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27
marzo 2009
fino al 31.III.2009 Julia Mastrogiacomo Torino, Paolo Tonin
torino
Lo spazio tra. Opere su carta, video e installazioni, per riflettere sull’incontro tra il gesto dell’artista e la presenza dello spettatore. Nello spazio bianco della galleria di Paolo Tonin...
Il titolo della personale di Julia Mastrogiacomo, The space between, esplicita il valore di passaggio che lo spazio porta in sé. All’uomo è dato concepirlo come un interstizio fra le cose che esistono, oppure come il luogo dell’infinito, laico, spirituale o religioso. È da sempre uno dei temi portanti della creatività: fonda il senso del fare architettura, costituisce il letto su cui le onde sonore si sciolgono in note ed è componente essenziale delle arti visive. Soggetto della pittura con il nome di prospettiva, elemento complementare della materia che compone la scultura, strumento necessario d’installazioni e video.
Julia Mastrogiacomo si confronta con le sale bianche della galleria Tonin provando a parlare di spazio. Lo fa attraverso inchiostri e tecniche miste, un’installazione, una scultura e un video. Il concetto dello “spazio tra” è dunque proposto come collante per leggere l’assemblaggio delle diverse tecniche esposte e affrontare la serie di domande da esse sprigionate.
Il respiro più ampio, quell’esattezza di forma e significato che rendono “bella” un’opera, si trova più nelle carte che altrove. Rispetto alla forte dicotomia di delicatezza e potenza che i piccoli fogli appena scarabocchiati o le grandi carte di macchie nere su vasti campi bianchi sollevano, l’installazione – una corda che attraversa lo spazio della galleria da un muro all’altro – è troppo letterale. Così, anche le piccole sculture di spine, che in quella loro rappresentazione testuale non aggiungono nulla alla poeticità e verità di una ricerca spirituale sentita e dolorosa.
Il video è più interessante: un’unica inquadratura delle mani da un punto di vista centrale (lo spettatore vi si trova in mezzo, come abbracciato). Lo spazio è chiuso da uno sfondo bianco, un tessuto in stoffa che per qualche minuto costituisce il terreno di un viaggio in uno spazio dall’entità ambigua e viva. Tuttavia, la resa dell’immagine risulta ancora piuttosto retorica (soprattutto nei movimenti) rispetto alla densità della presenza intellettuale dei segni pittorici.
Le piccole e le grandi carte sono percorse da tratti neri per lo più astratti (tale sembra essere il senso delle figurine che fanno capolino qui e là), sporcati da macchie colorate materiche. Se è vero che questo genere di scrittura può evocare l’informale segnico o la scrittura automatica surrealista, è altrettanto interessante capire quanta conoscenza dell’arte orientale pervada la mano dell’artista.
Che sia una concentrazione meditativa a muovere il gesto creativo o un tormento esistenziale alla Henri Michaux, nella sua inconciliabile separazione fra testa e corpo, mentale e fisico.
Julia Mastrogiacomo si confronta con le sale bianche della galleria Tonin provando a parlare di spazio. Lo fa attraverso inchiostri e tecniche miste, un’installazione, una scultura e un video. Il concetto dello “spazio tra” è dunque proposto come collante per leggere l’assemblaggio delle diverse tecniche esposte e affrontare la serie di domande da esse sprigionate.
Il respiro più ampio, quell’esattezza di forma e significato che rendono “bella” un’opera, si trova più nelle carte che altrove. Rispetto alla forte dicotomia di delicatezza e potenza che i piccoli fogli appena scarabocchiati o le grandi carte di macchie nere su vasti campi bianchi sollevano, l’installazione – una corda che attraversa lo spazio della galleria da un muro all’altro – è troppo letterale. Così, anche le piccole sculture di spine, che in quella loro rappresentazione testuale non aggiungono nulla alla poeticità e verità di una ricerca spirituale sentita e dolorosa.
Il video è più interessante: un’unica inquadratura delle mani da un punto di vista centrale (lo spettatore vi si trova in mezzo, come abbracciato). Lo spazio è chiuso da uno sfondo bianco, un tessuto in stoffa che per qualche minuto costituisce il terreno di un viaggio in uno spazio dall’entità ambigua e viva. Tuttavia, la resa dell’immagine risulta ancora piuttosto retorica (soprattutto nei movimenti) rispetto alla densità della presenza intellettuale dei segni pittorici.
Le piccole e le grandi carte sono percorse da tratti neri per lo più astratti (tale sembra essere il senso delle figurine che fanno capolino qui e là), sporcati da macchie colorate materiche. Se è vero che questo genere di scrittura può evocare l’informale segnico o la scrittura automatica surrealista, è altrettanto interessante capire quanta conoscenza dell’arte orientale pervada la mano dell’artista.
Che sia una concentrazione meditativa a muovere il gesto creativo o un tormento esistenziale alla Henri Michaux, nella sua inconciliabile separazione fra testa e corpo, mentale e fisico.
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mostra visitata il 19 febbraio 2009
dal 19 febbraio al 31 marzo 2009
Julia Mastrogiacomo – The space between
a cura di Luca Vona
Paolo Tonin Arte Contemporanea
Via San Tommaso, 6 (zona via Garibaldi) – 10122 Torino
Orario: da lunedì a venerdì ore 10.30-12.30 e 15.30-19.30; sabato su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel. +39 01119710514; fax +39 01119791494; info@toningallery.com; www.toningallery.com
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