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Fino al 4.XI.2018 | Futures 2018 | Camera, Torino

di - 2 Novembre 2018
La piattaforma europea Futures presenta una delle sue prime attività con la mostra Futures 2018, ospitata nella project room di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di via Rosine, fondatore del progetto assieme a British Journal of Photography (Regno Unito), Hyères Festival (FR), FOMU (BE), Fotofestiwal Lodz (PL), PHotoESPAÑA (ES), PhotoIreland (IR), Photo Romania Festival (RO), Robert Capa Contemporary Photography Center (HU) e Triennial of Photography di Amburgo (DE). Futures si pone l’obiettivo di promuovere la produzione di autori emergenti attraverso esposizioni, workshop, talk ed eventi di varia natura, con lo scopo di circuitare artisti favorendone una carriera internazionale.
La mostra torinese, a cura di Giangavino Pazzola, riunisce le ricerche di sei autori emergenti Umberto Coa, Teresa Giannico, Vittorio Mortarotti, Anna Positano, Armando Perna, Lorenzo Pingitore, segnalati da un comitato composto da Ilaria Bonacossa (Direttore Artissima – Torino), Diane Dufour (direttore Le Bal – Paris), Francesca Lavazza (collezionista), Beatrice Merz (Fondazione Merz – Torino) e Walter Guadagnini (direttore CAMERA – Torino).
Le tematiche ed espressività artistiche raccolte mettono in scena un diversificato spaccato della fotografia emergente italiana, immersa in immaginari individuali che trovano un punto di sintesi primariamente nella tecnica di realizzazione delle opere. Tra le urgenze, appare ritornare con insistenza il tema della fotografia quale mezzo di documentazione di cui Umberto Coa si prende gioco con Ne bastavano quarantacinque (2018), un’opera composta da apparato fotografico e scultoreo allestito con modalità museali (richiamate anche dalla collaborazione attivata con il Museo Entoantropologico di Sutera) ma composto da elementi costruiti appositamente per trasformare una vicenda storica in storia fantastica. Con una simile tensione, Teresa Giannico si approccia al mezzo fotografico come elemento di riproduzione simil veritiera della realtà, confrontandosi con la storia dell’arte italiana e internazionale. Partendo da un campionario per immagini di oggetti di design reperibili online, Stanza Con Sedia Da Arbitro E Ruota Di Marmo (2018) si mostra come una possibile filiazione della pittura metafisica, impiantata in un contesto socio-economico profondamente caratterizzato dall’estetica digitale. Il cut up di oggetti quanto la sovrapposizione di pseudo tridimensionalità raccontano un mondo di stanze e scatole immaginifiche, che si configurano quali dimensioni parallele dal gusto un po’ pop e decadente, muovendosi tra le isole di Alberto Savinio e il collage pop di Richard Hamilton, esposto nella mostra “Camera POP”, allestita nelle sale principali del medesimo museo.
Vittorio Mortarotti, Untitled (2018)
La pratica fotografica come composizione è centrale nella serie Paramenide (2018) di Lorenzo Pingitore, di cui sono esposti due scatti che ritraggono una sfera bianca in scenari dalla bellezza suggestiva quali Villa Pisa e Lago Verde. L’elemento geometrico, come un compagno di viaggio del fotografo, si inserisce armonicamente nell’inquadratura partecipando a una visione della natura colta nella sua dimensione liminale tra l’elemento selvaggio e la costante rielaborazione della sua forma ed espressività per opera dell’intervento umano. La natura nelle fotografie di Armando Perna è invece descritta quale elemento discontinuo e forma mutevole, come esposto nel progetto Un paesaggio instabile. Calabria 1783/2018, contrazione di immagini d’archivio settecentesche e incisioni dilettantesche con fotografie scattate in questo anno solare, volta a creare un confronto tra le epoche sulla base delle trasformazioni del luogo. Un unico soggetto sviluppato in una successione temporalmente limitata di scatti, e raffiguranti la passeggiata sul mare di Genova, è invece alla base del lavoro Lungo Mare Canepa (2018) di Anna Positano. Collocato su un tavolino che ne accentua lo sviluppo orizzontale a leporello, il libro d’artista si sviluppa come un susseguirsi di immagini che, lette una dopo l’altra, ricostruiscono un possibile sguardo continuo su una strada fortemente trafficata, la quale delimita la possibilità dell’osservatore di vedere il mare. La prassi della fotografia documentativa è infine centrale nell’opera Untitled (2018) di Vittorio Mortarotti, interessata a raffigurare e fissare riti di possessione messi in atto dalle popolazioni che abitano le isole dell’arcipelago della Repubblica democratica di São Tomé. L’istantaneità dello scatto racconta momenti in bilico tra i due stadi di vita razionale e irrazionale, così come la posizione e il ruolo di un atto interiore entro la dimensione collettiva, trasportando dinamiche di partecipazione pubblica a migliaia di chilometri di distanza.
Alessandra Franetovich
Mostra visitata il 12 ottobre 2018
Dal 4 ottobre al 4 novembre 2018
Futures 2018
CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia.
Via delle Rosine 18, 10123, Torino
Info: 0110881150; camera@camera.to; www.camera.to

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