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Fino al 6.I.2019 | Cally Spooner, Everything Might Spill | Castello di Rivoli

di - 8 Gennaio 2019
Il nuovo progetto di Cally Spooner (Ascot, UK, 1983) “Everything Might Spill” (Tutto potrebbe rovesciarsi), allestito nella sala progetto del Castello di Rivoli con la curatela di Marianna Vecellio e in collaborazione con Artissima, è una contaminazione che brucia, allusiva e profondamente resistente.
“Il lavoro performativo della Spooner, e la sua indagine attraverso diversi media, esplora le modalità della violenza invisibile nell’era digitale”, spiega la giuria che l’ha selezionata per il Premio Illy Present Future 2017. Il premio, giunto quest’anno alla sua maggiore età, ha l’ambizioso compito di selezionare artisti emergenti portatori di una visione innovativa o di scottante attualità.
La scena architettata da Cally Spooner costruisce un linguaggio (“language-making”), non fabbrica un’immagine (“making images”). Non ha Appeal estetico, è fuori dalla portata di Instagram, vive nel qui ed ora, uno scenario europeo tecno-capitalistico in rovina. Narra la vicenda di un crimine in cui, utilizzando le parole dell’artista (scrittrice, drammaturga, curatrice) “è in gioco un potere singolare e autoreferenziale. Il testimone è la vittima. L’omicida è il testimone. Assassino e vittima sono la stessa persona. Ma dov’è, o meglio, qual è il corpo?”
Il corpo delittuoso appare innocuo, ma odora di catastrofe.
Cally Spooner, Everything Might Spill
“Everything Might Spill”, trascendendo l’idea di Installazione “straboccante” (Mario Perniola, Il Sex Appeal dell’inorganico), non è altro che un congegno pungente e sarcastico. Una fontanella pubblica “assassina” che interloquisce con il disegno topografico di un organo sconosciuto e sintomatiche annotazioni appese a parete. Una “lei” tossica e irriverente il cui cloro viaggia all’interno di tubi reali e simbolici, i circuiti nervosi e linfatici del corpo, del tessuto sociale e dell’economia globale contemporanea. L’organo immaginato potrebbe essere la metamorfosi deforme, la reazione all’accumulo di tossine, scorie e inquinanti noto come “Body Burden”, i fardelli del corpo?  In quello che Cally Spooner definisce “diagramma di potere” si intersecano parti di testo manipolate in una fitta trama di scrittura, segno e linguaggi. Per i suoi intrecci narrativi l’artista è solita prendere in prestito scritti di filosofi e pensatori. Maurice Merleau-Ponty, Hannah Arendt and F. Scott Fitzgerald e, in questo caso specifico, la poetessa canadese Anne Carson. “L’io dissolto in cui tutto può rovesciarsi” (A. Carson, Decreation: Poetry, Essays, Opera). Agli orfani del sociologo Zygmunt Bauman, il dispositivo della Spooner ricorderà la fluidificazione di “Modernità liquida”: sotto la pressione dei fenomeni globali i luoghi, le identità e le relazioni perdono i loro contorni chiari e definiti per trasformarsi in entità flessibili e ambivalenti. In sintesi, liquide.
Rovesciamento e dissoluzione da annusare e sorseggiare con calma.
Petra Chiodi
Mostra visitata il 2 novembre 2018
Dal 2 novembre 2018 al 6 gennaio 2019
Cally Spooner, Everything Might Spill
Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea
Piazza Mafalda di Savoia, Rivoli (TO)
orari: da martedì a venerdì, dalle 10.00 alle 17.00 e sabato e domenica dalle 10.00 alle 19.00
info: castellodirivoli.org

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