Si rimane affascinati dalla ricerca di Nagasawa: la volontà di unire il tempo e lo spazio in un istante, in un Ma. Concetto questo familiare alla cultura giapponese ma un po’ più ostico a quella occidentale. Teoria sulla quale Nagasawa impernia tutta la sua opera fino ad affermare che “lo scultore non lavora su ciò che vede, ma su ciò che deve accadere”, ed è anche per questo che le opere in mostra alla Vecchia Conceria e a Villa Cernigliaro dialogano con l’ambiente nel quale sono inserite.
La mostra Fessura nel tempo è promossa dalla Provincia di Biella, Assessorato alla Cultura in collaborazione con Zero gravità. Villa Cernigliaro per arti e culture nel contesto della manifestazione Incontrando il Giappone prevista nella provincia e città di Biella nel corso del mese di giugno 2001.
La mostra è divisa in sezioni autonome nei due differenti spazi. La Vecchia Conceria ospita grandi opere in marmo e metallo. Nonostante l’imponenza della struttura nella quale sono inserite le opere, prevale una sensazione di leggerezza che coinvolge emotivamente lo spettatore; il quale si trova basito di fronte all’ultima interpretazione de La visione di Ezechiele (opera inedita), tema iconografico a lui caro e ricorrente nella sua storia plastica. Le quattro colonne centrali della Vecchia Conceria sono state rivestite d’una leggera foglia d’oro, alla sommità delle quali ha applicato ali di metallo: la scultura è concettualmente concepita come il fulcro dal quale si sprigiona l’allestimento di tutta la sala e lo spazio circoscritto dalle quattro colonne è sicuramente un Ma, come spiega, in forma dialogica, il catalogo. Attorno a questa installazione si snoda un percorso espositivo che segna il profilo di una vicenda artistica in cui la scultura contraddice i principi della statica stessa mediante elementari espedienti come il principio della leva, senza l’utilizzo di saldature e tiranti.
Nella Villa Cernigliaro, storica meta di personaggi eminenti della cultura italiana durante gli anni trenta e quaranta del Novecento, luogo di diporto e di discussioni per B. Croce, F. Antonicelli, N. Bobbio e C. Pavese, sono esposte, in perfetta sintonia coi luoghi carichi di storia che le ospitano, Varco nel tempo, Vespero e Dioniso. Ma regina della mostra è Stanza, nella Serra dei leoni, annessa alla Villa. Nagasawa ha rivestito completamente le pareti e il soffitto di carta bianca: l’ambiente è l’ultimo di una serie di opere in scala spaziale ideati e eseguiti in condizioni differenti. L’opera di forte suggestione racchiude alcuni dei fondamenti poetici cari all’artista: il profondo senso dell’effimero che impregna la cultura giapponese e che viene affermato con l’utilizzo di un materiale con un forte grado di deperibilità. Il forte rapporto che lega il visitatore e l’ambiente all’opera. Tematiche che raggiungono in questo allestimento la massima espressione in quanto il visitatore viene accompagnato all’interno di una scultura che lo avvolge, rendendolo intimo protagonista assieme alla luce, che rende viva e mutevole la matericità della carta.
Marie Louise Denti
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