13 aprile 2012

fino al 5.V.2012 Jason Dodge Torino, Galleria Franco Noero

 
Opere che coinvolgono il pensiero. Che obbligano il visitatore a cercarle, per ritrovarle in posti diversi, quasi come delle note musicali all’interno di una melodia armonica -

di

Artista concettuale che utilizza i meteriali come idee, Jason Dodge (Newtown, U.S.A, 1969) esprime la sua poetica attraverso sculture minimali e interventi spaziali. Il suo lavoro consiste in oggetti che detengono una storia invisibile. Ed è l’economia della forma, della poesia e della scrittura utilizzata nello spazio, a decidere l’ubicazione di ogni opera. Se si considera la lettura come atto di creatività, ognuno di questi oggetti, portatore di un processo e di un significato, forma con gli altri una rete di associazioni che tesse lo spazio narrativo e poetico dell’idea che l’artista vuole esprimere. Ed è cercando di seguire questa narrazione, nei due project space in Piazza Santa Giulia e tra i vari livelli di Casa Scaccabarozzi, che ci si muove; come in uno spartito musicale all’interno di una melodia armonica.
Dei semplici cuscini posati per terra, in spazi scelti accuratamente dall’artista, compongono le opere The Ornithologists are Sleeping e The Crippled are Sleeping. Cuscini, che per un certo periodo sono stati utilizzati da una sola persona, appartenente a una categoria precisa (in questo caso, da ornitologi e da persone menomate), che posandoci regolarmente la testa sopra, hanno caricato questi oggetti di un nuovo significato, trasferendo al visitatore i loro sogni e i loro pensieri (forse relativi agli uccelli o agli arti amputati, o forse no). Un oggetto « spugna » che trasmette con certezza il solo fatto che qualcuno vi ha dormito sopra: un qualcuno di cui si conosce solo un aspetto, che basta però a far riflettere e sognare. Osservando gli ultimi due cuscini di The Ornithologists are sleeping, posti in una stanza piccola e piena di finestre, si può avere l’impressione che fossero essi stessi, o gli ornitologi che li hanno utilizzati, ad essere degli uccelli chiusi in una gabbia.

E l’invenzione, nel caso di Jason Dodge, deriva da oggetti che esistono già, oggetti familiari, di uso comune, che attraverso combinazioni inaspettate, presentati in contesti diversi e portati ad assumere nuove funzioni, si trasformano e danno origine ad un qualcosa di nuovo, ad un significato diverso. Un’idea che si può cogliere se si lascia cedere il passo alle emozioni, se si riflette profondamente su come si vivono le cose. Un significato che si deve cercare e scoprire perchè non si può vedere tutto in un’opera. O meglio, anche ciò che non si vede fa parte dell’opera e contribuisce a darle un certo significato.
Una pila di lenzuola provenienti da un hotel che un servizio di biancheria ha consegnato alla galleria, testimoniano la presenza di tutte le persone che le hanno adoperate prima che venissero lavate e riutilizzate da altri. Il lavaggio cancella quest’unica testimonianza di vita, presente nel contatto e nell’uso di quest’oggetto: Anyone rappresenta quindi la raccolta di un qualcosa che non c’è più. Perchè una presenza può essere invisibile e una cosa che si utilizza ha una storia che non sempre si vede o si conosce. Del resto, non sono il senso e l’immaginazione a dare agli oggetti la vita?

sara de paoli
mostra visitata il 22 marzo 2012

 
dal 22 marzo al 5 maggio 2012
Jason Dodge
Galleria Franco Noero
Main Space: Via Giulia di Barolo 16/D (10124) Torino
Project space: Piazza Santa Giulia (10124) Torino
Orario : dal giovedì al sabato, 15:00 – 19:00
Info: tel. 011882208 –
info@franconoero.comwww.franconoero.com
 

[exibart]

 

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