Paul Branca ritorna alla Galleria Galotti con “Totes”, un’esposizione che inaugura il ciclo di mostre personali della galleria. Già presente con i Salami nella precedente collettiva INTRO, l’artista newyorkese prosegue la propria riflessione sui meccanismi della produzione industriale, del mercato e della distribuzione, proponendo opere in simbiosi con gli intenti della galleria, orientata verso la ricerca dei linguaggi contemporanei mediante il recupero dei mezzi tradizionali dell’arte. E, in questo caso, l’olio su tela diventa il medium per eccellenza, veicolo della poetica dell’artista che, dal mondo gastronomico, rimanda la propria attenzione alla moda, settore del consumismo per eccellenza.
Dopo le salsicce e i salami ricorrenti nella sua produzione, le Totebags divengono il soggetto della mostra. Le pareti bianche della galleria vengono ritmate da una serie sgargiante di piccole tele dipinte che inglobano le borse di juta e cotone, in un ironico gioco fondato sul doppio senso e sullo slittamento semantico determinato da un legame di reciprocità in cui i due elementi-la tela e la borsa- conservano una propria definizione formale.
La ripetizione seriale delle opere esposte diventa implicitamente emblematica di un discorso complessivo rivolto al mercato e alla produzione; elemento che riporta- per certi versi- alle icone pubblicitarie della pop art depurate,però, della violenta carica dissacratoria che le caratterizza.
Le tote bags, nate per essere adoperate come borse per la spesa, vengono riprese dal mondo della moda, diventano parte del merchandising di musei ed esercizi commerciali; gadget pubblicitari destinati ad un nuovo utilizzo. E anche Paul Branca effettua questa operazione di recupero, astraendo la shopping bag dai suoi possibili contesti quotidiani, inserendola nello spazio pittorico del quadro nel quale dichiara una ritrovata identità dell’oggetto investito di ulteriori valenze semantiche. Il quadro diventa borsa e, viceversa, la borsa assume le sembianze di un quadro astratto, stabilendo una sorta di convivenza resa sia dall’analogia dei materiali che li costituiscono, sia dall’intervento pittorico che,in alcune opere, suggerisce un effetto di inclusione reciproca, in altre di esclusione, laddove l’oggetto sembra prorompere dallo spazio inconsueto dell’arte.
La serialità delle opere gioca sulla continuità stilistica e formale complessiva mantenendo, nel dettaglio, le peculiarità che contraddistinguono ciascuna di esse. Oltre all’astrazione pittorica, alcune tote bags sono caratterizzate dalla presenza di inserti di collage, caratteri tipografici (Nose, 2015) e texture di testo; elementi che- in alcuni casi- sembrano suggerire gli ultimi legami di senso rimasti tra la borsa e la sua connotazione originaria. Tra echi duchampiani, e suggestioni pop, l’opera di Paul Branca si avvale della pittura per proporre una riflessione nella quale arte e merchandising stabiliscono un punto di contatto e interscambio. Il quadro è una totebag. L’arte diventa un oggetto da “portare”- giocando sul significato di tote- e la borsa della spesa un oggetto artistico. I toni, tuttavia, non sono quelli di una critica sprezzante, ma suonano sottilmente ironici.
Prosegue anche il programma della galleria Galotti per la project room ALLEY che ospita Pointcloud (2016), l’opera di Giacomo Raffaelli. Realizzata con la tecnica della stampa a UV su cuoio, l’opera appare come una sorta di riproduzione dettagliata dei segni e dei punti che caratterizzerebbero la superficie del chilo, il prototipo internazionale dell’unità di misura conservato in un caveau della Francia. Ricerca scientifica e ricerca artistica confluiscono in un’opera di primo acchito enigmatica, il cui fine sembra essere quello di trovare un riscontro con la realtà, portando alla luce un lacerto dell’unico manufatto originario che incarna il chilogrammo, riferimento universale per la definizione periodica del valore della misura. Inaccessibile e rigidamente protetto, l’unità di misura trova una forma, una rappresentazione materiale ed effettiva in quest’opera; testimonianza consegnata su un supporto -il cuoio- analogo a quello utilizzato per pulire sulla superficie del manufatto.
Manuela Santoro
mostra visitata il 25 febbraio
Dal 21 febbraio 2016 al 31 marzo 2016
Paul Branca/Totes
Giacomo Raffaelli/Pointcloud
Galleria Giorgio Galotti
Via Arnaldo da Brescia 39, Torino
Orari: Mercoledì-Sabato 15.30-19.30