Le alterne fortune della pittura negli ultimi lustri hanno seguito una curva caratterizzata da brusche ecatombi e altrettante improvvise impennate. Se è parso che la fotografia avesse quasi oscurato la visibilità di olii e tele, con l’intervento della compagine di Italian Factory si è ricominciato a prestare attenzione a quel medium anche nella nostra penisola, per poi godere di una certa stabilità. Questa storia ha differenti modulazioni in altri paesi e mercati, o in altre parrocchie, secondo la suddivisione che contraddistingue il “laico” paese nostrano. Per esempio, un’altra vicenda è ambientata nella “capitale dell’arte contemporanea”, Torino, e vede come protagonista Edoardo Di Mauro, docente all’Accademia Albertina e per un breve periodo nello staff direttivo della locale Gam. Un personaggio proteiforme che h
Con questo intento è stata dunque allestita La contemporaneità evocata, rassegna che affianca lavori di autori già noti a emergenti talora alla prima apparizione pubblica e provenienti dai vivai delle Accademie. Ciò che accomuna le scelte anche assai divergenti dal punto di vista tecnico e stilistico è un’attenzione partecipata al reale, alla contemporaneità intesa come spazio-tempo nel quale nascono e si sviluppano le elaborazioni pittoriche. Lo sguardo vaga tuttavia seguendo molteplici percorsi. Così Gianluca Nibbi prosegue la sua indagine ritrattistica sui volti africani, scegliendo supporti atipici che mettono in risalto la scelta “povera” della tematica. Fra i giovanissimi, Liliana Salone si concentra su visioni metropolitane e suburbia, mediando le vedute con pattern visivi rappresentati da griglie metalliche che fungono da disturbo alla visione mimetica del reale. Fra le altre proposte particolarmente interessanti, va segnalato il lavoro di sottrazione
Le proposte sono numerose, il parterre assai ricco. Ogni artista è presente con una sola opera –a parte casi di giustificata moltiplicazione dovuta al carattere “installativo” del lavoro- e ne scaturisce un regesto per nulla chiassoso, fonte di stimoli che andranno potenziati con un buon lavoro di promozione, soprattutto di alcuni giovanissimi. Nell’attesa dunque di personali o doppie personali, il punto è stato fatto con un’ottima scelta.
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ce ne fossero di più come Edoardo Di Mauro...
Sono contento che Di Mauro sia sempre in pista.
Ricordo molto bene , quando l'ho frequentato agli inizi degli anni 90 e oltre
come la nota rivista oscurasse sistematicamente qualsiasi
sua iniziativa e ricordo molto bene quante cose Edo ha fatto a Torino in quegli anni e anche dopo.
Come tutti può aver pure sbagliato qualche artista:lavorando senza grandi finanziamenti alle spalle e in rotta di collisione con i mediocri bottegai delle gallerie italiane non avrà forse reso sempre al massimo, ma vi assicuro che le circostanze erano assai difficili.
La situazione più di dieci anni fa eramolto diversa da oggi: il numero di spazi e gallerie che si dedicano ai "Giovani" oggi
allora era impensabile:le mostre pubbliche sulle proposte erano rarissime.
Ma il problema non era quello in realtà
di un eccesso di sbagli: ricordo che molti galleristi passavano alle inaugurazioni alla leggendaria VSV perché si sapeva che EDO era uno veramente fuori dalle righe ma che valeva sempre la pena vedere cosa diavolo era andato a scovare di nuovo perchènon si sa mai. Grazie a lui hanno trovato occasione di
una qualche visibilità molti autori che praticavano la pittura in un momento di censura pesantissima, autori che se si va a guardare bene sono in giro qua e là tutt'oggi! Andate a domandare a tutti loro se EDO, con tutto quello che si dice di lui, li abbia mai sfruttati o ricattati economicamente. Edo ha quasi sempre lavorato gratis perché é un pazzo vero .
Se qualcuno vi dice il contrario é un miserabile. Il vero problema di Edo, il suo peccato di lesa maestà, per certa marmaglia ,era il fatto che a torto o a ragione si é sempre coraggiosamente messo contro quella certa linea chiamiamola "Postconcettuale" che ancora oggi predomina in certi influenti settori
a sprezzo del ridicolo e dell'intelligenza.
Il suo grande coraggio è stato nel dichiarare a chiarissime lettere che era possibile fare una mostra d'arte italiana anche facendo a meno dei vari Cattelan, Beecroft, Marisaldi, Toderi ecc.
Non leggete i suoi testi : nulla di quanto scrive vale e rende il divertimento assolutamente delirante che vi può regalare in una
serata a cena in sua compagnia, quando
se dell'umore giusto e
lasciatosi andare è innarrivabile nel commentare con sarcasmo irriverenza e intelligenza il ristretto mondo dell'arte,
sommergendovi con una valanga di battute, paradossi e se è il caso addirittura di canzoni.
Certo se siete dei vanesi abbarbicati nel vostro guscio di frasi fatte lasciate perdere: in quelle serate Edo è in grado di ridicolizzare chiunque e, tra l'altro é uno dei pochissimi che sà ridere di sè stesso come se parlasse di qualcun'altro.
C'è una sub storia dell'arte italiana che forse i trentenni o meno di oggi dovrebbero conoscere per sapere in che contesto
(con che sistemi ,cordate e slealtà e a detrimento di artisti spesso più bravi) sono emerse certe situazioni che oggi ci vengono propinate e frettolosamente già storicizzate.