Mentre il Museo del Corso di Roma propone una mostra intitolata ai primi cinque anni del Movimento per l’Arte Concreta di Gillo Dorfles, Atanasio Soldati, Bruno Munari e Gianni Monnet, la GAM di Torino dedica la sua esposizione, più genericamente, alla pittura italiana degli anni Cinquanta. In realtà, l’allestimento nasce per presentare al pubblico le nuove acquisizioni ad opera della Fondazione CRT, circa una quarantina, che recentemente hanno integrato il nucleo di dipinti già incluso nella collezione permanente.
Gli anni ’50 in Italia rappresentarono un periodo di fervida creatività e costante ricerca, rivolta perlopiù all’astrattismo. Furono caratterizzati da una significativa volontà di rinnovamento, ma anche da un proficuo e singolare bisogno di raffronto con le altre realtà internazionali. Riferendosi alla fine del 1956, Gabriella Drudi ha raccontato: “Tornammo [a Roma, da New York] con le foto di Rothko, Motherwell, Cy Twombly […]. Le gallerie, invece delle frange del Realismo, pochi mesi dopo esponevano gli astratti. Gallerie nuove dedicavano mostre a Fautrier, all’art autre di Michel Tapié…”.
In quell’epoca si formarono innumerevoli correnti: il Movimento per l’Arte Concreta (MAC) fondato a Milano nel ’48 – alimentato dalle eredità dell’astrattismo geometrico degli anni Venti e Trenta, lo Spazialismo a cui è legato indissolubilmente il nome di Lucio Fontana (e poi Castellani e Bonalumi), il Movimento Nucleare, il Movimento
In mostra sono presenti opere di Piero Dorazio (Roma, 1927), Carla Accardi (Trapani, 1924), Achille Perilli (Roma, 1927), Antonio Sanfilippo e Giulio Turcato, fondatori nel 1947 – con Attardi, Consagra e Guerrini – del Gruppo Forma 1.
Così come avvenne per quella del MAC, è indubbio che la sua nascita fu in parte influenzata dalla prima Mostra Internazionale di Arte Astratta e Concreta tenutasi nel ’47 a Milano, presso Palazzo Reale.
Istitutore del Gruppo Origine insieme a Giuseppe Capogrossi e a Colla e Ballocco, Alberto Burri è ricordato attraverso ben quattro lavori: Bianco (1952), Sacco
Tra gli artisti più celebri della scena piemontese, da ricordare Pinot Gallizio, Luigi Spazzapan, Carol Rama (La linea di sete, 1954; Composizione, 1959), Giacomo Soffiantino (Rovi, lapidi e luci, 1958) e Francesco Casorati (Battaglia, 1961).
articoli correlati
A Roma la mostra sul Movimento Arte Concreta
La ‘Scuola Italiana’ dell’Astrattismo Maturo
L’informe della materia: intervista postuma ad Alberto Burri
Milano, Galleria Laura Pecci: la personale di Carla Accardi
Roma, Palazzo Venezia: Afro, il colore – dal paesaggio all’astrazione
Torino, Sala Bolaffi: l’antologica di Giacomo Soffiantino
Il nomadismo fantastico di Carol Rama
Torino, GAM: Arnold Schönberg pittore
sonia gallesio
mostra visitata il 18 giugno 2003
Lungo la passeggiata sul Rio Gambis, a Cavalese fino al 29 settembre, sei grandi opere di Antonella De Nisco raccontano…
La proposta culturale della Fondazione Musei Civici di Venezia si estende nell'entroterra, trasformando Mestre in un nuovo polo culturale
Il direttore creativo Francesco Dobrovich ci racconta la settima edizione di Videocittà, il festival che anche quest’anno accende la più…
Nella suggestiva Maison a Saludecio, Casati e Archivio Paolini, fucine del Rinascimento Culturale italiano per la tutela del patrimonio contemporaneo…
Intervista al Consigliere d’Ambasciata Marco Maria Cerbo, che ci ha raccontato la storia dei siti Unesco, dei panda cinesi e…
A Siena, la galleria Fuoricampo, il Museo di storia naturale e l’orto botanico sono le sedi di una mostra diffusa…