua volta ospite di simboli tratti dal mondo del vivente; Salvo inscena la vuota e inquietante tranquillità postmoderna dell’immagine natalizia, cartoon stereotipo dai colori televisivi; infine Claudio Parmiggiani sogna un tipo umano creativo e indefinitamente naturale, sulla cui testa alberata sosta un uccellino forse messaggero di lieta novella.
Il ricavato dell’inaugurazione della mostra, organizzata da Silvana Peira, Sara Abram, e Mara De Giorgis del Centro Culturale il Fondaco, sarà devoluto alla Biblioteca Scolastica di San Giuliano di Puglia. Come dice il curatore Nico Orengo nel testo di presentazione: «Il dolore di un paese perduto, di mille paesi perduti, è un’offesa che nessun gesto può restituire: è un buco nero nel cuore dell’umanità, è un’offesa all’anima del mondo. Ma ogni gesto gentile può essere un lenimento al dolore».
Anche in tempi di abbandono da parte dei divini, l’arte, o meglio il suo uso pur troppo umano, può avere una funzione positiva.

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edoardo acotto
mostra visitata il 30 dicembre 2002


Stella che vai, Centro Culturale “Il Fondaco”, Via Cuneo 18, Bra.
Dal 14 dicembre 2002 fino al 30.I.2003; orari: giovedì, venerdì e sabato, dalle 16 alle 19. Informazioni e appuntamenti: 3397889565/466. e-mail:  ilfondaco@tiscali.it


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  • A Acqui Terme (AL) ogni anno in questo periodo c'è una mostra internazionale dei Presepi: gli abitanti dei presepi, le statituine, sono Ebrei: dal Gesù ai Pastori. Tre anni fa ho costruito un Presepe dove tutte le statuine portavano la Stella Gialla, sullo sfondo c'era un edificio insolito: con il noto camino quadrato, Il piccolo Betlemme era circondato di filo spinato e sulla coda della stella cometa c'era scritto IL LAVORO RENDE LIBERI. Mi era costato molto lavoro ma è stato rifiutato da quelli della mostra. Senza spiegazioni. Eppure il tutto era accompanato da un testo niente affatto provocatorio. Che ne dice il noto critico Orengo?

  • Sottopongo all'attenzione del signor Gilardi e dei lettori il messaggio che mi è stato fatto pervenire da Nico orengo:

    E'difficile rispondere della sensibilità altrui. Io non ho visto il
    presepe, artisticamente non posso valutarlo. Posso dire che l'idea è
    provocatoria, molto ideologica. Credo che un presepio sia un segno di
    pace, prima di tutto. Un saluto, Nico Orengo

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