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28
maggio 2009
fino al 30.VI.2009 Francesco Barocco Torino, Norma Mangione
torino
Immagini di corpi velati, tra santità ed erotismo. Stampe incorniciate da grate in ottone, collage di capelli, autoritratti inquietanti. Infine, un oracolo che risponderà a ogni domanda. Anche a quelle suggerite da questa recensione...
di Stefano Riba
I latini usavano dire “in nomen omen”, nel nome sta il destino. Nel caso di Francesco Barocco (Susa, Torino, 1972; vive a Torino) sta nel cognome, ma poco cambia. Nella sua prima personale, alla neonata Norma Mangione Gallery, Barocco dà la sua visione (si perdoni il gioco di parole) del barocco. L’artista valsusino presenta, infatti, una serie di lavori fortemente legati alla fantasia di quel movimento culturale Sei-Settecentesco, mischiando citazioni artistiche a personali riletture oniriche.
A prima vista sembrerebbe un semplice gioco di rimandi a capolavori dell’arte: le due sculture simbolo del barocco napoletano – il Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino e La pudicizia di Antonio Corradini – sono il fulcro di Partecipation Mistique, nove stampe fotografiche d’ingrandimenti e assemblaggi delle due opere. “Non è un lavoro sulla storia dell’arte”, spiega l’artista. “Questi close up sul panneggio del Corradini decontestualizzano il particolare e rendono misteriosa l’immagine. Non è la citazione che m’interessa, ma l’elemento perturbante”.
“Il perturbante”, diceva Freud, “è quella sorta di spaventoso che risale a quanto ci è noto da lungo tempo, a ciò che ci è familiare”. Per Barocco, questo sentimento nasce dallo smembramento di un’immagine nota in dettagli misteriosi. Ma il dettaglio non è quello della sineddoche, in cui il particolare indica il significato totale. “I miei lavori sono qualcosa di pre-verbale”, dice l’artista. Facendo un paragone con la linguistica, Barocco decostruisce il significato per riportarlo al livello di significante. La partecipazione mistica che dà il titolo alla serie sta nella possibilità dello spettatore di dare alle immagini un senso nuovo e inatteso.
Lo stesso succede nei collage. Sul modello dei romanzi per immagini di Max Ernst, Barocco ritaglia immagini di capelli per farli diventare forme astratte, seducenti e vagamente inquietanti. E così si torna al perturbante: qualcosa di familiare trasformato in qualcosa di misterioso. Da Ernst, Barocco prende a prestito anche la tecnica del frottage (quella con cui i bambini ricopiano a matita il rilievo delle monete) per farsi un autoritratto angosciante e ben poco autoreferenziale.
Seguono tre acqueforti, anch’esse ricche di rimandi artistici, incorniciate da grate in ottone a motivi geometrici. “Mi piace che questi interventi possano essere visti come cornici, sculture o grate che al tempo stesso allontanano e avvicinano lo spettatore”, dice Barocco. Chiude la mostra una stanza che l’artista chiama “oracolare”. Il carattere divinatorio è dato da Esagramma, una scultura cubica che è la trasfigurazione grafica di quattro risposte (visualizzate in forma di linee ricavate dal lancio di tre monete) ad altrettante domande che l’artista ha posto all’I Ching, il Libro dei Mutamenti cinese, una sorta di oracolo di tremila anni fa.
Questo è il barocco di Barocco: spirali di senso dove tutto è diverso da come appare. E in cui la verità può esser chiesta a un libro millenario.
A prima vista sembrerebbe un semplice gioco di rimandi a capolavori dell’arte: le due sculture simbolo del barocco napoletano – il Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino e La pudicizia di Antonio Corradini – sono il fulcro di Partecipation Mistique, nove stampe fotografiche d’ingrandimenti e assemblaggi delle due opere. “Non è un lavoro sulla storia dell’arte”, spiega l’artista. “Questi close up sul panneggio del Corradini decontestualizzano il particolare e rendono misteriosa l’immagine. Non è la citazione che m’interessa, ma l’elemento perturbante”.
