Gilberto Giovagnoli pare non voler in alcun modo mediare con il mondo. Egli non dipinge ma sembra accumulare e sovrapporre a strati, centinaia d’immagini. Facce, alberi, case, infantili disegni erotici mischiati disordinatamente a migliaia di fili di cotone, a polvere di tabacco, involucri di caramelle e legati assieme, assemblati con fasci di nastro adesivo trasparente.
Le gigantesche opere che ne derivano, sono scenari deliranti, arazzi caotici, colmi d’invettive e bestemmie, specchio fedele della peggiore produzione del lato oscuro dell’umanità . E’ una presa di coscienza e la conseguente denuncia di quanto sia divenuto orribile il mondo? Luca Beatrice, nel suo testo di presentazione, descrive Giovagnoli come un artista politico, intento ad affrontare temi scottanti di attualità sociale, legandolo ad un aspetto di forte concettualità , ma nonostante rabbia e disagio emergano palesemente dai suoi lavori, sono più propenso a pensare ad una operazione inconscia, dettata da impulsi istintivi e generata da una sorta di furia iconoclasta nei confronti dell’arte stessa e delle sue convenzioni.
Ciò che colpisce maggiormente è la “perfetta imperfezione” delle opere, la loro libertà assoluta dai canoni della bellezza e dell’estetica. La costruzione caotica e anarchica di questi lavori può sconcertare e mettere in difficoltà l’osservatore ma è certamente l’aspetto più interessante e significativo, un elogio, più che all’invettiva, alla creatività senza limitazioni.
Bruno Panebarco
Mostra visitata il 27.09.2001
[exibart]
Negli spazi di Mare Karina è in corso la prima personale di Beatrice Favaretto. Il progetto Multiple Maniacs è un…
65 gallerie da 15 Paesi e la conferma di un mercato internazionale sempre piĂą interessato alla ceramica moderna. Ecco che…
James Turrell protagonista di una mostra in Arabia Saudita, in attesa della sua prossima, visionaria installazione, scavata nella roccia del…
Una campagna di raccolta fondi sostiene artisti e operatori culturali di Los Angeles che hanno perso case, studi e opere…
Maison Ruinart porta l’arte contemporanea nell’esclusivo resort Joali: Sophie Kitching reinterpreta il packaging dello champagne, richiamando la natura delle Maldive
Dopo 24 anni, il Prix Marcel Duchamp cambia sede: durante i lavori di ristrutturazione del Centre Pompidou, la mostra dei…