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fino al 7.IX.2003 | Arte nell’Era Global – How latitudes become forms | Torino, Fondazione Sandretto

di - 27 Giugno 2003

Arriva direttamente da Minneapolis la mostra curata da Philippe Vergne, unica tappa europea per una riflessione che cerca percorsi alternativi, vagando dai centri alle periferie a indagare un nuovo panorama possibile e in grande fermento.
Gli artisti, provenienti da Brasile, Sud Africa, India, Giappone, Turchia e Stati Uniti delineano una mappatura aggiornata dell’arte in un’era che si potrebbe ormai definire post-global. A emergere è il rifiuto di una preminenza ‘euramericana’ e l’adozione di una molteplicità di punti di vista “decentrati”. La varietà delle discipline si rispecchia nei media adottati che vanno dalle nuove tecnologie ai disegni calpestabili in carboncino su legno di Jennifer Allora (1974, Stati Uniti) e Guillermo Calzadilla (1971, Cuba), in un contesto dove si mantengono vivi i legami con le proprie radici. Sono queste le nuove latitudini: proporre esperienze non omogeneizzate, dove sia ancora possibile “investigare un processo creativo nel quale il pubblico diventi un protagonista attivo”. I processi in questione spesso sfuggono alla storia dell’arte tradizionale, come nel caso del Museum of Soy Sauce art di Tsuyoshi Ozawa (1965, Giappone), ironico percorso storico–artistico della salsa di soia, in cui collocare anche la propria disapprovazione contro la guerra.
Numerosi risultano i rimandi alla situazione socio–economica e politica mondiale, con una riflessione che però parte dalla situazione locale per poi estendersi a visione generale. Wang Jian Wei (1958, Cina), con un approccio antropologico, realizza un video-inventario della società urbana cinese e della sua evoluzione degenerata in alienazione metropolitana. Le città secondo Yin Xiuzhen (1963, Cina) sono dei non luoghi, trasportabili e adattabili a una qualunque identità: costruite con vestiti usati sono cucite dentro a valigie “container”, “tangibile simbolo dello spirito in movimento della vita contemporanea” e della sua perdita di memoria.
Ma in tutto questo vagare c’è anche chi si ferma e cerca di costruire relazioni interpersonali, di andare oltre il luogo espositivo per costruire dei momenti di convivialità: in questo caso artisti italiani invitati per l’edizione torinese che in un ribaltamento della prospettiva diventano i “clandestini” della collettiva: si tratta del gruppo milanese Esterni, di Andrea Caretto e Raffaella Spagna. Esterni interviene in quegli interstizi che ancora lasciano un minimo spazio di possibilità di relazione sociale. Lavorando sulla rivisitazione e sulla citazione dei segnali stradali, i messaggi lasciati in giro invitano in modo ironico e provocatorio a ballare, a stringersi la mano nello spazio espositivo e nel giardino, con un invito che suona come un gradevole obbligo. Caretto e Spagna presentano un campionario di erbe commestibili, E.S.C.U.L.E.N.T.A, dove, all’azione di raccolta, catalogazione è seguita una cena–performance realizzata con il pubblico a base di cibi naturali.

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mostra visitata il 7 giugno 2003


Arte nell’Era Global. How latitudes become forms.
Torino, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Via Modane, 16 – 10141 Torino – Italy
tel. +39 011 19831600
fax +39 011 19831601
info 24h tel. +39 011 19831616
info@fondsrr.org

Orario d’apertura
Martedì – Domenica: 11-19
Giovedì: 11-23
Lunedì: chiuso
Aperto per le scuole: 9-19
Ingresso
Intero: 5euro
Ridotto: 3euro (studenti, maggiori di 65 anni)
Gruppi: 4euro (minimo 10 persone)
Gratuito per minori di 12 anni
Gratuito il giovedì dalle 19 alle 23
Il museo è accessibile ai disabili


[exibart]

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