Confindustria per i suoi cent’anni sceglie la cultura. Un
connubio vincente per la definizione del primo decennio 2000, perché i lavori
dei 21 artisti per il XXI secolo si propongono come riflessione sulle dinamiche
dell’arte contemporanea in un particolare momento, cioè nel pieno ribaltamento
dell’assetto politico, in cui la città è in bilico fra tradizione e
sperimentazione, fra conservazione del patrimonio e progresso.
In una dimensione entropica, fra tensioni più o meno
rapide, si dispiegano le opere dei 21×21+1: Albero Garutti. Temporali è l’installazione principale
firmata Garutti presentata nella project room. Si tratta di un oggetto luminoso
composto da cerchi in legno con lampadine che, anche se nell’insieme ricordano
una luminaria natalizia, si accendono ogniqualvolta un fulmine cade sul
territorio italiano. Il dispositivo è infatti collegato alla rete del CESI – Centro
Elettrotecnico Sperimentale Italiano e rivela la magnitudine del fenomeno
atmosferico. È uno sguardo verso il cielo che porta l’immaginazione da un luogo
all’altro. Collegandoli.
Il primo lavoro in mostra dei giovani è Italia61 di Matteo Rubbi, il logo in versione scultorea della
manifestazione sul centenario dell’Unità. È l’elogio malinconico e nostalgico
di un tempo passato, memoria solida sulla quale costruire il futuro. Anche il
lavoro di Ian Tweedy, solito a rispolverare la storia con lo sguardo del presente,
ripercorre le immagini di un’epoca attraverso un gran collage sulle imprese dei
dirigibili e dipingendo su un muro, in scala 1:1, un albero in cui è impigliato
un maggiolino Volkswagen.
In questa direzione si collocano anche i video di Rossella
Biscotti e Meris
Angioletti: sugli effetti della tragedia di Chernobyl il primo, più psicologico
il secondo. I Describe the Way and Meanwhile I Am Proceeding Along It di Angioletti è una sorta di non proiezione,
poiché la conversazione è strutturata come rivisitazione di un radiogramma
fantascientifico degli anni ‘40 e prende forma come esercizio di memoria
dell’artista.
I segni del passato si mescolano a volte con oggetti
contemporanei: è il caso dei tavoli di Martino Gamper, residui dei mobili spezzati e
deformi di Giò Ponti che invitano a riflettere sul connubio funzionalità-estetica, oppure
dell’installazione di Ludovica Carbotta, un assemblaggio di materiali lignei di scarto che
ridisegnano la cupola della Cappella della Sindone del Guarini. Non è un omaggio a Torino quanto
un’analisi del vuoto, del dentro e del fuori di uno spazio da cui affrancarsi
come esperienza pregressa.
Nell’esposizione non mancano i meno giovani, gli artisti
di casa Sandretto. Da Paola Pivi a Diego Perrone, passando per Giuseppe
Gabellone e
Patrick Tuttofuoco, le loro opere sono un must per la fondazione. Sono dei divertissement disneyani in cui Pivi sembra giocare con un orso tutto
tenerezza da stringere, per poi scoprire che si tratta di un peluche ricoperto
di piume giallo pulcino. Straniamento anche per le maschere di Tuttofuoco, espressione del desiderio
infantile di trasformarsi in qualcun altro.
Il XXI secolo appare sommariamente fresco, a tratti
frizzante e a volte invece fermo sul riflesso di sé. Come in Colosso
fluviale di Luca
Francesconi dove,
attraverso l’allestimento di un accampamento (con utensili, armi e un pentolino
in cui cuoce del fegato di pesce), l’artista intende rivisitare
antropologicamente l’attività della pesca come una delle più antiche dell’area padana del
Po.
