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09
ottobre 2007
fino al 31.X.2007 Diego Scroppo Torino, Guido Costa Projects
torino
Una pittura densa, sensuale. Racchiusa da cornici con suggestioni neogotiche e kitsch. Popolata da strane creature, simili a esseri alieni, poggiate sul pavimento. In mostra, la nuova scommessa di Guido Costa...
Diego Scroppo (Torino, 1981) ha ventisei anni e frequenta ancora l’Accademia di Belle Arti. È una scommessa, quella di Guido Costa, che gli fa una personale, peraltro interessante, rivelativa di una buona capacità d’ideazione, con un impianto di lavoro originale. Scroppo nutre un interesse profondo per la realtà zoomorfa. Un progetto recente è incentrato sul tema del passaggio, sugli stati metamorfici, sul divenire esaminato attraverso la trasformazione di alcuni bozzoli che, schiudendosi, danno vita a farfalle. Nel video Cuerpos en el espacio si coglie invece l’idea di un movimento che non riesce ad affrancarsi dai vincoli della realtà: in una stanza si muovono corpi, ripresi in posture diverse, in una prospettiva sincronica. Paiono ondeggiare nel vuoto, leggeri, liberi, in assenza di gravità. Ma il movimento è bloccato nello spazio stretto di una stanza bianca -che evoca le celle manicomiali- con un forte effetto claustrofobico.
Lo stimolo del mondo animale è evidente anche in questa mostra, Senza luce, segnata dalla volontà di ritornare all’origine, di esplorare quel che si cela dietro la soglia del conosciuto. Il progetto assembla una congerie di elementi. Fra gli altri, un gruppo di dipinti realizzati con lacche su plexiglas, in cromatismi bianchi e neri, strane cascate colanti, con un effetto sensuale di turgore e densità.
La pittura è racchiusa da cornici fantasiose, con le reminiscenze e le allusioni più diverse, dal neogotico al barocco, al kitsch. L’effetto è un’immagine animata, che richiama la costruzione di un “bestiario” nato da un’immaginazione affabulante. Quest’idea è sottolineata in modo particolare dalle due “creature” disposte sul pavimento. L’una, in resina chiara, ricorda un essere alieno, il cui corpo è segmentato; l’altra, in resina scura, rammenta una manta, raggomitolata su sé stessa. Di fronte a quest’ultima, una curiosa protuberanza pittorica è contenuta da un vetro.
Calotte vitree di forma ovoidale o sferica “proteggono” qua e là i dipinti, conferendo all’insieme un che di fantascientifico, d’indecifrabile. Suggerendo uno slancio che richiama le infinite e strane forme di vita disseminate nell’universo, vivissime nell’inconscio. Il materiale sintetico dalla plastica alla resina, contrasta con il mondo organico. Questo percorso dalla suggestione biologica all’arte potrebbe apparire azzardato, invece è del tutto credibile. Lo spazio buio della galleria esalta la cifra enigmatica, l’idea di una voragine cosmica, nella quale proliferano forme di vita a noi ignote. E, proprio per questo, affascinanti.
Lo stimolo del mondo animale è evidente anche in questa mostra, Senza luce, segnata dalla volontà di ritornare all’origine, di esplorare quel che si cela dietro la soglia del conosciuto. Il progetto assembla una congerie di elementi. Fra gli altri, un gruppo di dipinti realizzati con lacche su plexiglas, in cromatismi bianchi e neri, strane cascate colanti, con un effetto sensuale di turgore e densità.
La pittura è racchiusa da cornici fantasiose, con le reminiscenze e le allusioni più diverse, dal neogotico al barocco, al kitsch. L’effetto è un’immagine animata, che richiama la costruzione di un “bestiario” nato da un’immaginazione affabulante. Quest’idea è sottolineata in modo particolare dalle due “creature” disposte sul pavimento. L’una, in resina chiara, ricorda un essere alieno, il cui corpo è segmentato; l’altra, in resina scura, rammenta una manta, raggomitolata su sé stessa. Di fronte a quest’ultima, una curiosa protuberanza pittorica è contenuta da un vetro.
Calotte vitree di forma ovoidale o sferica “proteggono” qua e là i dipinti, conferendo all’insieme un che di fantascientifico, d’indecifrabile. Suggerendo uno slancio che richiama le infinite e strane forme di vita disseminate nell’universo, vivissime nell’inconscio. Il materiale sintetico dalla plastica alla resina, contrasta con il mondo organico. Questo percorso dalla suggestione biologica all’arte potrebbe apparire azzardato, invece è del tutto credibile. Lo spazio buio della galleria esalta la cifra enigmatica, l’idea di una voragine cosmica, nella quale proliferano forme di vita a noi ignote. E, proprio per questo, affascinanti.
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Guido Costa Projects
Via Mazzini, 24 (Borgo Nuovo) – 10123 Torino
Orario: dal lunedi al sabato ore 11-13 e 15-19
Ingresso libero
Info: tel. +39 0118154113; fax +39 0118158004; info@guidocostaprojects.com; www.guidocostaprojects.com
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