Von Hartmann nel Novecento
palesa il suo dissenso sul fiore reciso: “
È un organismo ferito a morte i
cui colori non sono ancora sbiaditi, è un capo ancora vivo e sorridente che è
stato staccato dal suo torso”.
Negli spazi del Pav
ha preso vita il progetto
Greenhouse, serra, luogo in grado di diffondere calore agli
organismi che abitano nel grembo della struttura.
Winter,
Summer e
Autumn sono le esposizioni che si sono
succedute, prendendo spunto dai cicli delle stagioni. Gli artisti coinvolti
nella realizzazione delle opere hanno indagato l’interazione uomo-ambiente. Un
uomo figlio della tecnica, che spesso agisce indiscriminatamente sulla natura.
Autumn conclude l’intenso ciclo con il
contributo di Nicola Toffolini, Diego Bonetto e Laura Viale.
All’ingresso abita
lo spazio l’installazione
Bosco nel senso stretto del termine di
Nicola Toffolini (Udine, 1975). Sul pavimento giace
il corpo di un nespolo, la cui cima fuoriesce da una scatola rovesciata.
Nonostante l’innaturale posizione, la pianta resta in vita, traendo nutrimento
dalla terra posta al fondo dell’involucro. Una serie di altri cartoni, ancora
in piedi, celano un contenuto immaginario e nascosto, che riconduce alla
presenza-assenza di alberi dalle medesime sembianze. Il cartone è lo stadio
ultimo dell’organismo vegetale, al termine del suo sfruttamento. In una fase
successiva il nespolo verrà deposto nel giardino esterno, in un habitat ideale.
In
Giù la testa
vs su la testa,
gli organismi vegetali sono rinchiusi in una cornice-contenitore, con
sofisticati sistemi d’illuminazione, ventilazione e controllo dei fluidi. Dai
vasi in alluminio crescono porzioni di prato nel ciclo continuo della forzata
primavera perenne. Il display scandisce lo scorrere del tempo, che raggiunge il
culmine del tragico quando la cesoia taglia il prato, con una gelida
meticolosità meccanica.
L’artista attua una
riflessione concettuale sull’antropizzazione dell’uomo. La natura non ne uscirà
mai totalmente sconfitta, come dimostrano i fili d’erba che sfuggono alla
falciatura della lama. Nella realizzazione grafica,
Tre pesi e tre misure, sono raffigurate le fasi del
taglio. Alla riduzione degli steli d’erba vengono contrapposti i cumuli dei
resti che creano materia sul terreno.
BedaForager, di
Diego Bonetto (Torino, 1969; vive a Sidney), si
sviluppa sulla tematica del precedente
Weedy Connection, incentrato sulle differenti
identità culturali poste in relazione all’habitat. È un software che permette
ai fruitori, attraverso l’ausilio dei palmari, di riconoscere le specie
vegetali presenti nel giardino esterno, cogliendole in modo virtuale.
Laura Viale (Torino, 1967), nel video
Alla
fine del mondo,
crea seducenti cromatismi nella narrazione di confine al di là degli Stati
Uniti, sospendendo il tempo in un luogo reale e simbolico. In
00/00 riesce a destrutturare una foglia
attraverso un disegno vettoriale. La risultante è un’opera in divenire, un
tracciato che assume la parvenza di una mappa stradale, in cui perdersi per
ritrovarsi.