23 febbraio 2010

fino al 4.III.2010 Paola Anziché / Paolo Piscitelli Torino, Fondazione Sandretto

 
Un nuovo appuntamento per Torino. Una città che continua a trasformarsi e a premiare i giovani che si distinguono. Cercando nel nomadismo e nel dinamismo l’ispirazione per progetti che si nutrono di suggestioni oltre confine...

di

Con Greater Torino la Fondazione Sandretto inaugura un nuovo ciclo di
mostre a cadenza annuale, dedicato a giovani artisti legati alla città sabauda
che abbiano dimostrato, attraverso un lungo percorso di ricerca, la volontà di
confrontarsi con altre realtà. L’obiettivo privilegiato è fornire una cornice
adeguata a giovani creativi che si siano spinti oltre i confini abituali,
avendo come riferimento l’immagine di una città, Torino, che tenacemente cerca
di resistere alla situazione di impasse dominante, forte della sua vocazione alla ricerca e all’innovazione.
La scelta per il 2010
coinvolge Paolo Piscitelli e Paola Anziché.
Paolo Piscitelli (Venaria, Torino, 1971;
vive a Torino e in Texas) lavora da sempre con elementi che s’innestano
nello spazio, creando volumi e configurazioni poliedriche che si nutrono del
vuoto per creare aggregazioni spontanee di elementi modulari. L’artista spazia
dalle geometrie semplici, che si trasformano in organismi complessi, ai
fenomeni strutturali, che studiano il consumo dell’energia, per approdare in
quest’occasione all’analisi del territorio vissuto come luogo di memoria e
trasformazione.
Paolo Piscitelli - 107 days / 107 drawings - 2009
In Sign of the Time l’opera deve leggersi alla luce del processo di
raccolta d’informazioni e “reperti urbani” che vengono poi trasposti sulla
parete bianca, per lasciare una traccia simbolica della loro storia. Si tratta
della sovrapposizione di forme e lettere d’insegne fotografate negli Stati
Uniti nell’ultimo anno, appartenenti ad attività dismesse: sul muro bianco
della fondazione è come se fossero esistite e poi successivamente smantellate.
Solo la sporcizia è rimasta ad aleggiare come uno spettro nella nebbia degli
sconquassi economici del paese.
Paola Anziché (Milano, 1975; vive a Torino) crea sculture con
l’utilizzo di tappeti che, secondo gli intendimenti del progetto, dovrebbero
interagire con il pubblico, metafora dell’idea del territorio, del viaggio e
del nomadismo. L’opera prodotta per Greater Torino, Spaziando, si ispira alla figura dell’artista brasiliana Lygia
Clark
, che negli anni ‘60 fu tra coloro che individuarono come
chiave di fruizione di un’opera il coinvolgimento del pubblico all’interno di
essa.
Paola Anzichè - Spaziando - 2010
Il principio è quello
dell’opera aperta, ampiamente elaborato e sperimentato da vari personaggi, tra
i quali Gianni Colombo in Italia con lo
Spazio Elastico, e che ha visto innumerevoli varianti fino ai più
recenti allestimenti dell’ultima Biennale di Venezia. Paola Anziché progetta
una grande rete elastica che si aggrappa ai muri del museo e invita il pubblico
a entrare all’interno delle maglie e a deformarle, per creare nuove relazioni
con lo spazio.

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Piscitelli a Rovereto

barbara reale
mostra visitata il 2 febbraio 2010


dal 2 febbraio al 4 marzo 2010
Greater
Torino – Paola Anziché / Paolo Piscitelli
a cura di Irene Calderoni e Maria Teresa Roberto
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Via Modane, 16 (Borgo San Paolo) – 10141 Torino
Orario: da martedì a domenica ore 12-20; giovedì ore 12-23
Ingresso: intero € 5; ridotto € 3; gratuito il giovedì ore 20-23
Info: tel. +39 0113797600; fax +39 01119831601;
info@fondsrr.org; www.fondsrr.org

[exibart]


15 Commenti

  1. L’intenzione è buona ma il risultato non mi è parso perfetto, forse sarebbe meglio presentare un artista per volta, qui se non ci sono le didascalie non sai chi ha fatto l’opera se Paolo o Paola.

    Non si capisce che differenze ci siano fra i due, perché una artista fa un lavoro. Quello che si vede è già stato sperimentato da tanti altri per cui paiono ancora in formazione questa due artisti, per cui le opere così sparse mi paiono troppo in definizione, ma forse sarà voluto?

  2. Io credo che il problema sia dover fare i conti con un linguaggio che ha gia’ risolto ogni conflitto. Un linguaggio ingombrante, da affrontare con una certa indipendenza coinvolta. Il rischio e’ quello di perpetuate una certa burocrazia della creatività. La Anziche’ ha l’energia per esasperare ulteriormente alcune sue intuizioni. Il richiamo di alcuni codici e’ come il canto delle sirene di Ulisse.

  3. Piscitelli è un artista assolutamente sopravvalutato e comunque in pista da più di dieci anni..la Sandretto poi si muove per i “giovani” in curiosa coincidenza con l’anno dedicato agli stessi

  4. signor doattime,
    davvero, secondo lei, “non si capisce che differenze ci siano fra i due”? forse dovrebbe tornare a visitare la mostra, con maggiore attenzione, e poi verificare il suo giudizio, che davvero mi sembra alquanto superficiale.
    c f

  5. ci tornerò con piacere, ma non penso che il mio giudizio possa cambiare tanto, provi lei ad entrare, a sinistra il lavoro di Paola, poi lentamente su un lato quelli di Paolo e sull’altro quelli di Paola, ma se toglio le scritture informative, vorrei vedere se lei sarebbe capace ad attribuire i lavori, per non dire che se sfogli una delle solite pubblicazioni d’arte troverà decine di lavori simili, leggeri, impalpabili, senza un filo profondo se non il fare per fare, così tanto per riempire il tempo, usare bric e brac trovati in giro, assemblati, un testo fanè per dare un poco di supposte idee, via ma questo sarebbe un artista?

