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fino al 31.V.2005 Dietmar Lutz – Controfigura Torino, Galleria Peola
torino
Corpi virili abbronzati si specchiano l’uno nell’immagine dell’altro. Inscenando un gioco fatto di sguardi e allusioni. Nel segno di una pittura acrilica, liquida e languorosa…
Personaggi maschili in posa, in attesa di essere immortalati da un obiettivo fotografico. In attesa di uno scatto che forse è già avvenuto. E che, duplicandone l’immagine, ha inevitabilmente creato una Controfigura, un doppio. Perché la macchina fotografica, come la ripresa cinematografica, genera dei sostituti, che siano solo visivi o in carne ed ossa. Nei quali riconoscersi, oppure no. Come spesso accade nella vita reale, quando, in preda alla schizofrenia del quotidiano, capita di sdoppiarsi. Moltiplicandosi all’infinito per tentare affannosamente di adeguarsi all’immagine che gli altri si sono fatti di noi.
Senza forzare troppo, si può ben affermare che Dietmar Lutz (Ellwangen, Jagst, Germania, 1968) nel suo nuovo ciclo pittorico voglia ritrarsi semplicemente e narcisisticamente per quello che è. Senza edulcorarsi o imbellettarsi. Grazie anche ad una tecnica pittorica che tratta l’acrilico al pari dell’acquerello, per la sua resa sulla tela molto liquida. Che tende a scivolare e ad allargarsi sul supporto, creando degli aloni e un effetto fluo, sfocato. Come quello provocato dalla memoria alla vista di quelle foto a cui l’artista s’ispira, immagini delle quali non ne è unico protagonista. Al contrario, compaiono diversi suoi amici, ripresi in contesti vacanzieri, e poi dipinti. A volte su tele di grandi dimensioni in acrilico, altre volte su piccole carte in acquerello, dove la stessa immagine viene ripetuta come se fosse riflessa in uno specchio. Quasi a voler ribadire il concetto di alterità, insieme ad una spasmodica attenzione per il corpo maschile. Sul quale insiste e indugia con poche e secche pennellate veloci, apprese nel corso della sua formazione nella prestigiosa Accademia di Düsseldorf, città dove attualmente vive. La sua è una pittura che trasuda un’apparente noncuranza di modalità espressiva, una trasandatezza gestuale che però non trascura il lato emotivo. Seppur malinconico.
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Torino, Galleria Alberto Peola, via della Rocca 29
Orari di visita: da lunedì a sabato 15,30-19,30; mattino su appuntamento
Ingresso libero – per informazioni: tel: 011/8124460; 011/19713168; fax: 011/8396467; a.peola@iol.it; info@albertopeola.com; www.albertopeola.com
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