25 marzo 2009

fino al 31.III.2009 Domenico David / Giordano Montorsi Torino, Fusion Art Gallery

 
Due artisti piuttosto dissimili. Che in comune hanno una radicata vocazione per l’astrazione, il mistero, il sogno, la magia delle atmosfere. Nonché il rinnovato successo odierno. Dopo l’escalation iniziata negli anni ’80...

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La luce, medium vivificante, depositario di rivelazioni. Consente l’apparizione di sagome nel buio, materializza con incanto gli edifici dormienti, circondati dalla tenebra. Un’oscurità elargita dai neri e dai violacei del cielo, e aleggiante nelle strade deserte di silente periferia, fino a un orizzonte che non è un confine, bensì una breccia aperta verso l’indefinito.
I paesaggi nebulosi di Domenico David (Stalettì, Catanzaro, 1953; vive a Milano) sono empaticamente riconoscibili perché anonimi e, dunque, di valenza universale. Riportano a visioni oniriche, ovattate. A una condizione di riflessione e quiete, tutt’altro che minacciosa o foriera di insidie. Il buio è considerato una metafora del rallentamento del pensiero, inteso quale accadimento conciliante, nient’affatto ostico, che favorisce e nutre successive intuizioni, percorsi della mente ispirata. L’errare in territori sconosciuti, ricchi di alchemiche potenzialità, che possono diventare occasioni da cogliere e piccoli scrigni emotivi da dischiudere lentamente, senza aspettative o costrizioni.
Pennellate energiche e veloci, bagliori carichi di giallo vivido, scie di colore come sentieri guizzanti, file di bianche bocce baluginanti in cima a lampioni, profili d’insegne ancora accese, geometrie lattescenti che s’innalzano come segnali di fumo: le luminosità di David sono artificiali, prodotte dalla tecnologia. A basso voltaggio. Sufficienti a rischiarare, ma non prepotenti, totalizzanti.
Domenico David - A basso voltaggio - 2008 - acrilico e smalti su tela - cm 150x100 - courtesy Fusion Art Gallery, Torino
Forse i più lo ricordano per i suoi interventi invasivi, in qualità di ironico scultore e realizzatore di monumentali installazioni collocate in spazi industriali o in location a cielo aperto. Eppure Giordano Montorsi (Ventoso di Scandiano, Reggio Emilia, 1951; vive a Macigno, Reggio Emilia e Venezia) è altresì un eccellente pittore, e proprio a quest’ultima sua attività è dedicata la mostra torinese. L’istrionico artista si può collocare fra i contemporanei facenti parte della “generazione di mezzo”, nati tra il ’45 e il ’55 e capaci d’interagire con le più alte forme di rinnovamento intellettuale, pur mantenendo una certa coerenza con quanto acquisito nel periodo formativo.
La pittura di Montorsi è in prevalenza di matrice aniconica e si avvale di numerose tecniche. Ora le sue carte svelano con diluita inquietudine, tra sfumature e semioscurità, enigmatiche figure umane, occhi semichiusi e bestie ibride; ora gli astratti mostrano una matericità più aggressiva, accesa nelle cromie, forte e rigorosa nel segno impresso sulla tela (Mi hai rubato l’anima, 2008).
Giordano Montorsi - Nel cuore dei boschi - 2008 - tecnica mista su carta - cm 20x29,5 - courtesy Fusion Art Gallery, Torino
Presenti da sempre, fra i temi ricorrenti, la libertà, il perenne conflitto tra vita e morte, il senso tragico seppur seducente della precarietà, le condizioni intime o socialmente dilaganti di sofferenza e dolore, le suggestioni ancestrali, ipnotiche, derivanti dalle culture extra-europee. Le opere di maggior impatto emozionale profondono echi di simbolismi inquietanti e di velati esorcismi rivolti alla distruzione e alla guerra (Per la tua piccola morte, 2009), al nulla dilagante oltre la fosca cortina della cecità umana.

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dal 6 febbraio al 31 marzo 2009
Domenico David / Giordano Montorsi
a cura di Edoardo Di Mauro e Walter Vallini
Fusion Art Gallery
Piazza Peyron, 9/g (zona Cit Turin) – 10143 Torino
Orario: martedì, giovedì e venerdì ore 16.30-19.30 o su appuntamento
Ingresso libero
Catalogo disponibile
Info: tel. +39 3356398351; info@fusiongallery.it; www.fusiongallery.it

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