La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo tiene a battesimo la
prima mostra di Face, acronimo di Foundation of Arts for a Contemporary Europe,
un progetto unico in Europa.
Nato con la benedizione del Parlamento Europeo, dov’è
stato presentato il 18 aprile scorso, Face riunisce sotto un unico nome cinque
tra le fondazioni non profit d’arte più note del vecchio continente. Oltre alla
fondazione torinese, ne sono membri la Deste di Atene, l’Ellipse di Cascais, la
Maison Rouge di Parigi e il Magasin 3 di Stoccolma.
La stretta collaborazione di queste istituzioni ha lo
scopo, a quanto si legge dalla mission di Face, di “
promuovere l’arte
contemporanea in Europa e nel resto del mondo, essere un supporto per gli
artisti, avvicinare un pubblico sempre maggiore all’arte e alla cultura,
promuovere le attività e le collezioni dei cinque partner”.
Da notare che i fondatori di Face sono, tranne il caso di
Magasin 3, collezionisti privati che hanno scelto di aprire le loro raccolte al
pubblico. Segno di un forte rinnovamento della figura stessa del collezionista,
che non si rifà più all’immagine di un appassionato d’arte chiuso in una
casa-cassaforte, dove nasconde tesori invisibili,
ma assume i tratti di un
nuovo mecenate. Un profilo che forse sarebbe piaciuto persino a Karl Marx.
“
A merito di tutti”, dice Francesco Bonami, direttore artistico della
Fondazione Sandretto e prossimo curatore della Whitney Biennale 2010, plaudendo
all’iniziativa, “
va il fatto di essere appassionati ‘pre-boom’. Veri amanti
dell’arte e non speculatori”. Ma, aggiunge la padrona di casa Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, “
Face
porta avanti un progetto più profondo, che non è solo quello di esporre le
rispettive collezioni”.
Si pone, infatti, anche lo scopo di produrre opere,
diventando così, spiega David Neumann, patron di Magasin 3, “
un custode e
produttore d’idee”.
Un compito fondamentale, aggiunge Alex Melo della portoghese Ellipse, “
soprattutto
in un periodo non facile come questo”.
Ma veniamo all’attività espositiva di Face.
Indagini di
un cane, la prima
mostra della neonata mega-fondazione europea, parte proprio da Torino per il
tour che, di qui a fine 2011, porterà le quaranta opere provenienti dalle
cinque collezioni in Portogallo, Francia, Svezia e infine Grecia.
Da Kafka
Indagini di un cane non prende a prestito solo il
titolo, ma anche il tema principale: il senso della comunità. Ne esce così
un’interessante percorso dal forte carattere sociale e politico, in cui
troviamo lavori di pezzi grossi come
Maurizio Cattelan,
Fischli & Weiss,
Bruce Nauman,
Kara Walker,
Paul McCarthy,
Sherrie Levine,
William Kentridge e
Jeff Koons.
Accanto ai big ruotano poi i giovani artisti, alcuni già
di chiara fama come
Roberto Cuoghi, i
Claire Fontaine,
Urs Fischer; altri sulla rampa di lancio per il successo, come
Aurel Schmidt,
Vasco Araujo e
Mircea
Cantor.
Per non essere una collettiva “non convenzionale”, il
risultato è di grande armonia e coesione. Merito, giura Francesco Bonami, della
giovane
assistant curator della Fondazione, Irene Calderoni. Dopotutto, lo scopo
principale di Face non è lanciare i nomi nuovi del futuro?
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Stupendo il pezzo di Bruce Nauman e come sempre grande il video di William Kentridge, simpatica la Tampa di Mark Dion, intenso il video di Barbed Hula di Sigalit Landau,mi delude Santiago Serra, il resto interessante, ma in questi grandi spazi la sensazione di vuoto è molto forte...