“Il perturbante”, diceva Freud, “è quella sorta di spaventoso che risale a quanto ci è noto da lungo tempo, a ciò che ci è familiare”. Per Barocco, questo sentimento nasce dallo smembramento di un’immagine nota in dettagli misteriosi. Ma il dettaglio non è quello della sineddoche, in cui il particolare indica il significato totale. “I miei lavori sono qualcosa di pre-verbale”, dice l’artista. Facendo un paragone con la linguistica, Barocco decostruisce il significato per riportarlo al livello di significante. La partecipazione mistica che dà il titolo alla serie sta nella possibilità dello spettatore di dare alle immagini un senso nuovo e inatteso.
Lo stesso succede nei collage. Sul modello dei romanzi per immagini di Max Ernst, Barocco ritaglia immagini di capelli per farli diventare forme astratte, seducenti e vagamente inquietanti. E così si torna al perturbante: qualcosa di familiare trasformato in qualcosa di misterioso. Da Ernst, Barocco prende a prestito anche la tecnica del frottage (quella con cui i bambini ricopiano a matita il rilievo delle monete) per farsi un autoritratto angosciante e ben poco autoreferenziale.
Seguono tre acqueforti, anch’esse ricche di rimandi artistici, incorniciate da grate in ottone a motivi geometrici. “Mi piace che questi interventi possano essere visti come cornici, sculture o grate che al tempo stesso allontanano e avvicinano lo spettatore”, dice Barocco. Chiude la mostra una stanza che l’artista chiama “oracolare”. Il carattere divinatorio è dato da Esagramma, una scultura cubica che è la trasfigurazione grafica di quattro risposte (visualizzate in forma di linee ricavate dal lancio di tre monete) ad altrettante domande che l’artista ha posto all’I Ching, il Libro dei Mutamenti cinese, una sorta di oracolo di tremila anni fa.
Questo è il barocco di Barocco: spirali di senso dove tutto è diverso da come appare. E in cui la verità può esser chiesta a un libro millenario.
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Norma Magione Gallery
Via Matteo Pescatore, 17 (zona Piazza Vittorio) – 10124 Torino
Orario: da martedì a sabato ore 16-19
Ingresso libero
Info: tel. +39 0115539231; info@normamangione.com; www.normamangione.com
[exibart]
che mostra vecchia e noiosa. come lui del resto.
La recensione riporta solo la visione dell’artista, estremamente forzata e autoreferenziale, nessun salto di livello nel linguaggio in questo lavoro.
ci scommettete che tra poco ci segnaleranno una mostra di barocco alla gam di torino? nessun dubbio…tutto scontato.
la mangione da curatrice curava le mostre del padre. da gallerista quelle del fidanzato. iuuuu..svegliatevi italianiiii!
e poi questa mostra di barocco è demenziale, per non dire altro
mah, io di queste menate di fidanzati ecc. non so niente ma la mostra non mi è sembrata affatto pessima. Si vede ben di peggio in giro. A far le pulci si potrebbe dire che l’allestimento non era proprio perfetto e che certamente c’erano troppe opere. Ma per il resto le critiche mi sembrano ingiuste.
ciao polaroid..ma avevi ragione? sei un veggente? a torino inaugura “I giovani che visitano le nostre rovine non vi vedono che uno stile”, mostra alla Gam a cui partecipa anche Barocco, unico giovane (giovane per così dire) della città.
ma guarda un pò che combinazione?
sono andato a vedere la mostra prima di parlare e commentare, volevo valutare e prendere una posizione su tutte queste chiacchiere che considervao inutili e da rivistina di gossip che si fanno su questo portale. mi dispiace molto che il sistema dell’arte funzioni solo attraverso passaggi di testimone e poca qualità, e mi dispiace ammettere che questa mostra non abbia alcun senso, nessuna valenza artistica, se non un dover dare ragione alle critiche “gossipiane” avvenute su questo sito.
un cordiale saluto
e speriamo di riuscire ancora a salvare l’arte, quella che fanno gli artisti puri.
la mangione? deve solo ringraziare mamma e papà, altrimenti non sarebbe in grado di spostare una foglia secca dal giardino.
povera la mangione. quel barocco lì se la mangerà in un boccone, come già sta facendo. povera ragazza.
artista inesistente, uomo pessimo, berlusconiano e manipolatore.
auguri auguri
la mangiona cura anche le mostre? ma non aveva smesso? pusole alla galleria dei giovani artisti di brescia. giovani? mammamia!