Di
Roberto Sambonet (Vercelli, 1924 – Milano, 1995) si conosce prevalentemente il percorso nell’ambito del design. Risulta dunque quanto mai opportuna questa ampia rassegna antologica che presenta l’intera ricerca, ponendo in evidenza anche il lavoro pittorico e quello grafico. La rassegna, inserita nel programma di Torino World Design Capital, divisa in due sezioni, non poteva trovare una sede più adeguata di Palazzo Madama, a un anno dalla riapertura al pubblico nello splendore del suo patrimonio artistico e architettonico.
La prima sezione,
Altri Mondi: gli incontri, i viaggi, le collezioni, sottopone allo spettatore il percorso formativo di Sambonet, che trova nel viaggio la sua componente fondamentale. Viaggio come pre-testo, come scambio di esperienze, contatto con altre culture, confronto con una molteplicitĂ di situazioni: Svezia, Cina, Tailandia, Messico, PerĂą, ma soprattutto Brasile, che, tra il 1948 e il 1953, costituisce una sorta di iniziazione.
Qui, infatti, a lui, giovane pittore, si schiude un universo sconosciuto, ricco di stimoli creativi: la cultura autoctona degli indio, la natura originaria, ma soprattutto l’incontro con i malati di un ospedale psichiatrico, che diviene il territorio d’indagine del complesso fenomeno del disagio mentale e dà vita a un interessante ciclo di disegni di volti, alcuni dei quali visibili in mostra, raccolti nel volume
Della Pazzia.
La seconda sezione,
L’avventura del fare: l’itinerario del progetto, esamina la trascrizione graduale della realtà nell’opera, disegni, dipinti e oggetti il cui denominatore comune è la semplicità essenziale, una progettazione che si fonda su alcuni temi ricorrenti: la luce, il mare, la natura. Della luce è soprattutto importante il fenomeno della rifrazione, del mare la superficie, il movimento delle onde, la forma dell’acqua, della natura la sua essenza di organismo, “
che non deve essere imitata, ma essere presa come esempio per andare oltre”. In essa si incontrano infatti “
geometrie” semplici ed efficaci, che si trasformano in progetti nei quali la memoria e il presente, l’antico e il moderno si amalgamano, dando vita a nuove realtà .
Tutto questo lo spettatore riesce a cogliere osservando le opere, allestite in modo molto opportuno, dai
Ritratti, nei quali l’attenzione si concentra sulla dimensione interiore della persona, alle
Kleeiadi, non solo omaggio a
Klee, ma anche rielaborazione personale del segno, alle
Superfici del mare, metafora dell’assoluto naturale e spirituale, agli
Studi per ricerca cromatica, nei quali Sambonet analizza la luce e le combinazioni dei colori, agli
Organismi e minerali, frutto di una approfondita indagine sulle strutture della realtĂ .
Fino a giungere agli oggetti di design, risultante di una sintesi massima: bicchieri, brocche, posate, posacenere, piatti, pentole. Su tutti, la
Pesciera, capolavoro di armonia e funzionalitĂ .