Dai piccoli disegni a penna, in cui alberano macchie di colore, alle grandi tele, dipinte con cromatismi sgargianti. L’arte di
Nathan Sinai Rayman (Los Angeles, 1981) è in grado di suscitare immaginifiche suggestioni. I disegni monocromi si dispiegano in raffigurazioni minuziose, in cui si evincono soggetti onirici e fantastici, che implicano un’accurata interpretazione. Le opere dalle imponenti dimensioni sono abitate da colori variopinti, che sottendono all’ironia.
Tecniche e linguaggi espressivi diversi coesistono in modo armonico. La tela si sovrappone alla tela, il colore lambisce gli spazi al di fuori dei contorni, mentre le macchie si susseguono a colate di pigmenti e a incursioni di materiali. In
Untitled (bike accident), pennelli di varie dimensioni sono gettati sul supporto, a evidenziare l’atto del gesto artistico appena compiuto. Una sagoma umana rossa si stempera su tinte acide, mentre una ruota di bicicletta è incastonata nell’opera.
Untiled (wall) è un collage in cui una figura femminile caricaturale e distesa occupa la porzione centrale della tela, e dove frammenti di fogli, appunti, biglietti di eventi artistici e immagini emergono come tracce indelebili del vissuto. In lavori come
Untiled (vibrant accident), i contrasti delle forme e delle tinte diventano vibranti.
Sono raffigurazioni in grado di penetrare l’inconscio, come viscere nel corpo. Figure aperte a interpretazioni molteplici, quasi squarci ideali nella tela, forme perturbanti che anelano a un mistero profondo. Il carattere d’indefinitezza e incompiutezza è incarnato in
Untitled (accidentally finished). Si tratta d’un pannello grezzo in masonite su cui è steso un drappo di tela vergine. Alcuni faretti illuminano l’opera e, a terra, è posata una graffettatrice. Il supporto, vuoto solo in apparenza, è in realtà campito dalle immagini mentali dei fruitori.
Nathan Sinai Rayman esordisce con questa prima personale alla Galleria Marena Room Gallery, concependo per l’occasione un percorso site specific e pervenendo a un’elaborata poliedricità estetica. La sinergia di tecniche e linguaggi espressivi non può che essere la chiave di volta del suo
modus operandi.
Il fruitore è chiamato a esser non soltanto l’interprete, ma anche l’ospite del quadro. Ed è in quest’incontro che ogni creazione dell’artista si realizza: nel moto dinamico e mai uguale del fluire emotivo.