20 marzo 2009

fino al 30.IV.2009 Thorsten Kirchhoff Torino, Alberto Peola

 
Figure acefale, un bancone da bar, una serratura su un volto. Mentre Sartre e Simone de Beauvoir si ritrovano a bordo d’uno skateboard. Questo e altro ancora per la personale del danese romano...

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Thorsten Kirchhoff (Copenhagen, 1960; vive a Roma) è fortemente suggestionato da quel cinema che propone le inquietudini ossessive generate dalla banalità, dal caso, che rende l’individuo estraneo al contesto e incapace di sottrarsi all’ambiguità. Tutto ciò che genera vertigine, che provoca un fastidioso senso di spiazzamento, che appare paradossale perché inspiegabile, segna un’esistenza tesa a chiudersi intorno all’individuo, senza lasciargli via di scampo. Una grottesca potenza rende spesso le situazioni incoerenti: l’uomo si trova a dover “masticare” l’assurdo in ogni sua forma e manifestazione, per dirla con Friedrich Dürrenmatt.
Anche nella mostra Ipnoinducente i riferimenti e le citazioni cinematografiche sono manifesti, ma profondamente modificati nella loro funzione denotativa. Il titolo allude con ironia a una forma d’ipnosi collettiva, un fenomeno generato dalla ridondanza della comunicazione massmediale sfrenata, dall’assillo dei messaggi.
Su uno skateboard appeso alla parete sono impressi i volti di Jean-Paul Sartre e di Simone de Beauvoir dentro il Paranoid Park di Gus Van Sant. È questo il lavoro che accoglie lo spettatore, Team SK8, ponendolo di fronte a una situazione sorprendente, che palesa l’impossibilità di dare un senso. Kirchhoff sembra suggerire che quanto più cerchiamo un significato, tanto più rimaniamo estenuati dall’inattuabilità.
Thorsten Kirchhoff - Mal d'auto - 2008 - olio su tela estroflessa - cm 200x100x21
Allo stesso modo appare singolare la citazione di Shining che trapela dal bancone da bar di Glassare nights: lo specchio lascia affiorare solo frammenti. Qualsiasi sforzo per rispecchiarsi si rivela inane, poiché l’identità del soggetto è andata in pezzi. La tela che reca lo stesso titolo della mostra presenta due figure acefale che tentano di relazionarsi: una di esse tiene in mano una cornetta telefonica estroflessa, quasi la comunicazione volesse uscire e invadere lo spazio, metafora del debordare dell’informazione.
Alla stessa maniera risultano fuorvianti gli altri dipinti. È sterile il tentativo dell’uomo che spinge un carrello dalla ruota estroflessa: come in un film dell’orrore, vengono inquadrati soltanto i piedi e le ruote, così che l’insieme risulta particolarmente inquietante. L’automobilista che sa osservare la realtà, peraltro nebulosa, solo attraverso lo specchietto retrovisore, e la donna sul volto della quale una chiave tenta di aprire un’ipotetica porta sono emblemi di una situazione esistenziale manipolata, tragicomica.
Thorsten Kirchhoff - Ipnoinducente - 2009 - olio su tela estroflessa - cm 180x130x12
Lo spettatore entra in un mondo nel quale non esistono meccanismi rassicuranti né consolatori. Solo un misto di delirante implosività.

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dal 5 marzo al 30 aprile 2009
Thorsten Kirchhoff – Ipnoinducente
Catalogo con testo di Angelo Capasso
Alberto Peola Arte Contemporanea
Via della Rocca, 29 (Borgo Nuovo) – 10123 Torino
Orario: da martedì a sabato ore 15.30-19.30; mattino su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel. +39 0118124460; fax +39 01119791942; info@albertopeola.com; www.albertopeola.com

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2 Commenti

  1. Per me Thorsten è uno dei dieci migliori artisti in circolazione in Italia. In assoluto. Spero davvero di riuscire a vedere questa mostra.

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