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16
claudio
cravero
mostra visitata il 25 marzo 2010
dal 25 marzo al 31 agosto 2010
21×21. 21 artisti per 21° secolo + Alberto Garutti
a cura di Francesco Bonami
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Via Modane, 16 (Borgo San Paolo) – 10141 Torino
Orario: da martedì a domenica ore 12-20; giovedì ore 12-23
Ingresso: intero € 5; ridotto € 3; gratuito il giovedì ore 20-23
Catalogo disponibile
Info: tel. +39 0113797600; fax +39 01119831601; info@fondsrr.org; www.fondsrr.org
[exibart]
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Fluxus-blitz di Pino Boresta
Auditorium Parco della Musica (Roma)
FLUXUS BIENNIAL - After Fluxus
Ore 20.30 Venerdì 26 Febbraio 2010
Intervista psichica # 2
George Maciunas interviewed by Ramundas Malašauskas
Arrivo, visito velocemente la sala dedicata a Maciunas quando poi Lucio Perotti si mette al pianoforte e incomincia a suonare si raduna tutto intorno un cospicuo numero di persone che si dispone a semi cerchio. Finito il primo brano musicale capisco che è arrivato il mio momento, mi tolgo la giacca che appoggio li accanto e vado in mezzo alla folla vicino al pianoforte e saltando strillo "E meno male che c'è Maurizio Cattelan.... E meno male che c'è Maurizio Cattelan" Nessuno mi interrompe e il pianista continua a suonare come se nulla fosse il pubblico non riesce a capire se ciò facesse parte della performance o meno. Dopo un paio di minuti qualcuno dell’organizzazione mi fa gentilmente cenno di smettere, io nonostante stessi quasi svenendo per la fatica gli faccio segno guardando l’orologio che avevo quasi terminato il mio blitz-perfomance. Continuo così ancora per un altro paio di minuti. Quando esausto smetto, inaspettatamente tutto il pubblico mi saluta con un bel applauso.
Quando poi vistosamente affaticato seduto su una sedia sotto il portico dell’Auditorium qualcuno mi chiede perchè lo avessi fatto, rispondo che era un omaggio a tre menti indubbiamente geniali come George Maciunas, Simone Cristicchi e Maurizio Cattelan e comunque ognuno poteva tirare le proprie conclusioni.
Pino Boresta
Devo ammetterlo - io apprezzo il signor Boresta decisamente più di che il signor Cattelan - !! ed è la pura verità.
Forza Pino che sei davvero un mito.
canzone per voi
http://www.youtube.com/watch?v=PXGF79IOh9Q
si prova a metter sù una discussione un po' meditata che cerchi davvero di formulare dei commenti sensati sul tema del pezzo, poi, come un coniglio dal cilindro, salta fuori il primo facinoroso di una lunga fila e via! tutto si squaglia come neve al sole, ognuno si sente in diritto di intervenire a casaccio, totalmente fuori tema, nei modi più sguaiati, come i goliardi del tempo che fu.
ci si chiede cosa ci stia a fare una redazione, e davvero passa la voglia di intervenire a questi forum
Concordo con lorenza di milano e caro fc possiamo tranquillamente fare a meno di te sei molto meno interessante di tanti altri.
Non è obbligatorio farsi piacere Garutti e la Sandretto e nemmeno parlarci su, bastano la critica e le riviste. Queste danno valore i commenti non ne forniscono ne ne levano ma fanno comodo a exibart.
gentile Giordan di Pisa,
prendo atto del suo commento al mio stesso, forse non ha nemmeno tutti i torti.
avrei magari dovuto scrivere che, fossi stato al posto di quell'ignoto funzionario del Parco della Musica non gli avrei "gentilmente fatto cenno di smettere", al Boresta: lo avrei bensì preso a calci nel sedere cacciandolo dalla sala.
va meglio così?
un caro saluto,
f c
Lo sai caro fc che se tutti la pensassero come lei probabilmente l'arte contemporanea non esisterebbe, ma meno male che lei non conta nulla o almeno lo spero vivamente altrimenti poveri noi.....
Ho trovato un po' offensivo definire "oggetto" il lavoro di Garutti che, al contrario, ancora una volta dimostra la sottile, ampia e affascinante ricerca dell'artista, che è riuscito a realizzare la contemporaneità del tempo in un unico spazio, testimoniando la vitalità della natura e la sua forza.
Per il resto concordo con coloro che criticano le scelte curatoriali che cadono su nomi ormai non più giovani facendoli ancora passare per "giovani", disattendendo la finalità della mostra, ovvero una riflessione sul nuovo secolo.
Concordo con la monotonia, ancora l'orso giallo della pivi e mi viene da domandarmi: ma, nel mentre, la pivi ha realizzato qualcos'altro? Un'artista brillante, che ha eseguito opere interessanti, spiazzanti, originali, che sembra essere implosa.
Tutto il resto è noia.
MA IN DEFINITIVA, CHI ERANO I MIGLIORI IN QUESTA SELEZIONE DI FRANCESCO BONAMI?