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fino al 30.VI.2006 | Alessandro Bulgini – Hairetikos | Torino, Photo&Contemporary

di - 15 Maggio 2006

Volutamente oscuri. I significati come i media utilizzati. Nove tele rettangolari dipinte completamente di nero si ergono sinistramente sulle pareti della galleria. A scandire in due sale attigue un lasso di tempo bloccato nell’assoluto. Che si tratti dei soliti monocromi pseudominimalisti, chiamati a ripeterne la rigida ossessività seriale? Sembrerebbe proprio di sì. Almeno ad un primo fugace sguardo. Perché a volte l’apparenza non inganna, e quando lo fa, è per meglio nascondere una verità che solo una paziente attesa penserà a svelare. Come nel caso di queste pitture nere, così simili nell’aspetto coriaceo al monolito di 2001: Odissea nello spazio. Ugualmente enigmatiche e impenetrabili, tali da provocare prima smarrimento e poi una lenta presa di coscienza. Una sorta di kubrickiana Alba dell’uomo, inno alla sua nascente consapevolezza di essere pensante, che nel ciclo pittorico di Alessandro Bulgini (Taranto, 1962) diventa rivelazione di un pensiero alchemico. Dove, a ricoprire il ruolo di moderna pietra filosofale, è la pratica stessa del dipingere. In un modo per di più tradizionale, fatto di successive velature di colore grigio e nero a tratteggiare le sagome di anonimi individui. Uomini e donne, vecchi e giovani, col ti nella loro nudità corporea, si scoprono a poco a poco quali soggetti dei quadri in questione. Questo non appena l’occhio, accecato da un’illuminazione  prepotente e invalidante al pari di un riflettore puntato con fare indagatorio, riesca finalmente a distinguerli. Attraverso un supremo atto di volontà, cercata e non subìta, con il quale riproporre il percorso fin qui tracciato da Bulgini che, per sua stessa ammissione, ad un certo punto della lavorazione perde di vista. Immerso com’è nei gorghi tenebrosi di un olio catramoso, da riscattare con un colpo di vernice. Quella trasparente per auto, che diventa non solo un mezzo per lucidare una superficie ma anche per riportare magicamente in vita le figure precedentemente occultate. “Se guardi questi soggetti con una luce comune, quindi con un pensiero comune, non riesci a vederli”, dice l’artista. “Devi utilizzare assolutamente la loro luce, quindi il loro pensiero”. Un procedimento hairetikòs (colui che ha scelto), deliberatamente controcorrente e, per un semplice meccanismo di difesa, volutamente oscuro.

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claudia giraud
mostra visitata il 9 maggio 2006


Alessandro Bulgini – Hairetikos
Torino, Photo&Contemporary, via dei Mille 36
Orario di visita: da martedì a sabato 15,30-19,30
Ingresso libero – Per informazioni: tel: 011 889884; fax: 011 8178693
A cura di Valerio Tazzetti – In collaborazione con Volume!, via San Francesco di Sales 86/88, Roma – www.volumefnucci.it


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