06 dicembre 2007

fino al 5.I.2008 Carlo Steiner Torino, Gagliardi Art System

 
Niente è al proprio posto. Blasoni scaldano come stufe elettriche. Alveari suonano come altoparlanti. Sangue sacro s’addensa come concentrato di pomodoro. Pesci mangiano ostie e farfalle di pane. Intarsi lignei pubblicizzano sconti e réclame. Ogni giudizio reale deve finire...

di

Qualsiasi ispirazione deriva da una facoltà di sospensione. Il lirismo e il mondo della metafora sarebbero una fulminazione pietosa se fossero privati di quello slancio stantìo che dilata tempo e parole sino a farli scoppiare. Universi imperturbabili. Spargimenti in espansione. Non c’è vera ispirazione che non sorga dall’anomalia di una visione. Un’apertura più vasta del mondo. Mentre in parallelo, nel gomitolo del linguaggio, i vocaboli -per catacresi- sconfinano gli uni negli altri, come se nessuno potesse raggiungere l’equivalente reale della dilatazione interiore. Negando così, in assenza di giudizio, ogni dimensione apolide. Quella soggettiva, quella psicologica, quella oggettiva e persino quella empirica. Questa levitazione è l’epoché dell’immaginario artistico. La rottura trascendente di parole cave, nate dall’uso quotidiano e sollevate miracolosamente alle vette dell’allucinazione tridimensionale.
A ritmo di questo strano girotondo, Carlo Steiner (Terni, 1957) trasmette la propria poetica negli oggetti che crea. In galleria propone un’ultima serie di opere. La sospensione si manifesta attraverso quattro installazioni, un video e una scultura, inglobando la verosimiglianza di due diversi registri. Quello aulico e quello del quotidiano.
Carlo Steiner - Herald I-II-III - 2007 - ceramica refrattaria, resistenza di nichel cromo - cm 25x35x10 ognuno - courtesy Gagliardi Art System, Torino
Esposti all’ingresso, tre blasoni in ceramica bianca sorreggono altrettanti leoni incandescenti, riscaldati da resistenze elettriche. Al centro della seconda sala, una piccola scultura di un Gesù risorto prende le forme emergendo dalle pastosità del concentrato di pomodoro. U’ Gioia, questo il titolo dell’opera, è forse il pezzo più singolare di tutta Epoché. In chi guarda e nota le sbavature del succo di pomodoro, impresse nel gesto della sacra benedizione, scatta un’urgenza. Una smania di significazione. Perché si è messi di fronte a un significante né idolo né tanto meno icona. Rimanendo costante simbolo di passione. Rappresa.
Poco più a sinistra, con Regina, Steiner installa in galleria una leziosa consolle composta da sedie e tavolini intarsiati. I legni impiegati cangiano dal biondo allo scuro. Le composizioni degli intarsi riproducono però réclame di sconti presa a prestito dalle grafiche promozionali dei supermercati. Da qui deriva il titolo dell’installazione, allusivo al nome di una nota marca di pizza surgelata.
Carlo Steiner - Cell - 2007 - alveari di vespe, rete metallica, casse acustiche - cm 60x30x40 / Epoché - 2007 - dvd - 2'58'' - courtesy Gagliardi Art System, Torino
Al piano sottostante, componenti opposte, ancora una volta pacificate eppure in contrasto, coesistono compenetrandosi. Natura e artificio, sfregando tra loro, danno vita all’unica installazione sonora della mostra. Con Cell, l’artista riproduce suoni cupi, lenti e bassi, facendoli vibrare attraverso casse acustiche che utilizzano come membrana di risonanza il pastiche di più alveari disabitati e assemblati tra loro.
Una personale fatta di luoghi comuni, che non hanno la pretesa vincolante di cambiare la forma né il contenuto delle cose. Trasformando lo sguardo in una visione senza pre-giudizio. Meraviglia sospesa.

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dal 10 novembre 2007 al 5 gennaio 2008
Carlo Steiner – Epoché
a cura di Elisa Del Prete
Gagliardi Art System Gallery
Corso Vittorio Emanuele II, 90 (zona Porta Nuova) – 10121 Torino
Orario: da martedì a sabato ore 15-20
Ingresso libero
Info: tel. +39 01119700031; fax +39 01119700032; gallery@gasart.it; www.gasart.it

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