Traccia 01 è la doppia project room del nuovo ciclo di appuntamenti
che la storica Galleria Martano intende dedicare a giovani artisti italiani e
stranieri. A cura di Francesca Comisso (a.titolo), il progetto tesse le
relazioni fra materiali contemporanei e documenti dâarte della galleria.
Spaziando dalle avanguardie storiche alle correnti degli anni â70, i
protagonisti presentano punti di vista, sguardi altri e re-interpretazioni
dello stare ed essere nel mondo.La parola â sussurrata, tradotta e declamata quasi come
manifesto politico â è il trait dâunion di questa prima tappa. A riportarla in mostra sono
Frammento di tavola di Dario tradotto in tutte le lingue (1973) e il catalogo-opera Il segno
portatile: 14 proposizioni (1972), due opere di Vincenzo Agnetti prodotte da Martano. Da sempre
interessato allâanalisi linguistica, in queste opere Agnetti si esprime
soprattutto con il libro inteso come opera dâarte, poichĂŠ il testo visivo
concorre al pari del testo verbale, spesso di matrice esistenzialistica, nella
formulazione del lavoro.Nei giovani Zeneli e Quaranta la parola si fa invece
racconto. Diventa strumento in forma di video per narrare storie e ricostruire
identitĂ , ponendo lâattenzione sul valore estetico e affettivo.
In When I grow up I want to be an artist, Driant Zeneli (Shkolder, 1983; vive a Torino e
Tirana) riprende il padre di spalle mentre racconta il desiderio adolescenziale
di diventare artista, dipingendo contemporaneamente il ritratto del figlio. Ă
una sovrapposizione di piani e modi di esprimersi differenti. Entrambi artisti,
in tempi però distanti, i due Zeneli si esprimono con i propri mezzi:
attraverso la pittura tradizionale il primo e il video il secondo. La
narrazione intreccia cosĂŹ storia personale e politica di un paese vittima della
dittatura. Nellâopera â semplice ma complessa nel dispiegare i vincoli
affettivi â la forza poetica del ricordo agisce ridefinendo lâidentitĂ
dellâindividuo e di un intero popolo coinvolto dalle vicissitudini politiche e
sociali.Alessandro Quaranta (Torino, 1975) solleva invece la questione della
visione, incrocio tra realtĂ e memoria. In Quelle montagne che mi
impediscono di vedere,
affida il racconto a una terza persona che, fisicamente e in un altro tempo,
percorre i luoghi descritti da unâanziana signora nel viaggio verso la Francia.
La narrazione del video si concentra intorno a un breve momento della Seconda
guerra mondiale, quando la donna riceve una lettera che annuncia la malattia
della madre. Ă una fuga oltre le frontiere, al di lĂ delle montagne, le stesse
dipinte da CĂŠzanne.
Quaranta invita inoltre a riflettere su cosa significhi
per ciascuno di noi appartenere a un contesto, su come la nostra sfera privata
interagisca in relazione a tutto ciò che ne è esterno, sul rapporto con le
radici che, non necessariamente legate alla condizione di migrante, si aprono
al senso di disorientamento. Per ritrovarsi. articoli correlati
Alessandro
Quaranta in mostra a Torino
Quaranta
tra i selezionati alla Fondazione Ratti
Driant
Zeneli in mostra a Trieste
claudio cravero
mostra visitata
il 27 maggio 2010
dal 27 maggio al 30 giugno 2010
Traccia 01- Alessandro Quaranta / Driant Zeneli
a cura di Francesca Comisso
Galleria Martano Contemporanea
Via Principe Amedeo, 29 (zona Accademia Albertina) â 10123 Torino
Orario: da lunedĂŹ a sabato ore 15-19
Ingresso libero
Info: tel. +39 0118177987; info@galleriamartano.it; www.galleriamartano.it
[exibart]
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Davvero due artisti molto raffinati