Il Castello di Rivoli ospita fino al 5 maggio un’imperdibile mostra di Shirin Neshat, a cura di Giorgio Verzotti. Sono presenti quattro video (due fin’ora inediti in Italia) e alcune fotografie.
La poetica della Neshat si muove narrativamente tra
Rapture vede due schermi posti l’uno di fronte all’altro: da un lato un gruppo di donne, dall’altro gli uomini. Sono due universi contrapposti e, fino alla fine, non immediatamente comunicanti. Si guardano l’un l’altro, forse l’uno rappresentando per l’altro il proprio destino – che è anche e soprattutto quella di dover destinalmente fare i conti con l’Altro-da-sé.
Alla fine le donne prendono il largo su una grande barca, e solo allora gli uomini alzano le mani in segno di saluto: quasi che le due realtà potessero comunicare solo nel momento in cui la via è stata intrapresa.
In un altro video una donna canta, sola, di fronte a una radio che trasmette una canzone d’amore, mentre in un terzo una donna senza chador grida per le strade di una città mediorientale, osservata, ma non compresa dai passanti. Infine Passage (con musiche di Philip Glass) si concentra sui simboli di nascita, morte e sacro.
Il sacro va qui però ben al di là del significato religioso del termine, ma nel senso storicizzato della
Così si risolve la dialettica irrisolta: tra donna e uomociò che avviene è “il dono dell’altro”, nel senso che all’altro appartiene, essenzialmente, eppure gliene viene fatto dono. Questa dinamica può avvenire solo a condizione relazionarsi all’altro tirandosi fuori dagli schemi dialettici tradizionali (e quindi anche dall’accezione più comune del multiculturalismo). Il dono “di ciò che non si ha” (citando ancora una volta Heidegger) è proprio l’altro: il suo destino, la sua storia e la sua irriducibile identità, di cui noi rappresentiamo il completamento e che è l’unico dono possibile.
Così come nelle notissime fotografie della Neshat in cui le parti scoperte del corpo della donna avvolta nel chador riportano frasi di poesie e si contrappongono alla
radice, con cui si è inesorabilmente e felicemente destinati a fare i conti.
articoli correlati
Iran a Torino in occasione di questa mostra. Una rassegna di giovani registe
‘La generazione delle immagini’ incontra anche la Neshat
link correlati
www.castellodirivoli.com
Maria Cristina Strati
mostra visitata il 2 febbraio 2002
Sono protagoniste nella retrospettiva dedicata a uno dei membri più noti del Nouveau Réalisme: le "macchine inutili" di Tinguely riempiono…
Una favola che parla di drammi intimi e ricorre agli stereotipi del melodramma, ma rimane agile, nonostante tutto. La recensione…
Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identità visive e culturali e della loro rappresentazione nel terzo…
Finalisti, entrambi, di exibart Prize N 4, Valentina Gelain e Bekim Hasaj presentano in Finlandia The Shell Cracked, un ciclo…
Negli spazi di Mare Karina è in corso la prima personale di Beatrice Favaretto. Il progetto Multiple Maniacs è un…
65 gallerie da 15 Paesi e la conferma di un mercato internazionale sempre più interessato alla ceramica moderna. Ecco che…
Visualizza commenti
pare che la ricerca estetica, formale, visiva di questa arista non conosca interruzioni!!!
sempre bellissime le sue immagini