The Gold Rush, una città fatta di contenitori di prodotti farmaceutici e creme di bellezza, diventa lo stereotipo della contemporaneità, mentre l’installazione
Campo di mele irrompe nello spazio come un’esplosione di carta.
Saverio Todaro (Berna, 1970), torinese d’adozione, inaugura la sedicesima edizione di
Outside, la rassegna di opere site specific curata da Guido Curto per Palazzo Bricherasio. Con la sua
Zona Grigia, l’artista crea un impatto notevole, soprattutto con l’installazione di sette bandiere grigie che dominano l’ingresso del Palazzo. Prive di simboli, epurate da ogni ideologia, rievocano il numero dei peccati capitali. Anonime anche nel colore, creano un senso di disagio che lascia esterrefatti i passanti.
La
Zona Grigia si estende alle sale storiche, dove carpiscono lo spazio due opere incisive.
The Gold Rush, un plastico di una città composta da imballi di prodotti di bellezza, contenitori di prodotti farmaceutici, in cui s’intersecano differenti materiali assemblati come in un collage. Alcuni particolari delle confezioni risultano minuziosamente ritagliati, il taglio crea un’ulteriore dimensione in cui addentrarsi. Bandiere in miniatura con raffigurazioni di animali che dominano gli spazi, agli incroci delle strade, paiono assurgere alla funzione di semaforo. Dall’insieme degli elementi risulta una città irreale, fittizia ma comunque in grado di ricondurre alla società contemporanea, dove l’uomo è al contempo artefice e vittima del consumismo.
Campo di mele, realizzata con scatole d’imballaggio, irrompe nello spazio dilagando come un’esplosione. Si tratta di un’enorme mela composta da innumerevoli scatole: involucri di giocattoli, imballi di marche conosciute o semplici pacchi adespoti che si propagano sulla pavimentazione della sala.
L’arte di Todaro prosegue nelle esedre dell’androne di via Lagrange con due disegni a carboncino di grandi dimensioni, visioni che permettono d’indagare universi onirici di microcosmo e macrocosmo. In
Alpha sono raffigurati elementi cellulari che si snodano attorno a un punto centrale di vista.
Omega ritrae la terra osservata dalla Luna, dove al centro compare una spiga di grano.
Un artista eclettico, che si esprime attraverso un linguaggio poliedrico, capace di sottolineare gli aspetti di un’umanità effimera, disgregata, e al contempo in grado di far emergere l’essenza poetica della vita. Quella sostanza energica che divampa dalle forme armoniose delle sue creazioni.