Come sottolinea Norma Mangione nel suo testo critico, la scelta del nome è fondamentale. Soprattutto quando si tratta di un nome d’arte. Ecco allora che l’acronimo (Coniglioviola), nato dai cognomi dei due componenti del sodalizio (Fabrice Coniglio & Andrea Raviola), è anche fusione tra il roditore impellicciato, timido e curioso, e il colore dello spirito per antonomasia. E quando si unisce il nome del coniglio al mistero evocato dal viola, non ci si può aspettare che di avventurarsi in “in mondi altri, surreali e zoognanti”, come quelli creati all’interno del sito internet del duo, tutto ironia e multimedialità, che recentemente s’è rifatto il make-up.
Quale migliore occasione per ConiglioViola quindi per presentare una nuova personale? Del resto, essendo nato dalla Rete, il duo artistico concepisce da sempre l’arte come momento pop-olare e spettacolare, e si muove in questa direzione nel progettare i propri eventi.
E’ un freddo Saturday Night Art Fever torinese e, mentre molti paludati adepti dell’arte contemporanea centellinano ogni angolo tra via Mazzini e via Della Rocca c’è chi, dall’altra parte della città, è già nella cupola della galleria Dieffe. L’atmosfera è quanto meno insolita per una mostra d’arte e i partecipanti vengono calati per incanto nel mondo zoomorfo animato dal ConiglioViola e dai suoi animaleschi performers.
Ma veniamo alla mostra: la galleria, fattasi protesi dello spazio virtuale, ospita alle pareti una serie di cinque lightboxes che riproducono le diverse “stanze” del sito. Ricerca plastica e design si fondono piacevolmente con le immagini digitali, rinviando ad elementi pubblicitari di facile riscontro nel contesto urbano.
Funzionano semplicemente pigiando il mouse che viene giù a mo di interruttore, e che attiva la luce del monitor, parente elettronico dello specchio di Alice, in questa sede poco interattivo, ma sicuramente evocativo di quei mondi altri e surreali che ConiglioViola promette di voler plasmare nello spazio virtuale. Le animazioni del nuovo sito sono proiettate invece dall’alto su un enorme tappeto per mouse, il Rabbit Pad appunto, che occupa una buona fetta del pavimento centrale. La spugnosità del supporto invita ad abbandonarsi sopra di esso, “entrando” quasi fisicamente all’interno del sito.
Pezzo forte della mostra sono i mouse pad, collocati in pila all’interno di un parallelepipedo trasparente. Si tratta di tappetini di normale formato con sei diverse immagini corrispondenti alle interfacce tematiche in cui è suddiviso il sito. Acquistabili ad un prezzo accessibile, questi multipli d’autore rispecchiano perfettamente la concezione di arte prêt-à-porter, alla portata di tutti e per tutti. Un’arte dalla doppia natura: funzionale e contemplativa, da appendere a muro o da mettere vicino al computer.
Per capire fino in fondo lo spirito della mostra, una visita al sito internet è d’obbligo, anche per scoprire i disparati ambiti d’interesse di Fabrice e Andrea, alias ConiglioViola, che muovendosi nello sconfinato universo del digitale, spaziano dalla net.art al video, dalla pittura digitale, alla musica elettronica dal vjing al teatro multimediale.
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monica trigona
mostra visitata il 12 novembre 2005
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potevano chiamarsi " RAVIOLIGLIO " sicuramente piu' originale meno mtv che fa figo ma banalotto.
piu' commestibile sicuramente .