    Per me un allievo, peccato che Paola e Paolo hanno più di 35 anni, quando avranno una forma espressiva propria, unica e valida?

    Capisco che la giovinezza si espande ma secondo me se questi sono i frutti, scompariranno tutti e nessuno se ne amareggerà…

    Se mi sbaglio aspetto con piacere aspetti positivi che mi sono sfuggiti, osservazioni e stimoli che non ho percepito, grazie anticipatamente

  6. signor doattime,
    lei è davvero un po’ confuso.
    prima di tutto, si può entrare nello spazio da due porte (che si trovano sullo stesso muro, sono quindi parallele) e lei troverà quindi, entrando da quella di sinistra soltato i lavori di Piscitelli, entrando da quella di destra soltanto i lavori di Anzichè.
    inoltre, conoscendo bene il modo di lavorare di Piscitelli (molto, molto meno quello di Anzichè, su cui non mi pronuncio quindi) le posso dire che le sue critiche sono immotivate e ingiuste, fatte così tanto per fare, come peraltro spesso accade su questo forum.
    perdoni la franchezza, ma se lei parte da questi preconcetti, forse è davvero inutile che ritorni a visitare la mostra.
    saluti,
    c f

  7. Guardate che il problema è generalizzato, e non importa parlare di piscitelli piuttosto che di anzichè. Siamo in una fase di passaggio, in cui il linguaggio del contemporaneo è in crisi. E’ in crisi perchè sembra che siano finiti i “conflitti”, le urgenze reali. E credo anche nella buona fede e nella passione sincera di diversi artisti. Inevitabilmente però l’appiattimento dei contenuti e la loro interscambiabilità, fanno emergere le relazioni pubbliche e private come elemento che può fare la differenza. Le scelte nascono dalla casualità e dalle segnalazioni “amicali” perchè un buon linguaggio standard equivale a quell’altro.

  8. Non penso di essere confuso, si entra da una porta poi sul lato destro (entrando) c’è la Paola con sta rete …. che occupa tutto lo spazio e sulla sinistra più agevolmente si passa, senza conoscere il percorso artistico di uno o dell’altro, ma anche conoscendolo, non si nota nulla di significativo, oggetti visti e rivisti, giusto cose molto simili all’ultima biennale di lione, già tristissima di suo, che non dicono proprio un bel nulla se non esercizi tecnici da liceo artistico, come richiesto vorrei che lei mi dica per quale motivo dovrei bearmi di tali oggetti, opere artistiche (?), non sono belli, non hanno un senso ampio e stimolante, simili a troppi altri etc… su salviamo qualcosa, ma io non so proprio che cosa, lei?

    ps prima di scrivere ho anche visitato il sito di Paolo nella speranza di trovare qualcosa, ma mi rammarica notare che se nei primi anni c’era una ricerca che faceva sperare interessanti sviluppi ora mi pare una certa staticità, sulla Paola, mi pare una mediocre copiatura della Sissi, che già non brillava per meraviglia…

  9. x cf grazie per non aver trovato nessun appiglio per giustificare la mostra su P& P…

    x lucarossi, non penso proprio sono anni che su questo sito affronto questi temi… ben vengano altri punti di vista tanto più quando ben espressi e sostenuti da reali motivazioni di amore per l’arte

  10. gentile doattime,
    lei mi tira per i capelli..
    il linguaggio che usa è un po’ stravolto, ovvero lei stravolge i termini della questione.
    “giustificare la mostra su P& P… “: ma sta scherzando?
    lei dovrebbe darsi una calmata, e farsi una ragione del fatto che certe cose sono fuori della sua portata, non c’è niente di male, ognuno arriva dove può, e poi qualsiasi opera evoluta del pensiero, in qualsiasi campo, alla fine si rivolge a pochi, mentre per certe altre manifestazioni, molto più accessibili, gli adepti non si contano.
    magari potrebbe dedicarsi a quelle, gliene potrei indicare migliaia, ma penso che le conosca già bene, quindi mi astengo dal farlo.
    con questo chiudo.
    buona domenica!
    c f

  11. Caro Cf,
    complimenti per la fuga verso il vuoto, io non tiro nessuno per i capelli, al limite cerco di dialogare e di avere argomenti reali, nei termini del linguaggio, ma forse io non ci arriverò, giustamente sono solo una 30 di anni che mi occupo di arte e non è detto che ci capisco molto, migliaia di mostre, libri, frequentazioni etc.. non vogliono dire nulla…

    Ma faccia uno sforzo per gli altri e dia alcuni elementi per dare senso alle sue parole, visto che saranno elevate e di esclusivo giro di intenditori come lei, e che potranno bearsi di questa esclusiva frequentazione, spero in un testo ricercato e citazionista, con voli espressivi e metafici, augurabile qualche citazione dotta e una serie di stratificazioni nel messaggio in modo tale da dare molteplici letture e complessi rimandi, qui noi tutti attendiamo la luce, ci abbaglierà ma varrà l’aver vissuto..

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