Diego Scroppo (Torino, 1981) ha ventisei anni e frequenta ancora lâAccademia di Belle Arti. Ă una scommessa, quella di Guido Costa, che gli fa una personale, peraltro interessante, rivelativa di una buona capacitĂ dâideazione, con un impianto di lavoro originale. Scroppo nutre un interesse profondo per la realtĂ zoomorfa. Un progetto recente è incentrato sul tema del passaggio, sugli stati metamorfici, sul divenire esaminato attraverso la trasformazione di alcuni bozzoli che, schiudendosi, danno vita a farfalle. Nel video
Cuerpos en el espacio si coglie invece lâidea di un movimento che non riesce ad affrancarsi dai vincoli della realtĂ : in una stanza si muovono corpi, ripresi in posture diverse, in una prospettiva sincronica. Paiono ondeggiare nel vuoto, leggeri, liberi, in assenza di gravitĂ . Ma il movimento è bloccato nello spazio stretto di una stanza bianca -che evoca le celle manicomiali- con un forte effetto claustrofobico.
Lo stimolo del mondo animale è evidente anche in questa mostra,
Senza luce, segnata dalla volontĂ di ritornare allâorigine, di esplorare quel che si cela dietro la soglia del conosciuto. Il progetto assembla una congerie di elementi. Fra gli altri, un gruppo di dipinti realizzati con lacche su plexiglas, in cromatismi bianchi e neri, strane cascate colanti, con un effetto sensuale di turgore e densitĂ .
La pittura è racchiusa da cornici fantasiose, con le reminiscenze e le allusioni piĂš diverse, dal neogotico al barocco, al kitsch. Lâeffetto è unâimmagine animata, che richiama la costruzione di un âbestiarioâ nato da unâimmaginazione affabulante. Questâidea è sottolineata in modo particolare dalle due âcreatureâ disposte sul pavimento. Lâuna, in resina chiara, ricorda un essere alieno, il cui corpo è segmentato; lâaltra, in resina scura, rammenta una manta, raggomitolata su sĂŠ stessa. Di fronte a questâultima, una curiosa protuberanza pittorica è contenuta da un vetro.
Calotte vitree di forma ovoidale o sferica âproteggonoâ qua e lĂ i dipinti, conferendo allâinsieme un che di fantascientifico, dâindecifrabile. Suggerendo uno slancio che richiama le infinite e strane forme di vita disseminate nellâuniverso, vivissime nellâinconscio. Il materiale sintetico dalla plastica alla resina, contrasta con il mondo organico. Questo percorso dalla suggestione biologica allâarte potrebbe apparire azzardato, invece è del tutto credibile. Lo spazio buio della galleria esalta la cifra enigmatica, lâidea di una voragine cosmica, nella quale proliferano forme di vita a noi ignote. E, proprio per questo, affascinanti.