17 maggio 2012

fino al 9.VI.2012 Emilia Faro Torino, Ermanno Tedeschi

 
Il bambino. Figura che esprime la paura e l’ossessione della morte che attanaglia l’artista e la sua conseguente paura della maternità. Riflessioni personali comunicate anche attraverso la scelta dei colori -

di

Emilia Faro (Catania, 1976) espone partendo dalla necessità di scavare in se stessa, in quelle che erano le paure che aveva da bambina, che forse non sono mai svanite. Una riflessione sulla vita e la morte che i bambini meglio di chiunque altro incarnano. Sospesi tra questi due misteri, vulnerabili perchè soggetti a molti più pericoli, i bambini simboleggiano per l’artista la vera natura umana, molto più vicina alla morte che sperimentano, da subito, ad esempio torturando dei piccoli animali (Respect all creatures). Ma sono anche i soggetti che più si meravigliano della vita, e l’artista ricorda lo stupore e l’emozione di quando lei stessa, da bambina, per la prima volta scopre, vede e vive, l’avvicinarsi di alcune tartarughe sul bagnasciuga di una spiaggia. Queste esperienze personali, e la successiva riflessione sulle regole che la società e gli adulti impongono agli altri e a se stessi nel tentativo di celare la vera natura umana, diventano disegni ed acquerelli. 
Emilia Faro - Do not eat everything you find, 2012, acquerello su carta, cm 51x36 Courtesy l’artista e Ermanno Tedeschi Gallery
I volti di questi bambini, talvolta asessuati, sembrano prendersi gioco dello spettatore. Lo guardano, lo interrogano, sono essi stessi che gli mostrano cosa deve o non deve fare, quasi sfidandolo. Una sfida a quelle regole che tanto vengono insegnate, quanto infrante, da chiunque. Do not play with fire presenta un bimbo con una sigaretta in bocca, Do not beat your little brother or sister mette in scena il volto violato e tumefatto di una bambina che ci guarda interdetta e arrabbiata. Regole (o richieste d’aiuto ?) semplici e chiarissime, espresse nella lingua considerata più accessibile, universale : l’inglese. Messaggi che illustrano la necessità e il tentativo di comprendere l’animo umano e le sue fragilità. In passato erano i ritratti di volti e corpi per lo più femminili, ora è la  figura del bambino, ricorrente da qualche tempo nei lavori della Faro, a divenire lo strumento fondamentale  per esprimere la paura e l’ossessione della morte che attanaglia l’artista e la sua conseguente (e oggi vivida) paura della maternità. Una riflessione, nuovamente, di un sentimento personale che si esprime anche nella scelta dei colori.
Il blu indaco diventa la tonalità predominante negli acquerelli. Una scelta estetica da un lato, una ricerca personale dall’altro. Il blu, come il bianco, rappresenta per l’artista un colore che rende più piacevoli i soggetti, che dà equilibrio, che fonde tranquillità interiore, consentendole così di rielaborare e contemplare la conflittualità espressa nella rappresentazione continua di questa polarità esistenziale. Partendo dall’uso massiccio del blu, ispirandosi a Yves Klein, nelle opere di questa mostra Emilia Faro scopre in se il desiderio di indagare maggiormente questa tinta. Un colore che, spiega l’artista, si può utilizzare in maniera totale, in moltissimi modi, permettendole di continuare ad esplorare quest’incessante ricerca di pace e di piacevolezza estetica. 
sara de paoli 
mostra visitata il 18 aprile 2012 
dal 18 aprile al 9 giugno 2012
Emilia Faro – Regole d’oro
Ermanno Tedeschi Gallery
Via Pomba 14, Torino
Orario: martedì – sabato dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 20, domenica su appuntamento
Info: Tel. 011 4369917 – info.to@etgallery.it – www.etgallery.it

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